Elon Musk è di destra o di sinistra?

Luna Luciano

29 Settembre 2024 - 10:30

Elon Musk è di destra o di sinistra? L’imprenditore è stato spesso considerato un personaggio enigmatico: tra dichiarazioni controverse e alleanze discutibili ecco qual è la sua posizione politica.

Elon Musk è di destra o di sinistra?

Da imprenditore progressista a sostenitore dell’estrema destra? Elon Musk è certamente uno dei personaggi più controversi del nostro tempo, soprattutto in merito alle posizione che ha assunto da un punto di vista politico.

Se all’inizio del 2022 il fondatore di Tesla, SpaceX e Neuralink aveva concesso all’Ucraina l’accesso a ai terminali di Starlink, poco dopo l’inizio della guerra russo-ucraina aveva revocato i permessi.

Non solo. Sono numerosi gli episodi in cui l’imprenditore sudafricano ha assunto posizioni discutibili. Il suo allineamento politico è stato quindi oggetto di discussione, soprattutto negli ultimi anni.

Musk si è dichiarato più volte un libertario, con posizioni che spaziano dal sostegno alla libertà individuale alla critica delle regolamentazioni governative. Eppure, molti osservatori si chiedono se il suo impegno sia realmente neutrale o se, piuttosto, si stia avvicinando sempre di più alla destra conservatrice.

Non per ultima la sua decisione di partecipare a dicembre ad Atreju, la festa giovanile della destra italiana, dove ha condiviso il palco con la premier Giorgia Meloni., lanciando un monito sul pericolo dell’immigrazione “incontrollata”.

Dopo simili manifestazioni, è naturale quindi domandarsi se Musk sia realmente di destra o sinistra. Una domanda rilevante soprattutto dopo alcune sue dichiarazioni e scelte aziendali che sembrano rispecchiare un’inclinazione verso la destra, inclusi l’incontro con leader populisti e la sua battaglia contro la moderazione dei contenuti su piattaforme social.

A differenza di altri leader tecnologici, Musk mantiene una posizione ambigua e spesso polarizzante, sfruttando la sua visibilità per sostenere idee controverse. È quindi necessario analizzare il percorso politico di Musk e capire perché alcune sue recenti mosse potrebbero far pensare a una vicinanza agli ambienti della destra.

Elon Musk, qual è il suo percorso politico?

Storicamente, Elon Musk ha mantenuto un profilo politico ambiguo. Nato in Sudafrica, ha raccontato di aver vissuto in un clima segnato dalla segregazione razziale dell’apartheid, un sistema contro cui si è sempre dichiarato contrario.

Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti, Musk ha costruito il suo impero tecnologico puntando sull’innovazione e su una visione del futuro che ha suscitato l’ammirazione di molti. Tuttavia, con l’aumentare della sua visibilità, anche le sue scelte politiche sono diventate oggetto di scrutinio.

Negli ultimi anni, le posizioni di Musk hanno assunto un carattere sempre più pubblico, soprattutto in relazione a questioni come la pandemia di COVID-19, ammiccando agli ambienti no-vax, il cambiamento climatico e la regolamentazione delle piattaforme digitali.

Nonostante Musk sia stato un pioniere nel campo delle energie rinnovabili con Tesla, le sue critiche alle regolamentazioni governative sulle emissioni e alle misure sanitarie durante la pandemia lo hanno collocato in una posizione più vicina alla destra liberista, avvicinandosi alle posizioni politiche di Donald Trump, di cui sta finanziando l’ultima campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti, di Jair Bolsonaro, ex presidente brasiliano, di Narendra Modi, premier indiano, e di Giorgia Meloni.

Posizione che ha sollevato ulteriori domande sul suo reale orientamento politico. Sebbene Musk affermi di sostenere la libertà individuale e l’innovazione senza vincoli, le sue recenti alleanze con figure di destra hanno alimentato la percezione che sia sempre più orientato verso questa parte dello spettro politico.

Perché a Elon Musk fa comodo la propaganda di destra?

La vicinanza di Elon Musk alla destra politica, in realtà, non è casuale, ma sembra rispondere a una strategia ben precisa. Cerchiamo di capire quale.

In primo luogo, i governi di destra, specialmente quelli populisti, tendono a essere meno inclini a imporre regolamentazioni severe sulle grandi imprese e sull’innovazione tecnologica. Ciò è evidente nel suo rapporto con Donald Trump e Bolsonaro: i due leader politici hanno adottato, infatti, politiche che hanno favorito la deregolamentazione, il taglio delle tasse per le grandi aziende e un approccio più permissivo in materia di controllo ambientale. Per Musk, che guida aziende come Tesla e SpaceX, tali politiche offrono vantaggi significativi in termini di libertà operativa e riduzione dei costi, traendo da tutto ciò maggior profitti.

In secondo luogo, la retorica della destra che si oppone all’intervento governativo e difende la libertà di impresa risuona con la visione libertaria dell’imprenditore sudafricano, che vede l’innovazione come un campo dove lo Stato non dovrebbe intervenire. Questa posizione è emersa chiaramente anche dopo l’acquisizione dell’ex-Twitter (ora X), quando Musk ha smantellato molte delle regole di moderazione della piattaforma, lasciando maggiore spazio alla “libertà di parola”. In questo contesto, sostenere o almeno non contrastare la propaganda di destra gli consente di mantenere il controllo su una piattaforma potente, minimizzando l’interferenza normativa e consolidando il suo potere politico.

Infine, è importante sottolineare che l’immagine di outsider politico che Musk coltiva si allinea perfettamente con la retorica populista di destra. Questo tipo di narrazione rafforza la sua popolarità presso una base di sostenitori che vede in lui non solo un innovatore tecnologico, ma anche un simbolo di ribellione contro l’establishment.

Insomma, l’amicizia con Giorgia Meloni e altri personaggi politici discutibili del nostro tempo non è che un’altra occasione per Musk per trarre il maggior vantaggio economico possibile.

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