Come cambia la detrazione prevista dall’Ecobonus con la Legge di Bilancio 2025? Vediamo quali sono i lavori ammessi all’agevolazione, come si richiede e quali sono i requisiti per quest’anno.
L’ecobonus prevede una detrazione fiscale dall’Irpef per i lavori realizzati nell’immobile finalizzati alla riduzione dei consumi energetici. Come funziona nel 2025? Quali sono i lavori ammessi e quali i requisiti dell’immobile per avere diritto all’agevolazione? Il bonus in questione serve per interventi di riqualificazione energetica dell’immobile e per ridurre anche il rischio sismico. Per il 2025, però, cambiano le regole e i beneficiari.
L’ecobonus prevede una detrazione fiscale dall’Irpef ed è stato confermato dalla Legge di Bilancio 2025, ma con importanti novità e drastici tagli delle agevolazioni riconosciute. Si tratta di un bonus edilizio che può essere sfruttato qualora gli interventi edili siano finalizzati alla riduzione dei consumi nell’immobile e al risparmio energetico. Gli interventi coinvolti nell’ecobonus sono diversi e vanno dalla sostituzione della caldaia al cambio degli infissi, ma comprendono anche interventi come l’installazione di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici e l’installazione di impianti di riscaldamento. Su tutte le spese sostenute per questi interventi si ha diritto alla detrazione Irpef, la cui aliquota è variabile dal 50% al 36%.
Si può dire addio alle detrazioni fino al 65% e alle maggiorazioni per i condomini. Ora la misura massima è al 50%, ma solo per il 2025 e per un numero limitato di contribuenti.
Ecco come cambia l’Ecobonus con la legge di Bilancio 2025.
Ecobonus 2025, conferma nella legge di Bilancio 2025
L’Ecobonus è l’agevolazione fiscale legata al settore edile che consentiva, fino al 31 dicembre 2024, di avere detrazioni dal 50% al 65% per interventi specifici volti a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Le misure previste nel decreto legge 63 del 2013 sono superate dalle nuove norme con drastici tagli.
Nella guida di seguito analizziamo i lavori ammessi alla detrazione dell’ecobonus, come funziona l’incentivo, come fare il bonifico, i documenti da conservare, l’invio (obbligatorio) della comunicazione ENEA e come usufruire della detrazione nella dichiarazione dei redditi.
Le novità sull’Ecobonus 2025 nella Legge di Bilancio
L’articolo 8 del disegno di legge di Bilancio 2025 prevede l’inserimento nell’articolo 14 del decreto legge 63 del 2013, del comma 3-quinquies. Lo stesso stabilisce che le detrazioni fiscali per gli interventi di efficientamento energetico spettano anche per le spese documentate, sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027, nella misura fissa per tutte le tipologie di interventi agevolati pari al 36% delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30% delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027.
Allo stesso tempo il comma aggiunto stabilisce che la detrazione è innalzata al 50% delle spese per l’anno 2025 e al 36% delle spese per gli anni 2026 e 2027, nel caso in cui le medesime siano sostenute dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
Rispetto alla formulazione iniziale vi sono quindi delle differenze, infatti in passato le detrazioni spettavano in misura variabile dal 65% al 50% in base alla tipologia di lavoro effettuato.
La detrazione fiscale del nuovo Ecobonus potrà essere goduta con detrazioni fiscali di pari importo spalmate in 10 anni.
leggi anche
Direttiva Case green, con l’approvazione definitiva la metà delle case degli italiani non è a norma
Cos’è l’ecobonus 2025
L’ecobonus prevede una detrazione fiscale che viene riconosciuta per lavori di riqualificazione energetica degli immobili già esistenti. La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato il beneficio per i lavori eseguiti tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2027. La proroga prevista per l’ecobonus riguarda anche il bonus ristrutturazioni e il bonus mobili.
