I prezzi dei carburanti si sono improvvisamente impennati, con il gasolio che in autostrada è arrivato a 2,5 euro al litro. Il Codacons chiede un intervento urgente al governo Meloni.
Continuano ad aumentare i prezzi di benzina, diesel e gasolio, con picchi di 2,5 euro al litro. A denunciarlo è il Codacons, secondo cui potrebbe essere in atto della speculazione dopo l’aumento di 18,3 centesimi dovuto al mancato rinnovo dello sconto sulle accise deciso dal governo Meloni.
Secondo l’associazione dei consumatori, che ha analizzato i prezzi comunicati oggi dai gestori, in alcune zone del Paese si sono toccati dei record preoccupanti. Questo mentre le quotazioni internazionali del petrolio hanno visto un lieve aumento i primi tre giorni dell’anno e un calo importante negli ultimi quattro.
Il Codacons, quindi, rinnova l’allarme a due giorni dall’annuncio di un esposto alla guardia di finanza e alle procure della Repubblica di tutta Italia per accendere un faro sull’andamento dei prezzi alla pompa.
Benzina e gasolio sopra i due euro al litro nelle isole e in autostrada
Secondo gli ultimi dati disponibili sull’isola di Vulcano, in Sicilia, il gasolio è a 2,349 euro al litro in modalità servito, mentre la benzina è a 2,239 euro al litro. E ancora, sempre secondo l’associazione, a La Maddalena, in Sardegna, la benzina è salita a 2,087 euro al litro, mentre il gasolio è a 2,229 euro. E ancora: a Ischia un litro di benzina costa 2,054 euro al litro, mentre il diesel vola a 2,104 euro.
A questo si sommano poi i prezzi proibitivi dell’autostrada. Nelle principali arterie italiane il gasolio è in media a 2,479 euro al litro, quindi ben oltre la soglia psicologica dei 2 euro e vicino ai 2,5 euro al litro.
Sempre sulle autostrade costa tantissimo la benzina. In modalità servito sulla A1 Roma-Milano è a 2,392 euro al litro. E ancora, sull’autostrada A4 Brescia-Padova la benzina è a quota 2,384 euro al litro, il diesel a 2,449 euro al litro.
Prezzi di benzina, diesel e gasolio più alti della media Ue
Con una media di 1,891 euro al litro, l’Italia al momento è il terzo Paese dell’Ue dove il gasolio costa di più, dietro solo a Svezia e Finlandia. Non vale lo stesso per la benzina, che è comunque tra i livelli più alti del Vecchio Continente.
Secondo Assoutenti rispetto alla media europea, nel nostro Paese si paga un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, mentre il gasolio è 24,2 centesimi sopra la soglia.
Carburante a due euro, colpa della speculazione?
Secondo il presidente del Codacons Carlo Rienzi questi dati dicono che i “i prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo, e dopo lo stop al taglio delle accise si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, la cui entità non sembra in alcun modo giustificata dall’andamento delle quotazioni petrolifere”.
Proprio per questo l’associazione ha presentato l’esposto a 104 procure italiane e alla guardia di finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini.
Il rischio, dicono, è che si sia approfittato dell’aumento delle accise per far salire ancora di più i prezzi, magari senza comunicare i dati esatti al ministero delle Imprese.
La risposta dei benzinai alle accuse di presunto aggiotaggio
Alle accuse di presunta speculazione e aggiotaggio, la Figisc, una delle maggiori federazioni dei gestori degli impianti di carburante, ha risposto pubblicando le tabelle con l’andamento dei prezzi alla pompa, delle quotazioni internazionali del petrolio e delle tasse tra il 30 dicembre e il 5 gennaio. Ne emerge un rialzo medio dei costi per i consumatori di 18,4 centesimi al litro, quasi identico all’aumento delle accise.
Il 30 dicembre, però, il Brent era a 83 dollari al barile, ora è a 78. Così il Wti era a 80, ora è a 73. Pertanto in questi giorni il prezzo medio dovrebbe scendere e il rialzo dovrebbe essere inferiore ai 18,3 centesimi al litro di aumento d’accise. Per capire davvero se c’è della speculazione, quindi, bisognerà attendere i prossimi giorni e le eventuali mosse della guardia di finanza.
Quest’ultima, dopo la precedente riduzione dello sconto sulle accise di 12,2 centesimi al litro a inizio dicembre, ha attivato una sorveglianza speciale, diramando ai nuclei territoriali una serie di istruzioni specifiche, facendo attenzione ai dati comunicati delle giacenze fisiche e contabili.
leggi anche
Meloni cancella i bonus nel 2023, ma mantiene la sua promessa: “Sono inutili, soldi servono per le bollette”
Torna il taglio delle accise su benzina e diesel?
“Con i livelli attuali del prezzo del gas e del petrolio - aveva detto due giorni fa il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin- io credo che un eventuale sforamento dei due euro sarebbe solo speculazione”. Il forzista, però, aveva specificato che in caso d’emergenza il governo potrebbe intervenire subito.
Il primo strumento da mettere in campo sarebbe una retromarcia, facendo tornare una parte del vecchio sconto sulle accise. Allo stesso tempo si potrebbe intensificare l’attività della guardia di finanza, assieme a una stretta su multe e pene per i truffatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA