Gas, arriva il piano d’emergenza del governo: cosa succederà in inverno per riscaldamenti, luce e consumi

Stefano Rizzuti

17/06/2022

Il governo prepara un piano d’emergenza per l’inverno in caso di taglio delle forniture del gas russo: dalla riduzione dei consumi per i riscaldamenti alle luci spente, ecco cosa potrebbe succedere.

Gas, arriva il piano d’emergenza del governo: cosa succederà in inverno per riscaldamenti, luce e consumi

Gazprom ha tagliato le forniture di gas all’Italia. Una riduzione certificata da Eni, secondo cui a fronte di una richiesta giornaliera di gas di 63 milioni di metri cubi, la compagnia russa ha fato sapere che ne fornirà solo il 50%. Una quantità, comunque, sostanzialmente invariata rispetto a quella di ieri.

Intanto però il governo italiano corre ai ripari. E anche se sostiene che al momento non ci sia motivo di preoccuparsi, Palazzo Chigi si prepara all’eventualità di una riduzione drastica delle forniture di gaso russo, se non addirittura a una chiusura totale dei rifornimenti.

Se Mosca dovesse stoppare i flussi verso l’Italia servirebbe trovare quasi 30 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Per questo motivo il governo ha già iniziato a muoversi per predisporre un piano d’emergenza che punti su maggiori estrazioni locali, su diverse importazioni, ma anche sulla riduzione dei consumi.

Intanto Chigi prepara un intervento immediato, con il decreto luglio, per tagliare le bollette e confermare il taglio delle accise sulla benzina (che potrebbe anche essere più elevato). Non solo, perché altro obiettivo del provvedimento è quello di introdurre un taglio del cuneo fiscale per i redditi sotto i 35mila euro. Ma cosa succederà nei prossimi mesi e cosa prevede il piano d’emergenza del governo in caso di mancanza del gas russo?

Gas, il piano d’emergenza del governo: illuminazione e riscaldamenti ridotti

Se dovesse scattare il piano d’emergenza del governo il primo obiettivo sarebbe la riduzione dei consumi di gas. Verrebbero messi in campo provvedimenti per limitare l’uso del riscaldamento sia negli uffici che nelle abitazioni private, stabilendo una temperatura massima da rispettare. Verrebbe ridotto anche il numero di ore d’accensione durante la giornata. In più la riduzione dei consumi riguarderebbe anche l’illuminazione pubblica, con limitazioni sulla rete stradale cittadina ed extra-urbana.

Le centrali a carbone per rimpiazzare il gas

Per sopperire alla mancanza del gas l’Italia potrebbe puntare a un aumento della produzione di elettricità ricorrendo maggiormente alle centrali a carbone. Quelle ora in attività sono sei: dovevano chiudere entro il 2025, ma il termine potrebbe essere rivisto considerando la necessità di un utilizzo in emergenza. Permetterebbero di sostituire 5 miliardi di metri cubi di gas.

I nuovi fornitori di gas e il Gnl

Roma punta anche sugli accordi presi con paesi come Algeria, Libia e Azerbaigian che porteranno più gas in Italia, anche se in questo caso i tempi potrebbero essere più lunghi. Poi c’è il Gnl che arriverà da Qatar, Egitto e Israele, oltre a quello proveniente dagli Usa per cui l’Italia si sta attrezzando con nuovi rigassificatori.

Piano d’emergenza del governo, Italia verso nuove trivellazioni?

L’Italia continuerà probabilmente a chiedere il tetto al prezzo del gas in Ue, ma nel frattempo sembra voler puntare anche su maggiori estrazioni di metano dai giacimenti italiani, attivandone di nuovi. Potrebbero quindi essere avviate nuove trivellazioni. Negli ultimi anni si era passati dal 20% della produzione nazionale del 2000 al 3-4% del 2020, una cifra che ora sarà probabilmente rivista per avere più gas nazionale. O attraverso l’aumento delle estrazioni nei giacimenti attivi o con nuove trivellazioni.

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