La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, teme che la Russia possa tagliare completamente le forniture di gas all’Ue presto: cosa succederà e quali saranno le conseguenze?
La Russia potrebbe presto tagliare completamente le forniture del gas all’Ue. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, non nasconde le sue preoccupazioni sulla possibilità che il Cremlino chiuda i rubinetti verso l’Europa: “Dobbiamo prepararci per ulteriori problemi nelle forniture di gas, anche per un taglio completo da parte della Russia”, afferma intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.
Von der Leyen spiega che oggi sono già 12 gli Stati membri colpiti da una riduzione parziale o totale delle consegne di gas. L’Ue teme le mosse del presidente russo, Vladimir Putin, e per questo sta lavorando a un piano d’emergenza che verrà presentato tra un paio di settimane.
Non basteranno i singoli piani nazionali per l’emergenza gas, quindi, ma servirà un coordinamento europeo, secondo la presidente della Commissione. Allo stesso tempo l’esecutivo comunitario continuerà il suo lavoro sulle sanzioni, con l’obiettivo di rendere più complicato eluderle. Infine, ma i tempi sembrano essere più lunghi, si ragiona anche sul tetto al prezzo del gas, come conferma il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.
Parlamento Ue conferma tassonomia con gas e nucleare
Il Parlamento europeo ha respinto la proposta di obiezione alla tassonomia, il che vuol dire che viene approvata la classificazione di gas e nucleare tra gli investimenti green. A votare contro l’obiezione - quindi per mantenere la tassonomia - sono stati in 328, mentre i favorevoli sono stati 278; 33 gli astenuti.
Di fatto questo voto vuol dire che il gas e il nucleare vengono inclusi nella tassonomia green che può continuare il suo iter. Per spiegare in parole ancora più semplici, il gas e il nucleare faranno parte delle attività economiche classificate come sostenibili dal punto di vista ambientale e climatico. La mozione per il rigetto era stata presentata dai Verdi e dalla Sinistra, ma sostenuta anche da gran parte dei Socialisti e Democratici e da parte del Ppe.
Il piano d’emergenza dell’Ue sul gas
Una volta confermato che il gas resterà nei piani dell’Ue, la Commissione sta continuando a lavorare al piano d’emergenza che verrà presentato il 20 luglio. Come spiegato da von der Leyen, la strategia ha l’obiettivo di garantire le forniture di energia e soprattutto del gas in Ue. Il piano servirà come garanzia in caso di stop alle forniture russe.
La Commissione punta su un approccio che servirà da una parte a capire dove c’è più bisogno di gas e dall’altra come fare per permettere al gas di raggiungere queste aree. Quindi von der Leyen vuole un piano unitario e non risposte diverse tra i 27 Stati membri. Tra i punti della strategia c’è anche quello della solidarietà attraverso la rete di gasdotti, permettendo così di distribuire gas e petrolio dove ce n’è più bisogno.
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Il piano della Commissione non includerà un fondo Sure sull’energia, simile a quello messo in campo per la disoccupazione durante la pandemia, come conferma la presidente della Commissione. Per il price cap sul gas, invece, la riflessione e ogni decisione sul tema sembra rimandata all’autunno.
Le forniture di energia e le scorte di gas
Von der Leyen si sofferma anche sulle forniture di energia, che sono aumentate del 75% per l’Ue. C’è poi un altro tema, che è quello degli stoccaggi di gas in vista dell’inverno: “Seguiamo da vicino le forniture del gas, stiamo accumulando gas e siamo a quota 55% sulle scorte, questa percentuale dovrebbe aumentare”.
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