Fed, la “finta” sui tassi per non far affondare Wall Street? Nuovo attacco di Trump VS Powell

Laura Naka Antonelli

20/03/2025

Il presidente americano Donald Trump torna a strigliare Powell per non avere tagliato i tassi. Ma per qualche analista la Fed è stata fin troppo dovish.

Fed, la “finta” sui tassi per non far affondare Wall Street? Nuovo attacco di Trump VS Powell

Nel Day After il Fed Day, i dubbi degli analisti sono molti: com’è possibile che, con l’impatto inflazionistico che i dazi di Donald Trump avranno sull’economia degli Stati Uniti, il nuovo dot plot della Banca centrale americana metta tuttora in conto due tagli dei tassi nel corso del 2025, come a dicembre?

Quel dot plot è stato confermato da Powell per salvare per caso Wall Street dove più volte, nelle ultime settimane, è esploso il panico recessione? Nel frattempo, non poteva mancare l’ennesima strigliata via social del presidente americano al timoniere della Federal Reserve, colpevole di non aver tagliato i tassi sui fed funds USA, tra l’altro per la seconda volta dall’inizio del 2025 e per la seconda volta da quando Trump è salito alla Casa Bianca.

Ieri, mercoledì 19 marzo 2025 il FOMC, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, ha annunciato di aver lasciato i tassi sui fed funds USA fermi al range compreso tra il 4,25% e il 4,5% per la seconda volta consecutiva, dopo le tre sforbiciate annunciate a partire dal settembre del 2024 fino al mese di dicembre.

Tassi Fed fermi, Trump VS Powell. Il presidente entusiasta per il Giorno della Liberazione del 2 aprile

La Fed farebbe MOLTO meglio a tagliare i tassi, visto che i dazi USA inizieranno a produrre i loro effetti sull’economia” - ha tuonato Trump con un post pubblicato sul social Truth Social - “Faccia la cosa giusta. Il 2 aprile sarà il giorno della liberazione in America!!!”.

Il presidente degli Stati Uniti si è riferito alla data, che lui stesso ha già ribattezzato Giorno della Liberazione, in cui, stando a quanto ha promesso al popolo americano, scatteranno i dazi “reciproci”, che la sua “America First” imporrà contro diverse economie, Unione europea inclusa. Giorno della Liberazione in quanto, come ha spiegato sempre Trump dal social, gli Stati Uniti inizieranno a riprendersi “una parte dell’enorme ricchezza che ci è stata sottratta a causa dei tanti politici deboli, incompetenti e forse persino disonesti che ci hanno rappresentato in passato”.

L’intenzione di imporre questi dazi reciproci è stata rimarcata proprio ieri dalla Casa Bianca, che ha confermato che, a partire da quella data, a dispetto di quanto affermato di recente dal segretario al Tesoro USA Scott Bessent, che aveva parlato della possibilità di posticipare la loro attivazione, le tariffe colpiranno i partner commerciali degli USA. “L’intento è di imporre i dazi il 2 aprile”, ha confermato l’amministrazione Trump.

Nel frattempo, gli attacchi di Trump contro Powell, a cui in realtà Wall Street è ormai abituata, risultano per l’ennesima volta a dir poco bizzarri visto che, se la Fed ha interrotto il ciclo dei tagli dei tassi, è stato proprio per il timore che i dazi decisi dal presidente americano finiscano per riaccendere un’inflazione che, negli Stati Uniti, è ancora troppo alta rispetto al target della banca centrale (sebbene nell’ultimo periodo siano arrivati dati meno allarmanti).

Dot plot conferma 2 tagli tassi in 2025, il grande dubbio: Fed troppo dovish?

Tra l’altro, secondo qualche esperto, nel confermare il dot plot dello scorso dicembre, il FOMC, braccio di politica monetaria della Fed, sarebbe stato tra l’altro anche fin troppo dovish: “Continuiamo a pensare che i funzionari della Fed stiano sottovalutando l’intensità con cui i dazi probabilmente faranno salire l’inflazione”, hanno scritto ieri, in una nota diramata immediatamente dopo l’annuncio sui tassi da parte della Fed, gli analisti di Capital Economics, nell’apprendere il nuovo dot plot, praticamente la fotocopia del vecchio.

Durante la conferenza stampa seguita all’annuncio sui tassi, Powell ha perfino utilizzato un aggettivo che ha stupito, e non poco, la comunità degli analisti. Il banchiere centrale ha infatti affermato che le possibili conseguenze dei dazi di Trump sull’inflazione potrebbero essere addirittura “transitorie”.

A guardar bene, inoltre, se è vero che anche l’ultimo dot plot prevede in media due tagli dei tassi di interesse nel 2025 da parte dalla Fed, il messaggio risulta in ogni caso più hawkish rispetto a quello di dicembre, quando soltanto un esponente del FOMC aveva riferito di prevedere tassi invariati nel corso di quest’anno.

Nel dot plot attuale, il numero dei membri del braccio di politica monetaria che prevedono tassi fermi nel 2025 è salito a ben quattro.

Ieri, al termine della giornata di contrattazioni di Wall Street, i tre principali indici azionari hanno chiuso la seduta in solido rialzo, con gli investitori che hanno brindato alla prospettiva sui tassi nel 2025 annunciata con la pubblicazione del dot plot.

Il Dow Jones ha terminato la sessione con uno scatto superiore ai 380 punti (+0,92%), a quota 41.964,63 punti. Il Nasdaq Composite è balzato dell’1,41%, a 17.750,79 punti, mentre lo S&P 500 ha riportato un progresso pari a +1,08%, a 5.675,29 punti. La borsa USA ha guardato con favore anche alla decisione di Powell di mettere un freno al piano QT, ergo Quantitative Tightening, almeno fino a quando la Casa Bianca non uscirà dall’impasse del tetto sul debito. A partire dal prossimo 1° aprile la Fed lascerà scadere senza rimpiazzarli Treasury USA per un valore di $5 miliardi, rispetto al cap degli ultimi mesi, pari a $25 miliardi.

Di fatto, più che essere di nuovo arrabbiato con Powell, forse Trump dovrebbe ringraziarlo.

Così come anche Wall Street: molti analisti avevano infatti paventato il peggio per l’azionario americano, già reduce dai massacri della scorsa settimana - che hanno fatto scivolare il Nasdaq e lo S&P 500 in fase di correzione - che avevano visto protagonista anche una sessione in stile Black Monday affermando che un forte nuovo scossone avrebbe potuto colpire la borsa americana nel caso in cui il dot plot avesse confermato la view di un numero inferiore di tagli, nel corso dell’anno o, addirittura e come è stato d’altronde a partire dall’inizio del 2025, un nulla di fatto.

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