I carri armati salveranno l’industria in Germania?

Violetta Silvestri

08/03/2025

Una spinta senza precedenti al settore difesa potrebbe sollevare le sorti dell’industria in Germania, più carri armati e meno automobili è la soluzione?

I carri armati salveranno l’industria in Germania?

La Germania in crisi economica potrebbe svoltare con il rilancio del settore difesa. Il condizionale è d’obbligo ma, tra segnali realistici e riflessioni più provocatorie, la nazione tedesca sta effettivamente cercando di dare una scossa al suo nucleo industriale indebolito.

Complice anche la preoccupazione per gli sviluppi di politica internazionale, il prossimo cancelliere Merz ha annunciato la possibilità di fare più debito proprio per infrastrutture e difesa nazionali.

Le aziende tedesche del comparto difesa, in cerca di maggiore capacità produttiva mentre l’Europa si ha accettato di aumentare la spesa militare, stanno tenendo d’occhio l’industria automobilistica in difficoltà, in un primo segnale di un cambiamento che potrebbe contribuire a rilanciare la più grande economia del continente dopo due anni di contrazione.

Un’analisi più approfondita sul tema è apparsa su Reuters. Paradossalmente, il vento di guerra che pericolosamente sta soffiando sull’Europa potrebbe risollevare le sorti economiche tedesche.

Dalle auto ai carri armati: la rinascita tedesca passa da qui?

I produttori di carri armati, radar e armi mirano ad aumentare la produzione in Germania e altrove, mentre l’Europa risponde alle pressioni degli Stati Uniti affinché si occupi di difesa e sicurezza senza l’intervento USA.

Le case automobilistiche, per decenni la potenza economica della Germania, stanno nel frattempo tagliando posti di lavoro e chiudendo stabilimenti a causa del rallentamento della domanda e dell’incerta transizione ai veicoli elettrici.

È in questo contesto che Rheinmetall, il principale produttore di munizioni in Europa, ha dichiarato la scorsa settimana che avrebbe riconvertito due stabilimenti che attualmente producono componenti per autoveicoli, per produrre principalmente equipaggiamenti per la difesa.

Hensoldt, che produce i sistemi radar TRML-4D utilizzati dall’Ucraina nella sua guerra contro la Russia, è in trattative per assumere circa 200 lavoratori dai principali fornitori di componenti per auto Bosch e Continental.

“Stiamo traendo vantaggio dalle difficoltà del settore automobilistico”, ha dichiarato a Reuters Oliver Doerre, amministratore delegato di Hensoldt, aggiungendo che ulteriori investimenti potrebbero più che raddoppiare la produzione annuale di TRML-4D.

Il fornitore dell’industria automobilistica ZF Friedrichshafen, impegnato in un processo di ristrutturazione che potrebbe portare alla chiusura di stabilimenti tedeschi, ha contattato le aziende della difesa per trasferire i lavoratori, ha affermato, citando “sinergie industriali”.

Il produttore di riduttori per carri armati Renk, di proprietà maggioritaria della Volkswagen fino al 2020, ha sostenuto che il settore automobilistico era visto da vicino, soprattutto per quanto riguarda la scalabilità delle capacità produttive. Non ha fornito ulteriori dettagli.

Tuttavia, il mese scorso gli analisti della Deutsche Bank hanno lanciato l’allarme in una nota: l’aumento della spesa per la difesa da parte dell’UE potrebbe non apportare benefici significativi all’industria locale, che è più frammentata rispetto a quella statunitense.

L’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, in un recente rapporto sulla competitività dell’Europa, ha affermato che tra la metà del 2022 e la metà del 2023 circa quattro quinti della spesa per gli appalti della difesa dell’UE sono andati a fornitori extra-UE.

L’industria della difesa per essere davvero funzionale allo sviluppo europeo e tedesco ha quindi bisogno di una vera ricostruzione.

La Germania rinasce dalla difesa?

Una svolta verso la produzione del settore difesa potrebbe dare una spinta all’economia tedesca, che è rimasta indietro rispetto ai suoi omologhi europei, mentre le aziende devono fare i conti con gli elevati costi energetici, la burocrazia e l’aggressiva concorrenza estera.

L’istituto Kiel per l’economia mondiale stima che il PIL dell’Unione Europea potrebbe crescere dello 0,9-1,5% all’anno se i Paesi dell’UE aumentassero la spesa militare al 3,5% del PIL, rispetto all’attuale obiettivo NATO del 2%, e facessero affidamento sulla tecnologia locale. Per la Germania, con la sua attuale infrastruttura industriale, la crescita del PIL si collocherebbe probabilmente nella fascia alta di tale intervallo.

Secondo le stime di EY, aumentare la spesa per la difesa al 3% del PIL raddoppierebbe gli investimenti annuali della Germania, portandoli a 25,5 miliardi di euro, creerebbe 245.000 posti di lavoro diretti e indiretti e genererebbe circa 42 miliardi di euro di attività di produzione e servizi ogni anno.

“Dobbiamo considerare l’industria della difesa come un motore economico per la Germania”, ha affermato Doerre di Hensoldt. Il settore avrà un ruolo più significativo rispetto al passato. Le conseguenze, però, saranno ampie e non solo economiche. Ci sono in ballo il concetto di sicurezza, di pace e di cooperazione politica dei Paesi.

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