La rottura tra Movimento 5 Stelle e Pd sembra insanabile, motivo per cui nell’area di centrosinistra potrebbero formarsi due alleanze: una più centrista e l’altra spostata a sinistra, alla Mélenchon.
Tra Movimento 5 “Stelle e Pd la rottura è praticamente definitiva. Dal Nazareno, dopo la caduta del governo Draghi causata dai grillini assieme a Lega e Forza Italia, la linea è chiara: in vista delle elezioni anticipate del 25 settembre bisogna portare avanti l’agenda del presidente del Consiglio dimissionario, senza chi ha “tradito l’Italia”.
Il segretario Enrico Letta, quindi, sembra aver archiviato l’idea del campo largo con i grillini, la sinistra e i liberal-democratici, chiedendo al suo partito di guardare a sé stesso e proporre un programma. L’idea è creare una base di proposte e poi chiedere a una serie di forze politiche se c’è aderenza o meno.
Centrosinistra spaccato contro la destra
Tra queste forze politiche i 5 Stelle sarebbero praticamente l’ultima scelta, poiché ritenuti colpevoli di aver voltato le spalle al Paese in un momento di emergenza. I pentastellati, allora, nonostante in queste ore si dicano ancora pronti a ricucire, potrebbero formare una loro coalizione alternativa al Pd.
Si formerebbero in questo modo due alleanze progressiste che sfiderebbero il centrodestra unito, partendo inevitabilmente sfavorite, stando agli ultimi sondaggi disponibili e vista la natura in parte maggioritaria dell’attuale legge elettorale.
La coalizione pro-Draghi
Fonti dem spiegano a Money.it che con un’agenda Draghi come programma elettorale è naturale guardare al nuovo movimento di Luigi Di Maio (a cui potrebbe aderire anche Beppe Sala), Azione e +Europa, tenendo dentro però anche la sinistra di LeU-Articolo 1 (guidata da Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani). Nel frattempo si cercherebbe di capire cosa faranno i fuoriusciti da Forza Italia, a partire dai ministri Renato Brunetta, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini (quest’ultima vicinissima ad entrare nel movimento di Carlo Calenda).
Il partito rimane invece freddo rispetto a una ritrovata alleanza con Italia Viva di Matteo Renzi, di cui la dirigenza, a partire da quel Letta che fu tradito nel 2014 dal senatore fiorentino, non si fida. Sondaggi alla mano, poi, Italia Viva vale appena il 2% e inserirla nell’alleanza rischia di allontanare LeU e parte stessa del Pd, creando più svantaggi che benefici in termini di risultato elettorale finale.
Il caos nel Movimento 5 Stelle
Lato 5 Stelle oggi Giuseppe Conte ha risposto al post social di Letta in cui si parlava di «Italia tradita» mostrando la foto di Draghi che saluta Palazzo Chigi.
«È vero, Enrico- ha spiegato il leader pentastellato- l’Italia è stata tradita quando in aula il presidente del Consiglio e il centrodestra, anziché cogliere l’occasione per approfondire l’agenda sociale presentata dal M5s, l’hanno respinta umiliando tutti gli italiani. ’L’agenda Draghi’ da voi invocata ha ben poco a che fare con i temi della giustizia sociale e della tutela ambientale».
Nel Movimento, in caso di rottura definitiva con il Pd, si va verso una nuova scissione: coloro che erano contrari allo sfilarsi dal governo Draghi e qualcuno tra chi resta fuori dalla ricandidatura per la regola dei due mandati potrebbero andar via e andare da Di Maio o nel Pd. Gli altri, invece, potrebbero convincere a tornare gli esuli di Alternativa c’è e Alessandro Di Battista.
Quest’ultimo, uscendo dal silenzio degli ultimi giorni, ha spiegato che sta ragionando se candidarsi, ma prima vuole “vedere cosa succede”, perché pensa che “molte cose che vengono dette dai politici a caldo, nei prossimi giorni verranno ritrattate”.
La possibile alleanza M5s-sinistra alla Mélenchon
Se il M5s tornasse verso le origini più movimentiste potrebbe accogliere l’appello di Potere al Popolo, Rifondazione comunista e Luigi de Magistris, che unendosi nella lista “Unione popolare” hanno chiesto a Conte di fare fronte comune.
Resta da capire cosa farà il nuovo cartello tra Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e i Verdi, da sempre all’opposizione del governo Draghi, ma contrari all’ipotesi di dividere il campo progressista in due. Una delle leader dell’alleanza, l’eurodeputata Eleonora Evi, ha spiegato a Money.it che i due partiti escludono di andare soli con il Movimento 5 Stelle, ma contemporaneamente ha attaccato la linea del segretario Letta. Se messi alle strette quindi, potrebbero scegliere l’eventuale alleanza alla Mélenchon con M5s e Unione popolare.
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