Di base l’ecobonus prevede due diverse aliquote, ovvero delle percentuali che indicano la detrazione spettante calcolata sul totale delle spese effettuate per i lavori ammessi a tale agevolazione. Queste sono per il 2025:
- del 50% per interventi effettuati sull’abitazione principale;
- del 36% per le rimanenti tipologie di immobili.
Per il periodo che va dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027:
- del 36% per interventi effettuati sull’abitazione principale;
- del 30% per le rimanenti tipologie di immobili.
L’obiettivo del Governo nel finanziare questi bonus edilizi è da una parte incentivare il settore edile, dall’altra spingere all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
Come funziona l’ecobonus 2025?
L’ecobonus è attivo laddove si eseguano lavori di riqualificazione energetica o del singolo appartamento o del condominio. Uno schema riassuntivo ci potrà fornire una visione più lineare di questo importante incentivo.
Vediamo quali sono le regole principali dell’ecobonus 2025:
- detrazioni variabili dal 50% al 36% in base alla tipologia di immobile su cui si eseguono i lavori;
- i lavori ammessi sono quelli volti a migliorare l’efficienza energetica dell’unità abitativa e vanno dalla sostituzione della caldaia, degli infissi e delle finestre fino ad arrivare all’installazione di stufe e pellet, schermature solari e pompe di calore. Gli interventi compresi nel beneficio sono anche quelli di coibentazione dell’involucro esterno dell’edificio, l’installazione di impianti per la produzione di acqua calda e l’installazione di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici;
- possono fruire dell’ecobonus coloro che possiedono un immobile e realizzino interventi per migliorarne l’efficienza energetica;
- la detrazione può essere fruita solo da coloro che sono assoggettati all’Irpef e solo fino a capienza fiscale, sono esclusi, quindi, forfettari e incapienti;
- i lavori dell’ecobonus per avere diritto alla detrazione devono essere pagati con mezzi tracciabili, ma i requisiti cambiano tra titolari di reddito di impresa e non titolari di reddito di impresa;
- necessario conservare la documentazione tecnica e la certificazione energetica dell’immobile per richiedere la detrazione;
- obbligatoria la comunicazione ENEA che può essere inviata anche in maniera tardiva;
- per fruire del beneficio dell’Ecobonus è possibile utilizzare solo la dichiarazione dei redditi con detrazione in dieci anni.
Ecobonus lavori ammessi nel 2025
L’ecobonus è l’agevolazione fiscale riconosciuta per specifici tipi di interventi che hanno come scopo quello del risparmio energetico. L’aliquota di detrazione varia dal 50 al 36% in base al tipo di immobile su cui l’intervento è effettuato.
L’ecobonus spetta per i seguenti lavori:
- interventi relativi alla sostituzione di finestre comprensive d’infissi;
- schermature solari;
- caldaie a biomassa;
- interventi di coibentazione dell’involucro opaco;
- pompe di calore;
- sistemi di building automation;
- collettori solari per produzione di acqua calda;
- scaldacqua a pompa di calore;
- generatori ibridi, cioè costituiti da una pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro;
- installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
I lavori ammessi nell’ecobonus, riassumendo, sono quelli che mirano a ridurre l’energia necessaria a riscaldare la casa e proprio per questo comprendono la sostituzione dell’impianto di riscaldamento e quello per la produzione di acqua calda.
Negli interventi detraibili rientra anche l’installazione di pannelli solari, per la produzione di acqua calda, ma non l’installazione di pannelli fotovoltaici: la differenza, infatti, è che con i pannelli solari si produce acqua calda risparmiando sul consumo di elettricità o gas, mentre con l’installazione dei pannelli fotovoltaici non si mira alla riduzione del consumo di energia, ma solo al risparmio sulla spesa della stessa visto che si produce in autonomia.
