Niente da fare, l’emorragia continua: Wall Street, alert dall’indice della paura. Piazza Affari tramortita dalle vendite, banche KO e non sono le uniche.
Niente da fare, l’effetto dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sui mercati continua: gli investitori scaricano le azioni a ritmi record della storia, il fondo non si trova.
Wall Street lancia un nuovo SOS, con il Dow Jones che apre crollando di oltre 1.300 punti e l’indice S&P 500 che scivola nella fase del mercato orso.
Azionario globale al tappeto anche oggi, con l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo che ha riportato una perdita record, chiudendo la giornata di contrattazioni odierna, con un tonfo di ben il 7,83%, che lo ha portato a scivolare a 31.136,58 punti. Le vendite si sono accanite in modo violento anche su Hong Kong, vittima di un tonfo pari a - 13,74%, mentre la borsa di Shanghai è crollata di oltre il 7% e la borsa di Sidney è capitolata di oltre il 4%.
Collassa di nuovo anche il Ftse Mib di Piazza Affari, dopo aver chiuso la seduta di venerdì scorso massacrato da perdite che lo hanno portato a cadere del 6,5%, e ad azzerare così i guadagni che aveva incassato dall’inizio del 2025. Risultato: un crollo della sua capitalizzazione pari a 47 miliardi di euro circa. L’indice, dopo un tentativo fallito di risalire dai minimi, torna a crollare del 6% circa.
Attenzione al trend dello spread BTP-Bund a 10 anni, che ha segnato una decisa accelerazione nelle ultime sessioni, a causa dell’estrema avversione al rischio che ha portato gli investitori a rifugiarsi sugli asset considerati più sicuri come i Bund rispetto a quelli più rischiosi come i BTP.
L’accelerazione è continuata anche stamattina, portando lo spread ad accelerare di oltre il 7%, fino a sfondare la soglia psicologica dei 130 punti base.
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Nuovo massacro sull’azionario globale. Gli alert sull’effetto dazi Trump si sprecano
Azionario globale ancora KO oggi, lunedì 7 aprile 2025, dopo la raffica di vendite che si è già abbattuta sui mercati di tutto il mondo nelle sedute di giovedì e venerdì scorso, a seguito dello schiaffo che il presidente americano Donald Trump ha sferrato contro più di 180 Paesi al mondo, partner commerciali degli Stati Uniti.
Wall Street, Dow Jones crolla di più di 1.300 punti, S&P in mercato orso, alert indice della paura VIX
Wall Street avvia la giornata di contrattazioni di oggi, lunedì 7 aprile 2025, tornando a crollare, come anticipato d’altronde dal trend dei futures sui principali indici azionari USA.
Pochi minuti dopo l’inizio della sessione, il Dow Jones scivola di più di 1.300 punti, (-3,5%), a quota 37.014,09 punti, mentre lo S&P 500 segna un tonfo del 3,85%, a 4.878,67 punti, entrando ufficialmente nella fase del mercato orso.
Molto male anche il Nasdaq, che collassa di oltre il 4%, a 14.924 punti circa. Forti vendite assalgono anche il Russell 2000, in ritirata del 4,4% circa a quota 1.827 punti circa.
L’indice della paura - così come è noto il CBOE Volatility Index o anche VIX, schizza ulteriormente, balzando di oltre il 15%, a oltre 52 punti.
Bitcoin affonda sotto quota $77.000, Ether -8%. A picco anche Dogecoin e XRP
L’avversione al rischio penalizza ancora il Bitcoin e le altre criptovalute. I prezzi del Bitcoin scivolano del 3,57% attorno a quota $76.615, mentre l’Ether crolla di oltre l’8%, a $1481,50 circa. A picco il Dogecoin (oltre -9%, a $0,14) e l’XRP (-11,40%), a $1,77).
Petrolio, WTI buca la soglia di $60, ai minimi dal 2021 con paura recessione
Focus anche sui prezzi del petrolio, che rimangono sotto pressione, scontando il maggior rischio di una recessione nel mondo e negli Stati Uniti che i mercati stanno prezzando, sulla scia dei dazi che sono stati annunciati la scorsa settimana da Donald Trump.
Il contratto sul WTI scambiato sul Nymex di New York ha bucato anche la soglia dei $60 al barile, precipitando ai minimi dal 2021.
Ora i prezzi hanno riagguantato la soglia, viaggiando in calo del 2,27%, a $60,58 al barile. Male anche il Brent, che perde il 2% circa, a $64,25.
A Wall Street futures dimezzano le perdite dai minimi delle ultime ore
A due ore circa dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, i futures sui principali indici azionari USA dimezzano le perdite accusate nelle ore precedenti.
I futures sul Dow Jones Industrial Average perdono 700 punti circa (-1,80%), mentre i futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq Composite arretrano rispettivamente dell’1,98% e del 2,25%.
Occhio allo S&P 500 che, nella sessione di venerdì scorso, ha chiuso la giornata di contrattazioni a un livello inferiore del 17,4% rispetto al valore di chiusura record testato a febbraio e che, di conseguenza, rischia di capitolare anch’esso, come ha già fatto l’indice Nasdaq Composite, in una condizione di mercato orso.
Occhio intanto alle dichiarazioni rilasciate in una intervista concessa alla CBS dal segretario al Commercio USA Howard Lutnick, che ha affermato che l’applicazione dei dazi non sarà posticipata. “I dazi stanno arrivando... e sicuramente rimarranno attivi per giorni e settimane”.
Ftse Mib -6%. Titoli peggiori Interpump con -9%, Iveco, Azimut, Moncler. Banche italiane ancora in profondo rosso
Alla metà della giornata di contrattazioni a Piazza Affari e in Europa, il Ftse Mib rimane ancora sotto forte pressione, registrando un crollo del 6,27% circa, a quota 32.477,76 punti.
Tra i titoli peggiori si segnalano Interpump (-9%), Iveco Group (-8,6%), Azimut (-8,4%), Moncler (-8%).
Rimangono sotto forte pressione i titoli delle banche italiane: MPS-Monte dei Paschi di Siena capitola del 7,5%, UniCredit scivola del 5,6%, BPER -6,75%, Banco BPM -7%, Intesa SanPaolo -6,74%. Nessun titolo quotato sul Ftse Mib riporta un trend positivo.
Nuovo massacro a Piazza Affari, Ftse Mib -6%. Leonardo -9,5%, Banco BPM -8,6%, MPS -7,6%
Massacro a Piazza Affari. Dopo più di un’ora dall’inizio della giornata di contrattazioni della borsa di Milano, il Ftse Mib riduce lievemente le perdite, dopo essere affondato di nuovo di oltre il 6%, come accaduto venerdì scorso.
Nessuna azione scambiata sull’indice benchmark è positiva. Tra i tonfi peggiori, quelli delle azioni Leonardo (-9,5%), Banco BPM (-8,6%), MPS (-7,6%), Iveco (-7% circa). Sell scatenati colpiscono ancora UniCredit, -6%.
L’indice Ftse Mib ha faticato anche ad aprire la sessione, con diversi titoli che in avvio di seduta non sono riusciti neanche a fare prezzo.
A picco anche le altre borse europee, con il Dax di Francoforte che affonda anch’esso del 6%, mentre il Cac di Parigi crolla del 5,7%.
L’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx 600, perde il 5,5% circa a 468,14 punti.
Prezzi petrolio in calo di oltre il 2,5%
La paura per l’avvento di una recessione nel mondo continua a deprimere i prezzi del petrolio. Il Brent cede il 2,7% circa a quota $63,92 al barile, mentre il WTI fa -2,6% a $60,35 al barile.
Oro in recupero dopo minimi in più di tre settimane
Prezzi dell’oro in recupero dopo essere scivolati anch’essi a seguito dell’allarme scattato sui mercati dopo l’annuncio sui dazi contro tutto il mondo arrivato dal presidente americano Donald Trump mercoledì scorso, 2 aprile 2025.
Dopo essere capitolati al minimo in più di tre settimane, i futures sull’oro con scadenza a giugno salgono dello 0,40%, a $3.047 circa l’oncia.
Germania: produzione industriale cala più delle attese a febbraio
Brutto dato macro dalla Germania. Nel mese di febbraio la produzione industriale tedesca è scesa dell’1,3%, più della flessione dello 0,8% stimata dal consensus degli analisti. Il ribasso si è tuttavia smorzato, dopo il calo del 2% del mese precedente.
Forex, acquisti su euro e yen, dollaro va giù
Sul mercato del forex, il rapporto euro-dollaro sale di mezzo punto percentuale circa, a quota $1,1007.
Il dollaro perde terreno anche nei confronti dello yen, con il cambio USD-JPY in calo dello 0,70%, a quota JPY 145,88.
Avversione al rischio continua a premiare i Treasury. Crollo rendimenti
Il clima di forte avversione al rischio continua a portare gli investitori a rifugiarsi nei titoli di Stato americani, i Treasury.
Il risultato è che va avanti il crollo dei rendimenti, con quelli decennali che scendono fino al 3,917%.
Donald Trump commenta crollo Wall Street
Per ora il crollo di Wall Street è, per Donald Trump, una cura necessaria. Lo ha detto lui stesso, nella serata americana della giornata di ieri: “Non voglio che niente vada giù, ma a volte bisogna prendere una medicina per risolvere qualcosa. Abbiamo un deficit con la Cina di un trilione di dollari, centinaia di miliardi di dollari che perdiamo ogni anno con la Cina. E, a meno che questo problema non venga risolto, non farò nessun accordo ”, ha detto il Presidente americano.
Attenzione all’indice della paura, valori da mercato orso
Occhio alle indicazioni che arrivano dal cosiddetto indice della paura, ovvero dal CBOE Volatility Index, che venerdì scorso ha chiuso a quota 45 punti, valore considerato estremo che, di norma, si presenta nelle fasi di mercato orso.
L’alert di Goldman Sachs nella nota “Countdown to Recession”
La divisione di ricerca di Goldman Sachs ha pubblicato una nuova analisi sull’effetto che i dazi imposti dalla presidenza americana di Donald Trump avranno sull’economia degli Stati Uniti.
Nella nota “Countdown to Recession”, gli analisti del colosso di Wall Street hanno scritto di ritenere che la probabilità di una recessione negli States sia aumentata al 45%, rispetto a quella del 35% che era stata annunciata appena pochi giorni fa.
Goldman Sachs ha rivisto al ribasso l’outlook per la crescita del PIL USA prevedendo per il quarto trimestre del 2025 una crescita pari ad appena lo 0,5%.
Collasso mercati continua, a Piazza Affari focus sulle banche
Nessun tentativo neanche flebile di ripresa da parte dell’azionario made in USA, dopo il collasso peggiore in un due sessioni dalla settimana tra le più drammatiche della crisi finanziaria del 2008 innescata dal crac di Lehman Brothers.
La profezia di JPMorgan “There will be Blood” si è già fatta realtà a Wall Street.
Trilioni di dollari di capitalizzazione andati in fumo a Wall Street e sui mercati azionari globali.
Occhio in particolare al trend dell’indice benchmark della borsa USA S&P 500 che era schizzato a un nuovo valore record nella sessione del 19 febbraio, scorso, portando la capitalizzazione a balzare a $52,05 trilioni.
Da allora, il valore di mercato dello S&P 500 è crollato del 17,4%, ai $42,99 trilioni attuali.
La capitalizzazione totale di Wall Street, a seguito della recente raffica di vendite che si è abbattuta sull’azionario USA nelle ultime settimane, è scesa ai $48,91 trilioni dai precedenti $59,73 trilioni testati il 19 febbraio scorso.
Le vendite a livelli record si sono abbattute sull’indice e su Wall Street in generale, a partire dalla seduta di giovedì scorso 3 aprile, dopo il grande annuncio sui dazi da parte di Donald Trump nel cosiddetto “Liberation Day”, così come lo ha definito lo stesso presidente degli Stati Uniti.
Il Dow Jones è collassato quel giorno di oltre 1.600 punti, a fronte di un presidente Trump che ha pronosticato l’avvento di un’età dell’oro per l’economia americana, profetizzando anche un futuro boom per i mercati.
KO anche per gli indici S&P 500 e Nasdaq. Il risultato è che, nell’arco di appena due sessioni, la capitalizzazione dello S&P 500 ha perso ben $5,06 trilioni, o il 10,5% rispetto al valore di mercato della sessione di mercoledì 2 aprile 2025.
Il panico ha travolto tutto l’azionario mondiale e tutti i settori: in evidenza sul Ftse Mib di Piazza Affari le azioni delle banche italiane, che continuano ad andare a picco anche nella sessione odierna, temendo lo scenario di tagli dei tassi dell’area euro più aggressivi da parte della BCE di Christine Lagarde, nel bel mezzo di una nuova fase di recessione per il PIL del blocco.
Fuga dalle azioni di tutte le Big del settore bancario italiano, fattore che ha reso il Ftse Mib di Piazza Affari il listino azionario peggiore di tutte le borse europee, complice la forte incidenza dei titoli delle banche sulla borsa di Milano.
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