Dopo mesi di attesa la Commissione Ue ha presentato la proposta legislativa di price cap, con soglia a 275 euro al megawattora. Spagna e Italia protestano dicendo che così il prezzo salirà.
Finalmente il price cap. La Commissione europea ha presentato la sua proposta legislativa sul tetto al prezzo del gas. Come previsto sarà un meccanismo dinamico e straordinario, ma al contrario delle aspettative più ottimiste dell’Italia, la soglia proposta è molto alta: 275 euro al megawattora. E il prezzo del gas sta già salendo sui mercati internazionali, scatenando le proteste di alcuni governi europei.
Il balzo al Ttf di Amsterdam è del 10%, con il gas a circa 130 euro al megawattora, dopo aver toccato un massimo di 134 euro. A fomentare questo aumento sono anche le nuove minacce della società russa Gazprom di tagliare le poche forniture residue di metano all’Europa attraverso i gasdotti ucraini. Infine pesa il peggioramento del clima in Europa, con temperature fredde sotto la media, secondo le previsioni dell’azienda produttrice di satelliti Maxar.
Secondo il premier polacco Mateusz Morawiecki “il price cap è a un livello molto alto e questo mi preoccupa”. Più dura la Spagna. Per la ministra per la Transizione Ecologica del governo di Madrid, Teresa Ribeira, a proposta “genera è l’effetto opposto a quello desiderato: provoca un maggiore aumento artificiale dei prezzi, mettendo a rischio tutte le politiche di contenimento dei costi in bolletta”.
Per questo l’esecutivo spagnolo definisce il price cap elaborato dalla Commissione “un gioco”, a cui si opporrà, assicurando che la pensano allo stesso modo la maggioranza dei Paesi membri. Anche l’Italia giudica “insufficiente” il price cap, perché a detta del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, “rischia di stimolare la speculazione invece di arginarla”.
Tetto al prezzo del gas, favore a Germania e Olanda?
Il regolamento proposto ha validità di un anno, dal 1° gennaio fino al 31 dicembre 2023 e sembra recepire, almeno in parte, le richieste dei Paesi che più avevano timori rispetto al meccanismo del tetto: in primis i falchi del Nord guidati dall’Olanda e l’Ungheria, con la Germania ago della bilancia a favore di un intervento il più prudente possibile.
“Sappiamo che l’Ue paga prezzi molto elevati per il gas” ha detto la commissaria Ue all’Energia Kadri Simson e nonostante oggi i prezzi sono scesi in modo sostanziale, come Continente “restiamo esposti a delle dinamiche speculative” sui costi dell’energia. Quello che verrebbe introdotto, non è “un intervento regolativo per fissare il prezzo del gas, ma un meccanismo di ultima istanza che scatta a certe condizioni”.
Price cap, chi può attivarlo e quando
L’esecutivo Ue avrà il potere di imporre la soglia massima del prezzo del gas via tubo sul mercato europeo (Ttf) per massimo due settimane. Il meccanismo potrà essere usato quando “lo spread tra il prezzo sul Ttf e il prezzo globale del Gnl è pari o superiore a 58 euro per dieci giorni di transazioni”.
In questa situazione l’indice europeo, secondo la Commissione, il prezzo del gas non rifletterebbe più “i fondamentali del mercato”. L’intervento diventerebbe “cruciale anche per garantire che saremo in grado di continuare ad attrarre Gnl in questo momento difficile per l’Ue”. Per Simon si tratta di una “proposta equilibrata”, che eviterà i picchi di prezzo, come si è visto lo scorso agosto (quando si sono raggiunti i 350 euro al megawattora): condizioni che “potrebbero ripetersi il prossimo anno”.
Tuttavia la Commissione dice di prevedere che il Consiglio Ue, su proposta dello stesso esecutivo Ue, possa cambiare le condizioni del meccanismo di correzione del mercato. In pratica: per ora si è proposta questa soglia, ma potrebbe variare.
Un modo per dire ai 16 Stati, a partire da Italia e Francia, che avevano firmato un’apposito appello alla Commissione, che si potrà fare anche di più in futuro, se si trova un accordo. In ogni caso, comunque, ogni proposta dell’esecutivo Ue dovrà “rispettare la sicurezza dell’approvvigionamento”. Se il cap le mette in difficoltà potrà essere subito sospeso.
Tetto al prezzo del gas, il vero obiettivo dell’Europa
Il vero obiettivo dell’Ue, in realtà, è non utilizzare mai davvero questo strumento. Se gli operatori del Vecchio Continente comprassero a un prezzo più basso di quello stabilito, seppur in modo speculativo, dal mercato, chi li ripagherebbe? Dovrebbero essere messi in campo fondi nazionali o comunitari.
La Commissione spera quindi che la sola presentazione del cap all’interno del pacchetto energia in discussione, con riforma del Ttf di Amsterdam e stoccaggi di gas comuni, possa bastare per frenare le speculazioni. Una soglia così alta come quella proposta, però, rischia ottenere l’effetto contrario, come sta già accadendo. Tant’è che il commissario all’Economia, l’italiano Paolo Gentiloni, parla del tetto come “un segnale”, ma si dovrà “vedere” quali effetti avrà.
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Lo conferma a Money.it Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy & Strategy, secondo cui, il segnale evidentemente c’è, ma “è molto bassa (per non dire quasi nulla) la probabilità di applicare questo meccanismo rispetto all’andamento passato del prezzo”. Se ne sono già accorti sia gli investitori che gli analisti, con Goldman Sachs che parla di un tetto che genera un “effetto negativo aggiuntivo”, con “una riduzione ulteriore della liquidità in un mercato già povero di liquidità”. Per Simone Tagliapetra, del think tank sull’energia Bruegel, è invece “un meccanismo inutile”.
Gas, perché il prezzo rimarrà alto fino al 2024
In un’intervista a Money.it lo stesso Chiaroni e Massimo Nicolazzi, professore di economia delle risorse energetiche al Politecnico di Torino, avevano già spiegato che un intervento del genere può davvero essere insufficiente per l’Italia. Secondo i due esperti il prezzo del gas sarà ancora attorno ai 100 euro al megawattora almeno per tutto il 2023 e alto anche nel 2024. Insomma, i risparmi in bolletta per i cittadini sarebbero ben pochi.
Questo price cap, insomma, “non risolve il problema del mercato del gas in modo strutturale”. Insomma, si eviteranno i picchi, ma non si risolverà l’evidente squilibrio tra domanda (in eccesso) e offerta (carente), in una situazione in cui dalla Russia non arriva che una piccola parte dei vecchi volumi di gas.
L’Europa e l’Italia lo stanno sostituendo con nuove forniture e con il gas naturale liquefatto. Per “rimettere a posto” il mercato si dovrà aspettare che si completi la transizione a questa forma di metano, e cioè che aumenti a livello mondiale la capacità di produzione e trattamento.
Price cap, quando entrerà in vigore?
Ora sta al Consiglio europeo discutere la proposta della Commissione. Si inizierà a farlo questo giovedì tra i ministri Ue dell’energia, che però non sono chiamati a prendere subito una decisione e che anzi molto probabilmente si spaccheranno tra favorevoli e contrari. L’esecutivo Ue spinge per avere un accordo tra tutti i presidenti e primi ministri del Vecchio Continente entro Natale.
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