Ecobonus 2025, requisiti edifici
L’Ecobonus permette di fruire delle detrazioni in questione per i seguenti immobili:
- gli immobili devono essere esistenti, iscritti al catasto o con richiesta di accatastamento. Inoltre è necessario che, se dovuta, l’Imu sia stata versata;
- edifici di qualsiasi categoria catastale e con qualsiasi destinazione d’uso (non è necessario che sia residenziali anche se sugli edifici residenziali, utilizzati come abitazione principale la detrazione è riconosciuta al 50%);
- l’immobile deve essere riscaldato tranne che l’intervento sia per installazione di pannelli solari termici, generatori a biomassa e schermature solari.
Solitamente gli interventi per il recupero patrimoniale edilizio previsti dall’articolo 16-bis del Tuir, devono essere sostenuti su immobili residenziali. Per l’Ecobonus, invece, non è necessario che gli interventi siano sostenuti su immobili ad uso residenziale.
La Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate numero 34 del 25 giugno 2020 prevede, infatti, che le detrazioni per Ecobonus e Sismabonus ordinari spettano anche a chi è titolare di reddito di impresa per immobili detenuti o posseduti come:
- strumentali per natura (categorie catastali B, C, D, E, A/10) o utilizzati dall’impresa;
- registrat in contabilità;
- risultanti come beni merce (quando sono registrati come rimanenze di magazzino);
- come immobili patrimoniali.
Beneficiari ecobonus 2025: chi può usufruirne?
L’ecobonus può essere richiesto da tutti i contribuenti, anche i titolari di reddito di impresa, che possideono un immobile per il quale vengano effettuati interventi di riqualificazione energetica, cioè:
- i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);
- le associazioni tra professionisti;
- gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
- isitituti autonomi per le case popolari;
- cooperative di abitazione a proprietà indivisa;
- persone fisiche ovvero:
- titolari di un diritto reale sull’immobile;
- condomini per gli interventi sulle parti comuni;
- inquilini;
- coloro che possiedono un immobile in comodato;
- familiari o conviventi che sostengono le spese.
Da notare che l’Ecobonus può essere fruito per le detrazioni, a patto che non si tratti di immobili strumentali all’attività di impresa, anche da:
- qualsiasi familiare convivente con il proprietario: coniuge, componente dell’unione civile qualsiasi parente entro il terzo grado o affine entro il secondo grado;
- il convivente more uxorio che non sia proprietario dell’immobile su cui si effettuano i lavori di riqualificazione anche se non titolare di un contratto di comodato d’uso (questo è stato chiarito dalla Risoluzione numero 64 del 2016 dell’Agenzia delle Entrate).
Chi è escluso dalla detrazione dell’ecobonus 2025?
Dopo aver elencato coloro che possono beneficiare dell’ecobonus e della detrazione spettante, è doveroso spiegare chi, invece, ne rimane escluso. Con lo stop definitivo allo sconto in fattura e alla cessione del credito, come detto, si potrà beneficiare dell’aliquota di sconto solo tramite detrazione Irpef.
Proprio per questo motivo tutti coloro che non pagano l’Irpef sono esclusi dal beneficio, come ad esempio gli incapienti e coloro che pagano un’imposta sostitutiva all’Irpef (contribuenti con partita Iva in regime forfettario). Questo perché la detrazione in questione, al 50%, al 65% o anche all’85% altro non è che un taglio sull’Irpef da versare, che nel caso dei lavoratori dipendenti (che versano l’Irpef in busta paga mese dopo mese) può diventare un rimborso l’anno successivo a quando si sono sostenute le spese, dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi.
Se un contribuente, ad esempio, deve pagare 10.000 euro di Irpef per il 2025, ma ha diritto a una detrazione di 4.000 per lavori effettuati con l’ecobonus, pagherà soltanto 6.000 euro di Irpef (se si tratta di un lavoratore dipendente che i 10.000 euro di Irpef li ha già versati mese per mese in busta paga avrà diritto a un rimborso di 4.000 euro).
