Il risparmio degli italiani secondo Giorgetti. E la frase sull’estrema ratio su UniCredit e MPS

Laura Naka Antonelli

13 Marzo 2025 - 09:56

La frase sull’estrema ratio riferita a UniCredit e MPS sa di rassicurazione. Ma quel risparmio bene “strategico” ribadito da Giorgetti sa di nuovo attenti a Generali.

Il risparmio degli italiani secondo Giorgetti. E la frase sull’estrema ratio su UniCredit e MPS

La tutela del risparmio degli italiani continua a essere la priorità del governo Meloni. Parola del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti che ieri, nel corso del question time alla Camera, ha risposto alle varie domande sui dossier più attuali che, oltre al tema caldo del piano comune UE per la difesa, hanno avuto per oggetto le partite di risiko che vedono protagoniste le banche italiane. Dunque, le OPS lanciate da UniCredit e MPS-Monte dei Paschi di Siena rispettivamente su Banco BPM e Mediobanca.

Giorgetti torna sulla priorità della difesa del risparmio

Giorgetti ha ricordato i punti principali oggetto di valutazione da parte del gruppo di coordinamento Golden power che, agli inizi di marzo, si è riunito per la prima volta per esaminare il dossier UniCredit-Banco BPM: “ Gli interessi finanziari dello Stato fra cui la continuità delle attività di raccolta del risparmio, l’impiego del risparmio raccolto, il buon funzionamento dell’infrastruttura fisica e tecnologica dei sistemi di pagamento ”.

Sono queste le valutazioni che il governo italiano sta facendo, ha sottolineato Giorgetti, nell’esaminare le offerte pubbliche di scambio che Piazza Gae Aulenti e il Monte ancora di Stato hanno lanciato sulle rispettive prede.

Si tratta di valutazioni, ha spiegato il titolare del Tesoro, che “saranno evidentemente effettuate in conformità con quanto previsto dalla legge e quindi in modo proporzionato, ragionevole e nel rispetto del principio di non discriminazione ”.

OPS UniCredit su BPM e MPS su Mediobanca, Giorgetti: veto solo come estrema ratio

Detto questo, il veto alle operazioni esiste “ solo come estrema ratio ”. Una rassicurazione per le due banche italiane che hanno promosso le OPS, ma molto probabilmente un avvertimento lanciato in direzione dell’attore di Piazza Affari, che continua a preoccupare il governo Meloni, come confermato più volte: ovvero Generali.

D’altronde, Giorgetti non ha mancato di definire il risparmio un bene “strategico, in vista dell’imminente battaglia per la governance che sarà combattuta tra poco più di un mese a Trieste.

Riunitosi nella giornata di ieri, il Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali ha deliberato di convocare l’assemblea degli azionisti, in sede ordinaria e straordinaria, per i giorni 23 e 24 aprile 2025, rispettivamente in prima e seconda convocazione, anticipandola rispetto alla data inizialmente fissata all’8 maggio. L’assemblea si terrà a Trieste presso i locali del Generali Convention Center.

Oltre a deliberare sul bilancio di esercizio al 31 dicembre 2024 e sulla relativa destinazione dell’utile d’esercizio, gli azionisti dovranno esprimersi sulla nomina e sul compenso del Consiglio di Amministrazione per il periodo 2025-2027: ed è questo l’ordine del giorno attenzionato da mesi dal governo Meloni, che non ha mandato affatto giù l’accordo che il colosso assicurativo ha siglato - per non ora non in modo vincolante - con i francesi di Natixis.

Fari puntati sulla governance di Generali in vista del rinnovo del CDA

Proprio le trattative di Trieste con i colleghi transalpini avrebbero spinto il MEF a farsi regista, insieme agli altri grandi soci di MPS-Monte dei Paschi di Siena, ovvero a Francesco Gaetano Caltagirone e alla cassaforte della famiglia Del Vecchio Delfin, dell’OPS annunciata dalla banca senese su Mediobanca, quest’ultima azionista di maggioranza di Generali.

Fatto sta che ora c’è l’altro grande player di Borsa che parteciperà alla partita, ovvero UniCredit, con il banchiere Andrea Orcel che avrebbe già lanciato nuove manovre nel capitale del gruppo.

Nel conquistare Piazzetta Cuccia, l’asse Caltagirone-Delfin - (i due sono tra i principali azionisti anche di Mediobanca e di Generali) - insieme al MEF, - tuttora maggiore azionista di MPS - potrebbe avere infatti finalmente (per il governo Meloni) maggiore voce in capitolo nella governance del Leone. E blindare così quei risparmi degli italiani che, secondo la logica dell’esecutivo, devono assolutamente rimanere in Patria per continuare a essere destinati all’economia italiana e, soprattutto al debito di casa, ovvero ai BTP. A nulla, finora, sono servite le rassicurazioni del numero uno di Generali, Philippe Donnet che, negli ultimi mesi, è anche sbottato, parlando chiaramente di “ una bufala ”.

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