«Eliminare Putin per fermare la guerra». La dichiarazione del capo della Diplomazia rompe il tabù. Cosa sta succedendo? Entriamo nel dettaglio.
«Putin è un bandito e un dittatore. Potremmo augurarci che sia eliminato fisicamente da una rivolta per fermare la guerra». È la dichiarazione choc del ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn alla radio pubblica 100.7.
Il politico è il primo a parlare apertamente di «eliminazione» del capo del Cremlino. Segnale che il responsabile della diplomazia lussemburghese non crede più nella diplomazia. Ma qual è esattamente la posizione di Asselborn? Entriamo nel dettaglio.
«Eliminare Putin», la dichiarazione del ministro Asselborn
Il ministro degli Esteri del Lussemburgo è il primo a parlare apertamente di «eliminazione di Putin» per fermare la guerra. Alla radio pubblica 100.7, Asselborn ha dichiarato: «Putin è un bandito e un dittatore. Potremmo augurarci che sia eliminato fisicamente da una rivolta per fermare la guerra».
E ha continuato: «Qualche settimana fa non avrei potuto immaginare che si fornissero armi a un paese in guerra. L’eliminazione di Putin sembra essere l’unica soluzione per porre fine al conflitto».
Poi però è arrivata la marcia indietro del ministro: Asselborn ha spiegato all’Afp di aver parlato impulsivamente subito dopo aver saputo che l’esercito russo stava bombardando i civili in Ucraina. Anche se Putin continuava a negare. «Mi dispiace davvero per la mancanza di informazione che arriva al popolo russo: se sapessero il reale numero di morti che hanno sulla coscienza scenderebbero in strada per rovesciare il Cremlino», ha spiegato Asselborn.
Nella notte, ancora bombardamenti sulle città ucraine. Da Kharkiv a Kiev. A Kharkiv sono state colpite almeno tre scuole e la cattedrale dell’Assunzione. Oggi, 3 marzo, riprendono i negoziati ma Zelensky in un videomessaggio ha avvertito: «Non rinunceremo a ciò che è nostro».
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Taglia da un milione di dollari su Putin
«Taglia da un milione di dollari su Vladimir Putin». A offrirla, un imprenditore russo residente negli Usa, Alex Konanykhin. Che in un post su Facebook ha affermato: «Prometto di ricompensare con un milione di dollari gli ufficiali che, nell’adempimento del loro dovere costituzionale, arresteranno Putin come criminale di guerra in base al diritto russo e internazionale».
Secondo Konanykhin «Putin non è il presidente, dal momento che è arrivato al potere come risultato di un’operazione speciale di esplosioni di condomini in Russia (in un riferimento a una serie di attentati avvenuti nel settembre del 1999 per i quali vennero accusati i separatisti ceceni, ndr), ha poi violato la Costituzione eliminando le libere elezioni e uccidendo i suoi oppositori».
E conclude: «Come cittadino russo di etnia russa, vedo come mio dovere morale facilitare la denazificazione della Russia. Continuerò la mia assistenza all’Ucraina nei suoi sforzi eroici per resistere all’assalto di Putin».
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