Se Xi Jinping deciderà di aiutare militarmente la Russia, in Ucraina potrebbe crearsi una guerra per procura tra Cina e Stati Uniti: chi vince avrà le redini dell’ordine mondiale.
Una guerra per procura tra Cina e Stati Uniti. Questo secondo diversi analisti può essere il destino del conflitto in Ucraina se Pechino, al netto delle accuse a riguardo piovute da Oltreoceano nelle scorse settimane, alla fine dovesse decidere di iniziare a supportare la Russia anche fornendo aiuti militari.
L’argomento con ogni probabilità sarà uno dei punti che verranno affrontati da Xi Jinping nella sua visita di tre giorni a Mosca, con il presidente cinese che potrebbe sentire telefonicamente anche Volodymyr Zelensky per cercare di accreditarsi come un possibile mediatore.
Per l’occasione la Cina infatti ha rispolverato il suo piano di pace presentato a febbraio in occasione del primo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, ma i dodici punti messi nero su bianco dal Dragone sembrerebbero piacere solo a Vladimir Putin.
Il piano fin da subito è stato rigettato sia dalla Nato sia dall’Ucraina, con la guerra che appare destinata ad andare avanti in attesa di capire se questa primavera porterà con sé la tanto sbandierata grande offensiva russa o l’altrettanto chiacchierata massiccia controffensiva ucraina.
Come si evince anche dalle dichiarazioni di questi giorni provenienti dall’una o dall’altra sponda, in questa guerra ci sarebbe in ballo non tanto il destino del Donbass o della Crimea, quanto quello dell’ordine mondiale che l’asse sino-russo vorrebbe togliere dall’influenza occidentale.
Una guerra per procura Cina-Usa?
“Il mondo non si lasci ingannare dalle mosse tattiche della Russia sostenuta dalla Cina, vogliono logorare l’ordine mondiale ma la Cina fallirà”. Così il segretario di Stato americano Antony Blinken - considerato uno dei falchi di stanza alla Casa Bianca - ha commentato la visita di Xi Jinping a Mosca con relativa riproposizione del piano di pace stilato da Pechino.
“La comunità internazionale ha riconosciuto che nessun paese è superiore agli altri - ha scritto invece Xi Jinping prima della sua partenza per la Russia -, nessun modello di governo è universale e nessun singolo paese dovrebbe dettare l’ordine internazionale”.
Poi sempre il presidente cinese una volta arrivato chez Putin: “La Cina e la Russia sono buoni vicini e partner affidabili. Siamo pronti a vigilare, con Mosca, sullʼordine mondiale basato sul diritto internazionale e sui principi della Carta delle Nazioni Unite”.
Se non fosse già abbastanza chiaro, queste recenti dichiarazioni dovrebbero fugare ogni dubbio sulla vera posta in palio nella guerra in Ucraina; se gli Stati Uniti da una parte sostengono da un anno l’Ucraina con aiuti economici e militari, trascinando anche il resto della Nato a fare altrettanto, la Cina almeno ufficialmente finora si è limitata solo ad acquistare - a prezzo di saldo - una sempre maggiore quantità di gas e petrolio russo aiutando così le casse del Cremlino ad assorbire la “botta” delle minori esportazioni verso il Vecchio Continente.
Per il The Economist da quando è iniziata la guerra la Cina avrebbe aiutato la Russia fornendo chip e altri componenti elettronici, mentre è tutto da capire se in maniera clandestina ci sia stata una fornitura anche di armi.
Xi Jinping infatti viene descritto come molto titubante a riguardo: se da un lato aiutare la Russia a vincere la guerra è molto importante visto che, in caso di una sconfitta di Putin, la Cina si ritroverebbe isolata senza il suo forte alleato e impossibilitata a dare quella spallata augurata all’ordine mondiale, dall’altro fornire esplicitamente armi a Mosca vorrebbe dire rischiare di compromettere i rapporti commerciali con Europa e Stati Uniti, i due principali partner di Pechino.
Se alla fine la Cina dovesse optare per la prima opzione iniziando a inviare armi e rifornimenti alla Russia, allora ci troveremmo di fronte a una vera e propria guerra per procura tra Cina e Stati Uniti, che si andrebbero ad affrontare in maniera indiretta in Ucraina fino all’ultimo soldato russo o ucraino.
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