Giancarlo Giorgetti presto potrebbe salutare il governo per ricoprire il ruolo di commissario Ue: il ministro dell’Economia lascia perché spaventato dai nostri conti pubblici?
Giancarlo Giorgetti dopo l’estate potrebbe lasciare il governo. Non si tratterebbe però di dimissioni, ma il ministro potrebbe essere indicato da Giorgia Meloni come il commissario europeo spettante all’Italia quando si andrà a formare la nuova Commissione a seguito delle elezioni europee di giugno.
“Preparatevi a fare senza di me” è lo sfogo raccolto da alcuni funzionari del ministero dell’Economia e riportato da La Repubblica, con l’ipotesi di un addio al governo da parte di Giancarlo Giorgetti che di certo non è una novità.
Alcune settimane fa infatti si è parlato di una sorta di ultimatum del ministro, pronto a dimettersi se fossero continuate le resistenze da parte di Forza Italia in merito al Superbonus e alla Sugar Tax.
Il problema di fondo sembrerebbe essere semplice: i soldi non ci sono, i conti pubblici dell’Italia sono horror, presto il governo dovrà mettere in atto tagli draconiani alla spesa vista l’imminente procedura di infrazione e le tante promesse elettorali fatte non potranno trovare posto non solo nella prossima legge di Bilancio, ma anche nelle manovre dei prossimi anni.
Adesso che incombono le elezioni europee, appare evidente il motivo che spinge i partiti di maggioranza a volersi in qualche modo opporre alle inevitabili logiche dei tagli, ma Giorgetti con ogni probabilità avrebbe il sentore che queste dinamiche potrebbero continuare anche una volta chiuse le urne.
Meglio allora salutare tutti e cogliere al volo l’occasione del trasloco a Bruxelles senza dover aprire un caso politico dando delle clamorose dimissioni: questi malumori di Giancarlo Giorgetti però sono la spia di quanto sia tetro il futuro che attende l’Italia.
Giorgetti lascia il governo? Pessimo segno per l’Italia
Il prossimo autunno l’Italia dovrà indicare il nome del commissario europeo spettante al Belpaese. A riguardo la margherita da sfogliare per Giorgia Meloni sembrerebbe essere assai scarna: gli unici due profili spendibili per non incorrere in una tafazziana bocciatura sarebbero quelli dei ministri Giancarlo Giorgetti e Raffaele Fitto.
Matteo Salvini nelle scorse ore ha bollato come “fantasie” le voci di un addio dell’attuale ministro dell’Economia: il mal di pancia di Giancarlo Giorgetti però da tempo appare evidente e l’autobus che porta a Bruxelles non passerà due volte per il leghista.
Chiuse le urne delle elezioni europee, l’Italia riceverà la lettera della procedura di infrazione per deficit eccessivo. Nei prossimi sette anni l’Italia dovrà mettere in atto un piano di tagli alla spesa pubblica pari a 10 miliardi l’anno - nella migliore delle ipotesi -, senza poter poi ricorrere ulteriormente al deficit per finanziare le promesse elettorali.
Giorgetti che di certo non è un politico sprovveduto sembrerebbe aver ben chiaro quale potrebbe essere il suo destino al Mef: di fronte alle difficoltà e alle necessità di dover prendere scelte difficili, potrebbe diventare il capo espiatorio su cui far ricadere tutte le colpe una volta che sarà venuta meno la foglia di fico del Superbonus.
Nonostante i toni trionfalistici della premier Meloni, il nostro Paese da quando c’è lei a Palazzo Chigi sta crescendo molto meno rispetto alle iniziali aspettative, tanto che non è da escludere anche l’ipotesi di una manovra correttiva in estate.
Fino a quando non si voterà per le europee però l’Italia continuerà a essere descritta come una sorta di casa del Mulino Bianco, con Giancarlo Giorgetti che annusata l’aria che tira potrebbe decidere di fare armi e bagagli prima di diventare il parafulmine dei leader del centrodestra.
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