Miliardi per le armi, ritorno della leva obbligatoria e costruzione di rifugi sotterranei: l’Europa teme una guerra con la Russia e si starebbe preparando a un’escalation.
Da oltre due anni stiamo assistendo a una guerra nel cuore dell’Europa, con la Russia che ha deciso di invadere l’Ucraina e - al momento - controlla circa il 20% del territorio ucraino compresa la Crimea che è stata annessa de facto nel 2014.
Si tratta di una guerra durissima e che finora avrebbe provocato qualcosa come 500.000 morti e feriti in entrambi gli schieramenti. Un conflitto che ci ha riportato in dietro di un secolo, fatto di trincee e di mesi di sanguinosi combattimenti per avanzare anche solo di qualche chilometro.
Fin dal primo momento l’Occidente si è schierato al fianco dell’Ucraina, fornendo armi e aiuti finanziari a Kiev oltre a cercare di colpire dal punto di vista economico la Russia con una serie di pacchetti di sanzioni che, come dimostrano i recenti dati, hanno colpito però più l’Europa che Mosca per una sorta di effetto boomerang.
Al tempo stesso, molto si è parlato di uno scontro diretto tra la Nato e la Russia che, inevitabilmente, andrebbe a generare una terza guerra mondiale potenzialmente nucleare. Dal 24 febbraio 2022 di conseguenza viviamo con la spada di Damocle di un Armageddon che penzola sopra il capo del Vecchio Continente.
Lo spettro apocalittico di una guerra nucleare però anche questa volta sembrerebbe aver svolto il suo lavoro di deterrenza, ma di recente sia l’Eliseo sia il Pentagono non hanno escluso l’invio di proprie truppe per sostenere l’Ucraina.
Senza una svolta la Russia infatti sarebbe sul punto di vincere questa guerra, con le coriacee truppe ucraine che presto potrebbero collassare sul fronte orientale spianando la strada che porta a Odessa o Kiev alle forze russe.
Da qui l’ipotesi di inviare soldati per impedire una vittoria della Russia, con l’Europa che adesso ha paura di un’escalation dopo aver trascurato per decenni il suo apparato difensivo senza contare gli arsenali ora quasi vuoti a forza di pacchetti di aiuti per l’Ucraina.
Come l’Europa si sta preparando a una guerra con la Russia
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha generato una corsa alle armi in tutto il mondo; anche l’Italia ha rinnovato il suo impegno a raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil per le spese militari, ma causa ristrettezze di bilancio l’asticella verrà raggiunta in maniera graduale.
Nel 2022 a livello mondiale la spesa per le armi è aumentata del 3,7% per un totale di 2.240 miliardi di dollari: nel 2018 la spesa era stata invece di 1.739 miliardi di dollari, con la cifra che con ogni probabilità è aumentata ulteriormente nel 2023.
La corsa agli armamenti è stata definita dagli storici come una delle cause della Prima Guerra Mondiale, per quello che è stato definito come il “paradosso della sicurezza”: il nemico si arma così mi armo anch’io, incanalandosi così inconsapevolmente verso un conflitto.
Per combattere una guerra oltre alle armi però servono anche gli uomini. Il conflitto in Ucraina ci sta insegnando che, oltre a droni e altre diavolerie tecnologiche, è sempre la fanteria a giocare un ruolo di primo piano.
La Danimarca così starebbe pensando alla leva obbligatoria anche per le donne, la Germania è pronta alla leva semi obbligatoria mentre la Francia starebbe per alzare l’età dei riservisti.
In Italia invece il ministro della Difesa Guido Crosetto vorrebbe 10.000 riservisti pronti alla guerra, mentre il collega di governo Matteo Salvini ogni tanto rilancia l’idea della leva obbligatoria soprattutto per cercare di acchiappare qualche voto tra l’elettorato più agée.
Infine ci sono le istruzioni per i civili. In Polonia sono stati stanziati 30 milioni per la costruzioni di bunker e la ristrutturazione di quelli già esistenti, con tanto di opuscolo distribuito alla popolazione su cosa fare in caso di una guerra.
Qualcosa di simile è stato realizzato anche da noi, con la Protezione Civile che ha messo a punto un piano di sicurezza in caso di un attacco nucleare, con tanto di scorte di compresse di iodio.
Insomma tutto farebbe pensare a un’Europa che si starebbe preparando a una guerra con la Russia, visto che l’ultimo tabù rimasto sarebbe solo quello di dare il via a un’azione diplomatica per trattare un cessate il fuoco con Vladimir Putin.
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