Ucraina e Germania da tempo chiedono alla Svizzera di sbloccare armi e munizioni fondamentali per Kiev: in questa guerra però Berna vuol mantenere la sua storica neutralità.
La guerra in Ucraina per la prima volta sta facendo traballare la storica neutralità della Svizzera, stabilità nel lontano 1907 dalla Convenzione dell’Aja e da allora sempre rispettata dalla Confederazione.
Una ferma convinzione che ha resistito a due guerre mondiali e ai vari conflitti più recenti, ma adesso il forte pressing in atto da parte di Ucraina e Germania ha aperto una sorta di discussione tra i vari partiti in Svizzera.
Il tema è quello delle armi e soprattutto delle munizioni di cui l’Ucraina ha grande bisogno. “Ci servono un milione di munizioni da 155 - ha spiegato il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov -, 90-100 mila al mese per poterci difendere e rilanciare la nostra controffensiva”.
Una richiesta impegnativa visto che, oltre all’attuale penuria nei magazzini occidentali e a una produzione ingolfata dalle tante richieste, la spesa per esaudire i desideri di Kiev sarebbe stando a una stima dell’Estonia pari a 4 miliardi.
Ma cosa c’entra la Svizzera in tutto questo? Visto il divieto a riesportare armi di sua fabbricazione verso Paesi terzi se in guerra, in questo momento la Germania non può fornire all’Ucraina le munizioni per il carrarmato antiaereo Gepard promesso a Kiev, con anche le simili richieste da parte di Spagna e Danimarca che sono state rifiutate allo stesso modo.
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Guerra Ucraina: la Svizzera conferma la sua neutralità
In occasione del suo viaggio a New York dove ha incontrato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, il presidente della Confederazione svizzera Alain Berset ha confermato la neutralità della Svizzera nella guerra in Ucraina.
“Il dibattito sulle esportazioni di armi, finché abbiamo questo quadro giuridico in Svizzera non è possibile farlo” ha dichiarato Berset ai giornalisti, ma la discussione in patria è ancora accesa viste le possibili ripercussioni economiche per l’industria bellica elevetica.
La Germania infatti ha annunciato la volontà di iniziare a produrre in maniera autonoma le munizioni, una decisione che potrebbe assestare un duro colpo alle esportazioni delle aziende svizzere del settore.
Da quando è iniziata la guerra, la Svizzera ha aderito ai vari pacchetti di sanzioni contro la Russia varati dall’Unione europea; Berna invece non si è mossa finora per quanto riguarda la confisca di beni russi che potrebbero essere utilizzati per la futura ricostruzione dell’Ucraina.
Stando alle parole del presidente Alain Berset, la Svizzera continuerà a mantenere fede alla sua neutralità militare - quindi nessun intervento del proprio esercito e niente fornitura di armi a chi è impegnato nel conflitto - con Berna che nonostante il pressing in atto dovrebbe resistere anche alla tentazione di una eccezione circoscritta all’Ucraina che sarebbe la soluzione auspicata dall’Occidente.
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