Serve la capienza fiscale per usufruire dell’Ecobonus
Alla luce di quanto detto nel paragrafo precedente, appare chiaro che la capienza fiscale è determinante per poter fruire della detrazione spettante con l’ecobonus. Il problema non si pone solo per gli incapienti e chi versa imposta sostitutiva, in questo caso, ma anche per chi ha una capienza fiscale minore rispetto alla detrazione spettante. Infatti, si rischia di perdere parte della detrazione. Perché la detrazione agisce sull’Irpef da pagare e se la tassazione non copre l’importo della detrazione si avrà diritto a uno sconto fino a capienza fiscale (ovvero nel limite delle tasse che si pagano).
Riprendiamo l’esempio precedente in cui spetta una detrazione annua di 4.000 euro per lavori effettuati con l’ecobonus. Supponiamo che il contribuente, però, debba versare solo 1.800 euro di Irpef. In questo caso sui 4.000 euro di detrazione spettante gli sarà riconosciuta una detrazione massima solo di 1.800 euro perché è proprio quella la sua capienza fiscale. I restanti 2.200 euro di detrazione a cui avrebbe avuto diritto, invece, è una parte di beneficio che va perduto.
Il consiglio, in questo caso, è quello di capire prima qual è la propria capienza fiscale per comprendere se è possibile sfruttare per intero il beneficio spettante per non incorrere nel rischio di perderne una parte.
Come pagare i lavori dell’Ecobonus 2025
Per poter beneficiare della detrazione, le spese sostenute devono essere pagate:
- tramite [bonifico bancario o postale per Ecobonus nel caso di contribuenti non titolari di reddito d’impresa. È necessario indicare la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore di cui si effettua il pagamento;
- tramite pagamento tracciabile, non necessariamente bonifico parlante, nel caso di contribuenti titolari di reddito d’impresa. L’importante è conservare idonea documentazione per la prova delle spese.
Un esempio di causale per il bonifico per l’Ecobonus potrebbe essere:
“Riqualificazione energetica, articolo 1, commi 344-347, legge 296 / 2006. – Pagamento fattura n. ___ del___ a favore di ___ partita Iva ___ C.f. beneficiario detrazione_________”.
Quanto spetta di detrazione con l’Ecobonus? Esempi pratici
Per capire come funziona realmente l’Ecobonus 2025 facciamo qualche esempio pratico.
Supponiamo che un proprietario di immobile adibito ad abitazione principale realizzi un cappotto termico per l’involucro esterno del proprio immobile spendendo 130.000 euro. La detrazione spettante è del 50%, ovvero 75.000 euro. Recupererà 7.500 euro l’anno dalla dichiarazione dei redditi dell’anno dopo e per i successivi 10 anni.
Se, invece, un proprietario di una seconda casa decide di cambiare tutti gli infissi e le finestre di casa spendendo 20.000 euro gli spetterà una detrazione del 36%, pari a 7.200 euro che recupererà, sempre dalla dichiarazione dei redditi successivi e per 10 anni, nella misura di 720 euro l’anno.
Ecobonus 2025, documenti da conservare
Per beneficiare della detrazione prevista, i contribuenti che hanno sostenuto la spesa dovranno aver cura di conservare i documenti che seguono, utili per attestare se e in quale misura si ha diritto all’Ecobonus nel 2025:
- asseverazione di un tecnico abilitato o la dichiarazione resa dal direttore dei lavori;
- attestazione di partecipazione a un apposito corso di formazione in caso di auto costruzione dei pannelli solari;
- certificazione energetica dell’immobile fornito dalla Regione o dall’Ente locale o attestato di qualificazione energetica predisposto da un professionista abilitato.
Comunicazione ENEA per l’Ecobonus 2025
Per beneficiare della detrazione è fondamentale effettuare la comunicazione all’ENEA, prima ancora di indicare la spesa sostenuta in dichiarazione dei redditi. Entro 90 giorni dalla fine dei lavori di riqualificazione energetica il contribuente deve trasmettere all’ENEA, in modalità telematica, la scheda informativa degli interventi realizzati e la copia dell’attestato di qualificazione energetica.
