Possibile una conferenza di pace a inizio 2023, ma per far cessare la guerra tra Ucraina e Russia sarà necessaria una forte presa di posizione da parte di Stati Uniti e Cina.
Il 2023 sarà l’anno della fine della guerra tra Ucraina e Russia? Una domanda questa ancora senza risposta anche se, dopo dieci mesi di conflitto, qualcosa sul fronte diplomatico sembrerebbe iniziare a muoversi.
Dopo una apertura da parte di Kiev, nelle ultime ore si sta parlando con insistenza di una possibile conferenza di pace che, con il segretario generale dell’Onu António Guterres nei panni del mediatore e del padrone di casa, potrebbe tenersi a fine febbraio.
Al tempo stesso, Volodymyr Zelensky però si è detto pronto a continuare la guerra anche nell’anno che sta per cominciare: “Continuiamo a preparare le forze di difesa e sicurezza dell’Ucraina per il prossimo anno. Il 2023 dovrebbe essere un anno decisivo. Comprendiamo i rischi dell’inverno, capiamo cosa dobbiamo fare in primavera e, quindi, capiamo i risultati che l’intero settore della difesa e della sicurezza deve ottenere”.
Dall’altra parte, anche la Russia non sembrerebbe avere fretta di terminare la guerra, lasciando comunque aperta la porta diplomatica anche se la distanza tra le richieste di Mosca e quelle di Kiev rimane ancora assai ampia.
Il sentore è che entrambi i Paesi siano, in un modo o nel’altro, molto provati da questi dieci mesi di guerra ma fino a quando Usa e Cina, i due convitati di pietra, non metteranno pressione ai propri alleati, difficilmente si potrà arrivare a un cessate il fuoco che è l’anticamera della pace.
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Per mettere fine alla guerra l’Ucraina non sembrerebbe aver mutato le proprie richieste. “Vogliamo liberare la nostra terra dal nemico - ha dichiarato di recente Zelensky - tornare all’integrità territoriale dell’Ucraina e far tornare a casa il nostro popolo”.
Kiev di conseguenza sarebbe essere sempre irremovibile sul non cedere alcun territorio alla Russia, compresa quella Crimea che di fatto dal 2014 è sotto il controllo di Mosca.
Stando alle parole del ministro degli Esteri russo Serguei Lavrov, anche le condizioni di pace del Cremlino non sembrerebbero essere accettabili per l’Ucraina: “Kiev deve rimuovere le sue minacce militari nei confronti della Russia, o sarà Mosca a farlo”.
Vladimir Putin però non potrebbe limitarsi a chiedere una demilitarizzazione dell’Ucraina per cessare la guerra, ma rivendicare anche i territori finora conquistati e poi annessi con i quattro referendum dei mesi scorsi.
“Non può esserci un piano di pace per l’Ucraina che non tenga conto delle attuali realtà riguardanti il territorio russo, con l’ingresso di quattro regioni nella Federazione - ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov -. Piani che non prevedano queste realtà non possono essere considerati di pace".
Il ruolo di Usa e Cina
Posizioni queste apparentemente molto distanti e oggettivamente inconciliabili, ma bisogna considerare alcuni fattori: l’Ucraina è allo stremo e dipende in tutto dagli aiuti occidentali, mentre la Russia sente di avere le spalle coperte fino a quando avrà la Cina dalla sia parte.
Ergo, quando Washington e Pechino decideranno che la guerra deve finire, i due contendenti potranno sedersi al tavolo delle trattative e, a quel punto, entrambi dovranno rinunciare a qualcosa per siglare finalmente a pace.
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