Ecco la prova che dalla Cina vengono inviati droni militari alla Libia

Maria Paola Pizzonia

9 Luglio 2024 - 17:54

Le autorità italiane hanno sequestrato dei container provenienti dalla Cina al porto di Gioia Tauro che contenevano droni militari cinesi destinati alla Libia.

Ecco la prova che dalla Cina vengono inviati droni militari alla Libia

Nelle scorse settimane le autorità italiane hanno fatto un’importante scoperta.

Container provenienti dalla Cina erano dichiarati come trasportanti componenti per turbine eoliche, ma in realtà contenevano droni militari cinesi destinati alla Libia dove è in corso una guerra civile ormai dal 2011.

Un fatto che ribadisce, semmai ce ne fosse davvero il bisogno, la necessità di regolare il contrabbando di armi.

L’aiuto degli Stati Uniti

Le autorità italiane hanno potuto compiere questa azione significativa grazie all’aiuto di un’informazione fornita dagli Stati Uniti: così hanno scoperto che i componenti dei droni erano nascosti tra le pale delle turbine eoliche per eludere i controlli. Fonti fotografiche e video mostrano che i droni sono stati inseriti in contenitori con al loro interno vere pale di turbine eoliche; poi, sono stati ricoperti da una pellicola di plastica bianca con marcature relative all’energia eolica per rendere il tutto più credibile.

I droni, identificati come Wing Loong II, erano destinati alla città portuale libanese di Bengasi, sotto il controllo del generale Khalifa Haftar. Essi erano anche di grandi dimensioni, con una lunghezza di oltre 10 metri e un’apertura alare di circa 20 metri. Il sequestro è avvenuto in un contesto di embargo delle Nazioni Unite che vieta la vendita di armi alla Libia, paese devastato dalla guerra civile dal 2011.

Questi droni sono simili ai MQ-9 Reaper statunitensi e sono progettati principalmente per la sorveglianza, ma possono essere equipaggiati con armi aria-terra come i missili Blue Arrow-72. Tuttavia, i droni sequestrati non contenevano armi.

Il drone Pterodactyl II

Il Wing Loong II, noto anche come Pterodactyl II, è un drone UAV (Unmanned Aerial Vehicle) sviluppato dalla Chengdu Aircraft Industry Group in Cina. Questo drone è una versione migliorata del Wing Loong I, progettato per missioni di sorveglianza, ricognizione aerea e attacchi di precisione. Esso inoltre è progettato per operare a medie altitudini e per lunghe durate (è un MALE - Medium Altitude Long Endurance).

È equipaggiato con sistemi di comunicazione satellitare che permettono il controllo a lunga distanza e la trasmissione di dati in tempo reale. Il Wing Loong II può essere utilizzato sia per scopi militari che civili, come la sorveglianza delle frontiere, il monitoraggio ambientale e le operazioni di soccorso. Il Wing Loong II è stato adottato già da diverse forze armate in tutto il mondo, inclusi paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e il Pakistan.

Una simile operazione in Canada

L’operazione ha seguito un’altra simile avvenuta in Canada, dove due uomini libici sono stati accusati di cospirazione per l’acquisto di droni cinesi con petrolio libico. Questi uomini, Fathi Ben Ahmed Mhaouek e Mahmud Mohamed Elsuwaye Sayeh, erano ex dipendenti dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile, un’agenzia ONU con sede a Montreal.

Il ruolo del generale Haftar

La spedizione di questi droni era perciò destinata alle forze di Khalifa Haftar a Bengasi. Questa scoperta mette in luce i continui sforzi di Haftar per rafforzare le sue capacità militari con il supporto estero, nonostante gli embarghi internazionali.

Haftar, che nell’aprile del 2011 è stato promosso al grado di tenente generale dalle autorità del Consiglio nazionale di transizione libico, a oggi controlla la parte orientale della Libia. Haftar ha stretto legami sempre più stretti con la Russia, permettendo al paese di scaricare migliaia di tonnellate di equipaggiamento militare nel porto di Tobruk, nella Libia orientale, per sostenere le operazioni russe in Africa.

Pare che in passato fosse sul libro paga della CIA. In questo specifico frangente ha ricevuto supporto anche dagli Emirati Arabi Uniti, che hanno inviato varianti di droni Wing Loong in Libia durante il tentativo di Haftar di conquistare Tripoli nel 2020.

Le autorità italiane

Le autorità italiane hanno sequestrato i componenti dei droni nascosti nei sei container spediti sulle due navi provenienti dalla Cina. I componenti includevano le principali strutture dei droni, le stazioni di controllo dei droni e altre attrezzature accessorie. Più precisamente, i container sono stati sequestrati dalla nave MSC Arina, partita dal porto cinese di Yantian e diretta a Bengasi. Poi gli investigatori italiani hanno sequestrato altri tre container sospetti arrivati allo stesso porto su un’altra nave cargo, la MSC Apolline.

Le autorità italiane hanno inoltre rilasciato foto e video che mostrano l’estensione degli sforzi per nascondere la vera natura del contenuto. Come precedentemente scritto, i componenti dei droni erano collocati all’interno di coperture protettive simili a quelle utilizzate per il trasporto delle pale delle turbine eoliche. Sulla base di ciò i rapporti ufficiali suggeriscono un tentativo deliberato di mascherare l’equipaggiamento militare come carico civile, possibilmente con documenti falsificati. La scoperta e il sequestro di questi droni rappresentano un passo significativo per impedire l’escalation del conflitto in Libia e per mantenere la stabilità nella regione.

Un evento simile ci mostra l’attuale stato di crescita del contrabbando

Il sequestro dei droni Wing Loong II mostra però anche la crescente sofisticazione delle tecniche di contrabbando utilizzate per eludere i controlli doganali e le sanzioni internazionali. La scelta di nascondere i droni tra le pale delle turbine eoliche dimostra un livello di ingegnosità e pianificazione che richiede una risposta altrettanto sofisticata da parte delle autorità di controllo.

Il generale Khalifa Haftar, che ha una lunga storia di coinvolgimento nei conflitti libici, continua a essere una figura centrale nella complessa dinamica politica e militare del paese. Il suo controllo sulla parte orientale della Libia e i suoi legami con potenze straniere come la Russia e gli Emirati Arabi Uniti lo rendono un attore chiave nelle tensioni regionali. La presenza di droni avanzati come i Wing Loong II nelle sue forze armate potrebbe alterare significativamente l’equilibrio di potere nella regione.

Cresce anche la necessità di regolare il contrabbando d’armi

La scoperta dei droni è anche un promemoria delle sfide continue che la comunità internazionale deve affrontare nel far rispettare gli embarghi sulle armi e nel prevenire la proliferazione di tecnologie militari avanzate. Nonostante gli sforzi delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali, il traffico di armi rimane una minaccia persistente alla pace e alla sicurezza globale.

Concludendo, il sequestro dei droni militari cinesi destinati alla Libia rappresenta un’importante vittoria per le autorità italiane e per la cooperazione internazionale nella lotta contro il traffico di armi. Tuttavia, evidenzia anche la necessità di vigilanza continua e di strategie innovative per affrontare le sfide poste dal contrabbando e dalla proliferazione di armi. La situazione in Libia rimane complessa e volatile, e il ruolo di attori esterni come la Russia e gli Emirati Arabi Uniti continuerà a influenzare gli sviluppi futuri.

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# Libia
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