Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, spiega che il governo Meloni vuole rendere l’Italia indipendente dal gas russo entro la fine dell’anno, mentre accelera sui nuovi accordi.
“Entro quest’anno ci affrancheremo dalla Russia sul gas”. Ad assicurarlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che spiega a Il Messaggero come il governo Meloni stia accelerando sui nuovi accordi commerciali per importare metano, puntando questa volta in Oriente. Il rappresentante dell’esecutivo è infatti in missione a Baku, in Azerbaigian, per aumentare le forniture in arrivo in Italia, dopo il lancio del Piano Mattei per l’Africa.
Secondo Urso, quindi, a fine 2023 l’Italia non avrà più quel 40% di gas che “acquistavamo da Mosca nel 2021 e quel 16% registrato lo scorso anno”. Nel frattempo, continua il ministro, il price cap sta funzionando nel calmierare i prezzi al mercato Ttf di Amsterdam e questo dà respiro agli italiani e al governo, con il costo delle bollette che continuerà a scendere in maniera significativa.
In tutto ciò l’Italia, dice Urso, dal prossimo anno rifornirà anche altri paesi europei (tramite i gasdotti che passeranno per il nostro territorio) e in poco tempo diventerà “l’hub del gas europeo, anche grazie al raddoppio del Tap azero”.
Gas, perché il governo Meloni punta sull’Azerbaigian
Per il ministro il viaggio in Azerbaigian è particolarmente strategico, prima di tutto perché serve ad aumentare la quantità di gas importato.
Ma non solo. “Vi sono - aggiunge altre opportunità industriali con Baku come dimostrano i contratti di Ansaldo Energia che saranno sottoscritti oggi, davvero significativi per il rilancio della azienda, e i progetti su rinnovabili ed elettricità presentati al mio collega Pichetto (ministro dell’Ambiente n.d.r.) nella sua recente visita. Partenariato strategico che ormai supera l’aspetto energetico. Ne parlerò con il presidente Ilham Aliyev, e con i ministri di Economia, Energia ed Esteri. Grandi opportunità per il Made in Italy, partnership industriali e commerciali”.
Italia indipendente dal gas russo nel 2024
Il 2024, secondo queste previsioni, dovrebbe quindi essere per l’Italia l’anno della svolta, grazie alla piena entrate in funzione dei rigassificatori di Piombino e Ravenna, che saranno installati prima dell’estate e che produrranno “10 miliardi di metri cubi di gas, esattamente quelli importati da Mosca lo scorso anno”.
Inoltre per Urso, tramite il lavoro di Terna e la Megafactory di Enel a Catania, l’Italia l’Italia può diventare sia un hub elettrico per il Mediterraneo che il maggiore produttore di pannelli solari in Europa. Il ministro è infatti convinto che il futuro italiano passi “dagli investimenti su tecnologia green e digitale: dalle batterie ai seminconduttori, ma anche turbine, accumulatori e appunto pannelli solari”.
L’Ue punta sull’idrogeno, anche dal nucleare
Come fonte d’energia alternativa al gas russo, l’Ue vuole poi puntare molto sull’idrogeno. Dopo diversi mesi d’attesa la Commissione europea ha pubblicato la proposta di criteri tecnici per definire l’idrogeno come fonte rinnovabile in tutta l’Unione.
L’idrogeno potrà essere definito green se sarà prodotto con elettricità rinnovabile, ma anche con elettricità a bassissima intensità di emissioni, cioè mix energetici con forte incidenza del nucleare. I criteri servono per il conteggio dei target di energia rinnovabile degli Stati membri.
Metano, crollano le esportazioni dalla Russia
Nel frattempo Mosca fa sapere che nel 2022 la quantità delle esportazioni complessive di gas metano dal Paese è scesa del 25.1%, a 184,4 miliardi di metri cubi. Dai dati ufficiali del Cremlino, invece, risulta in aumento il livello di esportazioni di petrolio, del 7,6% raggiungendo, a quota 242 milioni di tonnellate.
A renderlo noto è stato il vice primo ministro Alexander Novak, che ha ribadito come la Russia non venderà più petrolio o prodotti petroliferi ai Paesi che aderiscono al price cap.
Il price cap sul gas sta funzionando?
E, a proposito di price cap, per quanto riguarda quello sul gas secondo Urso il suo effetto è evidente. “Ha contribuito - dice - a far crollare i prezzi: siamo intorno a 55 euro a fronte degli oltre 300 superati in agosto. Se ci avessero ascoltato prima avremmo risparmiato oltre 70 miliardi di euro che abbiamo dovuto destinare a imprese e famiglie. Ma non basta: negli Stati Uniti il prezzo del gas è di 12/14 dollari, un vantaggio competitivo che nessuna misura può colmare: serve produrre più energia per giungere alla piena sovranità, è questo il campo della politica industriale”.
Bollette e carburanti, i prezzi di gas, luce e benzina scenderanno?
Urso si dice quindi convinto che i prezzi di gas e luce in bolletta, dopo la forte discesa di gennaio, continueranno a calare nei prossimi mesi. La stessa fiducia la mostra sui prezzi della benzina e del diesel.
“Sono in progressiva diminuzione - spiega - e le nuove sanzioni europee sui prodotti petroliferi russi, scattate una settimana fa, non hanno avuto alcun impatto sui consumatori; anzi, attualmente il prezzo industriale dei carburanti in Italia è più basso di quelli di Spagna, Francia e Germania”.
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