Per il giornale indipendente russo Novaya Gazeta Europe la metà dei voti ottenuti da Putin sarebbero falsi: possono essere ritenute valide le elezioni in Russia?
Le elezioni presidenziali in Russia potrebbero essere state una colossale frode elettorale, una delle più grandi mai realizzate finora. A sostenerlo è Novaya Gazeta Europe, un settimanale indipendente russo diretto da Dmitrij Andreevič Muratov, premio Nobel per la Pace nel 2021.
Vladimir Putin ha vinto le elezioni presidenziali che si sono tenute lo scorso fine settimana con l’88,5% dei voti, una percentuale che si fa fatica anche a definire come “bulgara”. Il presidente così rimarrà alla guida della Russia fino al 2030.
Una vittoria che ha un grande valore simbolico oltre che politico, un sorta di messaggio che Putin ha voluto mandare all’Occidente di come il popolo russo sia tutto dalla sua parte, un particolare non di poco conto vista la guerra mossa all’Ucraina ormai più di due anni fa.
La morte in circostanze misteriose del dissidente Alexey Navalny così non avrebbe avuto l’impatto sperato oltre i confini della Federazione, anche se non sono mancate manifestazioni di protesta ai seggi dove sono state arrestate oltre 70 persone.
Ma queste elezioni presidenziali in Russia possono essere considerate credibili? L’Unione europea non sembrerebbe avere dubbi tanto di aver spiegato che le “cosiddette ‘elezioni’ tenutesi anche nei territori temporaneamente (e illegalmente) occupati dell’Ucraina sono da considerarsi nulle e non valide”.
Elezioni Russia: i dubbi sulla vittoria di Putin
Sono pochi finora i Paesi che si sono complimentati con Vladimir Putin per la plebiscitaria vittoria ottenuta alle elezioni presidenziali in Russia. Tra di questi spiccano Cina e Corea del Nord, alleati di ferro di Mosca al pari dell’Iran.
I leader dei 27 Paesi dell’Unione europea invece, con una dichiarazione congiunta, hanno affermato che le elezioni in Russia si sono svolte in un “ambiente altamente represso ed esacerbato dalla guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina”.
Per Bruxelles così le elezioni in Russia sarebbero da considerarsi “nulle e non valide”, anche per il rifiuto di far partecipare gli osservatori internazionali dell’Osce.
Novaya Gazeta Europe invece ha lanciato accuse più dirette a Vladimir Putin, spiegando il perché circa la metà dei voti ottenuti dal presidente sarebbero da ritenersi falsi.
L’accusa al presidente russo su basa sui calcoli del matematico e analista indipendente Sergey Shpilkin. Ecco cosa scrive a riguardo l’Adnkronos.
Escludendo i voti con il sistema elettronico, i dati ufficiali riferiscono che 74,5 milioni di elettori si sono recati alle urne. Di questi, circa 64,7 milioni hanno votato per Putin, ma i calcoli di Shplikin indicano che almeno 31,6 milioni di questi voti sono stati falsificati. Per ricavare questi numeri, l’analista ha confrontato la distribuzione dei voti ottenuti dai candidati con l’affluenza alle urne in ogni seggio, in modo da capire quanti voti sono stati ‘aggiunti’ al vincitore.
Subito è arrivata la presa di posizione del Cremlino: “Se diciamo che le elezioni nel nostro Paese sono illegittime, allora probabilmente dovremmo dire che è illegittimo quell’87% della popolazione del nostro paese che ha espresso il suo voto per il presidente Putin. Questo è assurdo”.
Di queste elezioni in Russia probabilmente se ne parlerà ancora molto, ma l’unica cosa certa è che Putin adesso resterà in carica fino al 2030, eventi bellici permettendo.
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