Fed sotto attacco: Musk regista della presidenza Trump ne chiede la fine? Lo slogan #EndTheFed

Laura Naka Antonelli

11/11/2024

Indipendenza della Fed in pericolo: il commento di Elon Musk e l’appello #EndTheFed. Cosa farà il presidente eletto Donald Trump?

Fed sotto attacco: Musk regista della presidenza Trump ne chiede la fine? Lo slogan #EndTheFed

L’indipendenza della Fed è chiaramente in pericolo: con la presidenza USA di Donald Trump, che sarà diretta molto probabilmente dal “registaElon Musk, l’attacco alla banca centrale americana è già iniziato.

In risposta al commento del senatore repubblicano dello Utah Mike Lee, che su X ha scritto che sarebbe il caso di porre la Fed sotto il controllo diretto del presidente degli Stati Uniti, il tycoon Elon Musk ha risposto mostrando il suo pieno consenso, pubblicando sulla piattaforma social l’emoji “100”.

Il senatore aveva accompagnato il suo commento sulla Fed con l’hashtag #EndtheFed.

Non una vera e propria sorpresa per i mercati, visto che il numero uno di Tesla, SpaceX e proprietario di X ex Twitter ha lanciato in passato più di un affondo contro le decisioni di politica monetaria prese dalla banca centrale USA, soprattutto negli anni in cui la Fed, guidata al momento dal presidente Jerome Powell, è stata costretta ad alzare ripetutamente i tassi per arginare un’inflazione fuori controllo.

Va ricordato che la Federal Reserve persegue un doppio mandato: quello di assicurare la stabilità dei prezzi negli Stati Uniti ma anche la piena occupazione (la BCE di Christine Lagarde deve invece garantire in primis la stabilità dei prezzi in Eurozona, fattore che ha fatto infuriare più di una volta diversi politici europei, soprattutto di recente, come è emerso dagli appelli lanciati in più di una occasione dagli esponenti del governo Meloni).

Più di una volta, nel corso degli anni e ancora di più durante la campagna elettorale lanciata per le Elezioni USA, il presidente eletto Donald Trump si è messo in evidenza con aspre critiche rivolte alla Federal Reserve.

L’accusa, così come nel caso dei politici italiani, è stata la stessa: non dare, secondo Trump, sufficiente impulso ai fondamentali dell’economia in questo caso made in USA, ovvero continuare a lasciare i tassi di interesse a livelli troppo elevati.

Lo scorso agosto, nel corso di una conferenza stampa indetta nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, Trump aveva detto di ritenere che il presidente degli Stati Uniti dovesse avere almeno una voce in capitolo nella politica monetaria della banca centrale americana: “Ho fatto un sacco di soldi, ho avuto molto successo e credo di avere, in molti casi, un istinto migliore di chi sarebbe lì nella Federal Reserve o del presidente”. E tuttavia, ironia della sorte, proprio la politica fiscale che Trump ha intenzione di varare per fare da assist alla crescita del PIL USA, potrebbe secondo diversi analisti, impedire alla Fed di Jerome Powell di tagliare ulteriormente i tassi sui fed funds.

Finora, va ricordato, l’istituzione ha provveduto a due tagli nel corso del 2024, dopo le continue strette monetarie del 2022-2023 lanciate per rimettere in riga la crescita dell’inflazione degli Stati Uniti.

Ma, dopo la vittoria di Trump, c’è chi ha paventato la persistenza della narrativa riassunta nell’espressione “rates higher for longer”, ovvero tassi più alti per un periodo di tempo più lungo, motivando la previsione con le scelte di politica economica che il tycoon repubblicano, una volta insediatosi alla Casa Bianca, molto probabilmente annuncerà, facendo seguire i fatti alle parole proferite durante la campagna elettorale: una politica incentrata soprattutto sui tagli delle tasse e sugli incentivi a favore dell’industria USA, che avrebbe l’effetto di rinvigorire ulteriormente il PIL ma, di pari passo, di riaccendere anche l’inflazione.

Dal canto suo, nell’ultima riunione del FOMC, il braccio di politica monetaria della Fed, che si è conclusa con un nuovo taglio dei tassi da parte della banca centrale, Jerome Powell è stato piuttosto chiaro su quella che sarebbe la sua reazione, nel caso in cui il presidente eletto Donald Trump gli chiedesse di lasciare lo scranno più alto della Banca centrale USA.

Bisogna vedere se a questo punto i nervi di Powell rimarranno saldi anche a fronte degli attacchi che innegabilmente arriveranno ora non solo da Trump, ma anche da Elon Musk, che diverse volte in questi ultimi anni ha criticato la Fed: tra le ultime note, quella di agosto quando, poco prima che Powell annunciasse il taglio dei tassi di 50 punti base, ha definito la banca centrale “stupida” (foolish) senza farsi tanti problemi, accusandola di non avere ancora annunciato la prima sforbiciata del 2024.

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