La comunicazione va trasmessa solo ed esclusivamente tramite l’apposito portale sul sito ENEA. I dati relativi agli interventi di Ecobonus e bonus casa vanno inviati nella sezione ECOBONUS.
Per l’Ecobonus è obbligatoria la comunicazione ENEA?
Come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione 46/E, omettere di comunicare i dati all’ENEA non ha peso ai fini fiscali per il bonus ristrutturazioni. Questo chiarimento, però, non può essere applicato anche all’Ecobonus perché il Decreto Edifici del 2007 prevede che per chi intende fruire della detrazione con l’Ecobonus è necessario inviare all’ENEA copia dell’attestato di certificazione della riqualificazione energetica (Allegato A del Decreto stesso) e scheda informativa degli interventi realizzati (Allegato D).
In caso di errori di compilazione od omissioni, va chiarito che pur essendo l’accesso alla detrazione subordinato alla comunicazione dei dati, se la violazione (errori od omissioni) non è stata accertata non preclude l’accesso.
La norma si applica quando il contribuente ha i requisiti che richiedono le norme di riferimento, effettui la comunicazione entro i termini previsti per la prima dichiarazione utile e versi contestualmente anche la sanzione stabilita dal decreto legislativo 471 del 18 dicembre 1997 all’articolo 11, comma 1.
Anche con invio tardivo, quindi, della comunicazione all’ENEA non si perde il diritto alla detrazione, a patto che si proceda alla stessa entro la scadenza della prima dichiarazione dei redditi utile alla detrazione stessa.
Detrazione Ecobonus 2025 solo in dichiarazione dei redditi
Il Decreto Legge 11 del 2023 ha bloccato, a partire dal 17 febbraio di quest’anno, la possibilità di fruire dei benefici dell’Ecobonus con lo sconto in fattura o con la cessione del credito. Questa possibilità resta in vigore, infatti, solo per chi aveva presentato entro il 16 febbraio 2023 la richiesta abilitativa all’esecuzione dei lavori.
L’unico modo per fruire dell’Ecobonus torna a essere la detrazione Irpef in dichiarazione dei redditi in 10 anni.
Come si portano in detrazione le spese di lavori di efficientamento energetico effettuati fruendo del’Ecobonus? La detrazione avviene dalla dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a quello in cui sono stati realizzati (e pagati) gli interventi in questione.
Se si utilizza la dichiarazione precompilata dovrebbero già essere state inserite in automatico le detrazioni spettanti dall’Agenzia delle Entrate. Se, invece, si utilizza il modello ordinario la detrazione va inserita:
- per il modello 730 nelle righe E61 e E62, all’interno della quarta sezione del Quadro E;
- per il modello Redditi Pf il totale delle spese sonostenute vanno indicate nella sezione I del quadro RP.
Ecobonus 2024
Per chi ha effettuato lavori di intervento agevolabili con l’Ecobonus 2024, restano ovviamente in vigore le percentuali di detrazione previste fino al 31 dicembre 2024 che sono:
- al 50% spetta per i seguenti lavori:
- interventi relativi alla sostituzione di finestre comprensive d’infissi;
- schermature solari;
- caldaie a biomassa;
- al 65% per i seguenti interventi:
- interventi di coibentazione dell’involucro opaco;
- pompe di calore;
- sistemi di building automation;
- collettori solari per produzione di acqua calda;
- scaldacqua a pompa di calore;
- generatori ibridi, cioè costituiti da una pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro;
- installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
Nel caso in cui l’intervento sia effettuato su parti comuni condominiali che non comportino modifiche volte a ridurre il rischio sismico o le comprendano, l’importo di detrazione Irpef varia dal 70% all’85%.
L’ecobonus va dal 70 all’85% per gli interventi di tipo condominiale. Attenzione: tale detrazione vale per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 con il limite di spesa di 40.000 euro moltiplicato per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA