Le frasi sul Natale che possono integrare dei reati: ecco quali sono, perché e a cosa fare attenzione per evitare le denunce.
Di frasi sul Natale se ne usano tante in questo periodo, non soltanto oggi che è il vero e proprio giorno di festa. Anche in un’occasione di solito festosa e gioiosa, però, qualche parola di troppo potrebbe rovinare tutto. Alcune frasi possono perfino integrare un reato e dunque il rischio di denuncia.
Naturalmente, è difficile che un banale augurio di Natale possa in qualche modo violare la legge. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli illeciti correlati alle frasi natalizie presuppongono una certa consapevolezza e volontà in chi le pronuncia. Ecco quali sono i casi più rilevanti, anche secondo la giurisprudenza.
Auguri di Natale
Le polemiche sugli auguri di Natale si ripropongono quasi identiche ogni anno e sono sempre di più le persone che si lamentano perché “non si può più dire niente”. In effetti, negli anni ci sono state alcune vicende che hanno fatto un po’ sorridere, tra cui le regole dell’Unione Europea sulla comunicazione inclusiva che vietavano di dire “Buon Natale”, ma sono state presto ritirate.
Quest’anno, ad esempio, pare che l’istituto universitario di Fiesole abbia abolito questa dicitura. Chiaramente, l’inclusione è un obbiettivo che andrebbe perseguito anche in queste piccole cose, ma per gli auguri di Natale il problema riguarda principalmente chi si rivolge a platee molto vaste. Basterebbe un po’ di accortezza nel parlare, anche se gli auguri non sono in ogni caso un’offesa, tanto che non sono mai illegali.
Questo perché l’Italia è uno stato laico, in cui ogni religione e professione del culto è permessa nei nei limiti della legge. Attenzione, però, se si viaggia, perché non tutti i paesi sono tolleranti su questa festività. Ad esempio, in Corea del Nord è reato festeggiare il Natale ed è vietato anche in alcuni paesi musulmani, come l’Arabia Saudita, il Brunei, la Somalia e l’Afghanistan.
Passerai un brutto Natale
Dire a qualcuno che passerà un brutto Natale non nasconde affatto l’intento poco simpatico di questa affermazione, che può risultare una minaccia a tutti gli effetti. La minaccia è un reato punito dall’articolo 612 del Codice penale con la multa fino a 1.032 euro (e la reclusione in caso di aggravanti).
La minaccia può anche essere implicita, proprio come potrebbe essere la frase citata. Il danno ingiusto, presupposto del reato di minaccia, secondo la giurisprudenza è integrato dal fatto che il momento di norma gioioso del Natale si può trasformare in sofferenza.
Ovviamente, la minaccia deve essere contestualizzata a una scontentezza di chi la pronuncia e non essere frutto di uno scherzo tra ambo le parti. A seconda del contesto, la minaccia di passare un brutto Natale può integrare diversi reati, tra cui soprattutto l’estorsione quando il fine è un’azione della vittima.
Non meriti i regali di Babbo Natale
La storia di Babbo Natale è conosciuta in tutto il mondo, i regali ricevuti il 25 dicembre sono strettamente legati al comportamento del bambino durante l’anno. Così, dire a qualcuno che non riceverà regali da Babbo Natale è un modo indiretto ma altamente comprensibile per dirgli che non se li merita, che “non ha fatto il bravo”.
Ecco, attenzione a fare affermazioni di questo genere in pubblico, perché così facendo si offende la reputazione della vittima e si rischia una denuncia. Ad esempio, la sentenza n. 42653/2010 della Corte di Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione a un uomo che aveva screditato pubblicamente la vittima con un volantino (con diverse frasi offensive) con l’intento di metterla in ridicolo.
Babbo Natale non esiste
Non tutti hanno le stesse idee per quanto riguarda la storia di Babbo Natale da raccontare ai bambini, qualcuno preferisce che ci credano per vivere di più la magia, altri lo ritengono scorretto perché non veritiero, non educativo o per ragioni religiosi.
In questi giorni abbiamo assistito a numerose notizie di bambini sconvolti dalla rivelazione “Babbo Natale non esiste” ascoltata a scuola, senza mezzi termini. Ritorna alla mente una vicenda di diversi anni fa, in cui un operatore telefonico aveva detto la stessa cosa a un bambino (minacciandolo per farsi passare i genitori), venendo poi condannato per molestie.
La molestia, secondo l’articolo 660 del Codice penale, è qualsiasi disturbo o offesa recato a qualcuno per “biasimevole motivo”. Il reato è punito con l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda fino a 516 euro. Quindi, al di là delle proprie opinioni, infastidire appositamente un bambino dicendogli che Babbo Natale non esiste non è un’ottima idea.
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