Le elezioni europee si avvicinano ma in ballo non c’è soltanto il decidere chi ci rappresenterà a Bruxelles: il voto può essere decisivo anche per le sorti del governo Lega-Movimento 5 Stelle.
"Lo fanno solo per i bambini”. Questa è la frase che spesso si sente quando c’è una coppia che, per preservare lo stato d’animo dei figli ma anche le apparenze, continua a vivere sotto lo stesso tetto anche se ormai l’amore è finito.
Tra Lega e Movimento 5 Stelle la situazione non sembrerebbe essere molto diversa, anche se tra i due partiti a dire il vero si può dire che ci sia stata soltanto una reciproca infatuazione iniziale dettata da motivi di comodo.
Fatto sta che dopo neanche un anno dalla nascita del governo del cambiamento, leghisti e pentastellati già non si sopportano più con le diatribe che, da interne, sono diventate adesso di pubblico dominio.
Il momento delle elezioni europee di fine maggio potrebbe quindi rappresentare una sorta di spartiacque per il governo carioca: nonostante le rassicurazioni di rito, la poltrona del premier Giuseppe Conte vacilla sempre di più, anche se è molto improbabile che ci sarà a breve un nuovo voto anche per le politiche.
Elezioni europee: cosa può succedere al governo?
Rispetto alle elezioni politiche del marzo 2018 la situazione sembrerebbe essere ben diversa. Tutti i sondaggi infatti danno la Lega nettamente avanti e primo partito per distacco, con il Movimento 5 Stelle in forte calo e quasi appaiato al Partito Democratico.
Una nuova situazione che, se confermata dai voti reali delle elezioni europee, potrebbe portare a un cambiamento nei rapporti di forza all’interno del governo gialloverde, con il carroccio pronto a recriminare maggior peso.
Questo scenario di conseguenza, se confermato, andrebbe a provocare dopo le europee un probabile rimpasto di governo, con la Lega pronta a recriminare per sé altri ministeri e altre nomine ritenute strategiche.
Questo però significherebbe un prosieguo dell’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle. La cosa non è affatto scontata, visto che i due partiti ormai sono ai ferri corti tanto che molti provvedimenti annunciati nelle scorse settimane sono ancora fermi al palo.
C’è da considerare poi la drammatica situazione economica del paese. Andare avanti significherebbe in autunno mettere la propria firma o sull’aumento dell’Iva oppure su una manovra “lacrime e sangue”.
Per due partiti in perenne campagna elettorale non sarebbe il miglior spot possibile, anche se governare vuol dire prendersi responsabilità altrimenti non avrebbe senso questa continua caccia al voto.
Se queste elezioni europee dovessero decretare una vittoria schiacciante della Lega, Matteo Salvini potrebbe decidere anche di staccare la spina al governo Conte. Difficile però nel caso che possa nascere un nuovo esecutivo di centrodestra.
Questo infatti per il vicepremier implicherebbe mettersi di nuovo nelle mani di Silvio Berlusconi, oltre al fatto di dover affrontare senza il paracadute dei grillini il fardello della sterilizzazione delle cause di salvaguardia.
Le opzioni quindi sarebbero o un governo tecnico, in stile quello guidato da Mario Monti, che senza troppi giri di parole si prenda la briga di stringere la cinghia per rimediare alla sciatteria economica dei gialloverdi, oppure delle elezioni anticipate.
Anche per il voto a breve la strada però è in salita. In teoria sarebbe la soluzione più logica, ma quanti tra i vari peones che vivacchiano nella bambagia parlamentare sarebbero disposti a tornare a casa dopo poco più di un anno?
Le esigenze di cadrega spesso sono più forti di quelle del paese, basti pensare al governo Gentiloni che ha vivacchiato per oltre un anno garantendo così ai tanti neo eletti il raggiungimento dei termini per la pensione parlamentare.
Queste elezioni europee comunque saranno ugualmente una sorta di momento chiave: Lega e Movimento 5 Stelle non possono far cadere il governo in piena campagna elettorale, ma dopo il 26 maggio tutto può accadere.
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