La Commissione Europea ha aggiornato le previsioni economiche dell’Ue con le stime dell’estate 2022: il fattore chiave per il continente resta la guerra in Ucraina, che spingerà l’inflazione.
La Commissione Ue non ha dubbi sulla situazione economica europea: il conflitto in Ucraina ha peggiorato tutte le stime e sta disegnando uno scenario davvero buio.
“La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina continua a ripercuotersi negativamente sull’economia dell’UE, avviandola su un percorso di crescita più bassa e inflazione più elevata rispetto a quanto indicato nelle previsioni di primavera”: questo l’incipit dell’analisi da Bruxelles, nella quale emerge la strada tutta in salita per la piena e omogenea ripresa economica del continente.
Il 2022 è ancora osservato speciale come un anno di rallentamento e solo nel 2023 dovrebbe verificarsi un maggiore slancio.
E l’Italia? Nelle stime della Commissione Europea, il nostro Paese è visto in crescita per il 2,9% nell’anno in corso. Tutti i numeri e le proiezioni per l’UE nell’aggiornamento per l’estate 2022.
Previsioni Ue estate 2022 in peggioramento: i dettagli
L’Europa è nel mirino della guerra in Ucraina: questo è l’unico elemento di certezza ribadito nelle previsioni economiche estive della Commissione Ue.
Le parole di Valdis Dombrovskis sono state chiare al riguardo: “la crescita economica subirà un forte rallentamento nella seconda parte di quest’anno, ma acquisirà maggiore forza nel 2023. In considerazione dell’elevata emissione e dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento, sarà importante trovare il giusto equilibrio tra il passaggio a un orientamento di bilancio più prudente e la protezione dei più vulnerabili.”
Nel dettaglio, queste le previsioni riviste:
- Pil reale +2,7% nel 2022 in Ue;
- Pil reale +1,5% nel 2023 in Ue;
- Pil reale +2,6% nel 2022 in Eurozona;
- Pil reale +1,4% nel 2023 in Eurozona;
- Inflazione Ue +8,3% nel 2022;
- Inflazione Ue +4,6% nel 2023;
- Inflazione Eurozona +7,6% nel 2023;
- Inflazione Eurozona +4,3% nel 2023
In sintesi, questo il quadro generale:
“Mentre i prezzi di alcune materie prime si stanno ritirando dai picchi recenti, l’economia dell’UE rimane vulnerabile agli sviluppi dei mercati energetici a causa della sua elevata dipendenza dai combustibili fossili russi. Con i prezzi del gas vicini ai massimi storici, l’inflazione energetica è in aumento. Anche l’inflazione alimentare è in aumento, ma le pressioni si stanno ulteriormente ampliando poiché i costi energetici più elevati vengono trasferiti ai servizi e ad altri beni.”
Per quanto riguarda la crescita, l’attività economica rimane indebolita per l’anno, con una spinta solo grazie alla stagione estiva e alla ripresa del turismo. L’espansione in Ue ci sarà ancora, ma a un ritmo molto più lento di quanto previsto nelle previsioni di primavera 2022.
In conclusione, le previsioni estive 2022 dell’Ue hanno rimarcato che uno scenario avverso per il continente rimane verosimile: “i rischi per le previsioni per l’attività economica e l’inflazione dipendono fortemente dall’evoluzione della guerra. Ulteriori aumenti dei prezzi del gas potrebbero rafforzare le forze stagflazionistiche attualmente in gioco. Gli effetti di secondo impatto potrebbero amplificare queste forze e portare a un più marcato inasprimento delle condizioni finanziarie che peserebbe non solo sulla crescita, ma anche sulla stabilità finanziaria.”
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Quanto crescerà l’Italia?
Nelle previsioni specifiche per Paese della Commissione Ue, l’Italia è vista crescere del 2,9% nel 2022 e soltanto dello 0,9% nel 2023, “anche in considerazione del debole slancio previsto riportato da quest’anno.”
Sul fronte inflazione, il tasso è valutato al 7,4% nel 2022 e al 3,4% nel 2023.
L’analisi sulla situazione nazionale è così esposta: “la perdita del potere d’acquisto reale delle famiglie, il calo della fiducia delle imprese e dei consumatori, i colli di bottiglia dell’offerta e l’aumento dei costi di finanziamento oscurano le prospettive economiche. Pertanto, la crescita dovrebbe rimanere contenuta nell’orizzonte di previsione.”
Inoltre, l’impennata dei prezzi, con quelli energetici in primo piano, rallenterà la spesa dei consumatori. La Commissione ha previsto orizzonti poco rassicuranti anche per gli investimenti, che sebbene abbiano visto uno slancio nel primo trimestre 2022 e potranno ancora crescere grazie al Pnrr, “con il deterioramento delle prospettive della domanda e l’aumento dei costi di finanziamento”, gli investimenti delle imprese potranno essere intaccati, soprattutto in macchinari e attrezzature. Coerentemente con l’indebolimento delle prospettive globali, le esportazioni di beni sono destinate a rallentare.
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