Immigrazione: meno sbarchi e più rimpatri, ecco i numeri dell’Italia nel 2017

Alessandro Cipolla

2 Gennaio 2018 - 12:55

Il Viminale ha reso noti i numeri relativi all’immigrazione in Italia nel 2017: diminuisce di un terzo il numero degli arrivi, aumentano invece i rimpatri.

Immigrazione: meno sbarchi e più rimpatri, ecco i numeri dell’Italia nel 2017

Immigrazione in calo in Italia con gli arrivi nel nostro paese che nel 2017 sono drasticamente diminuiti rispetto all’anno precedente. Aumentano invece gli stranieri che una volta giunti nel nostro paese sono stati rimpatriati.

Se da un lato il dossier Onu parla di un aumento delle migrazioni nel mondo, i numeri resi noti dal Viminale per quanto riguarda l’Italia sono invece in controtendenza. Un calo questo dovuto agli accordi presi con la Libia, anche se le criticità e i dubbi rimangono sempre attuali.

Immigrazione in calo in Italia

Nel consueto bilancio di fine anno, il Viminale ha reso note anche le cifre riguardanti lo scottante tema, soprattutto adesso che siamo entrati in campagna elettorale, dell’immigrazione verso il nostro paese.

Alla fine il dicastero dell’Interno ha certificato una sensibile diminuzione degli sbarchi in Italia, dando concretezza quindi a quel sentore che parlava di un quasi crollo degli arrivi di migranti sulle nostre coste.

In tutto il 2017 infatti sono stati in totale 119.310 gli immigrati accolti, ovvero il 34,24% in meno rispetto al 2016 quando invece ne arrivarono 181.436. In aumento invece i rimpatri che sono stati 6.340 contro i 5.300 dei dodici mesi precedenti (+19,6%).

I motivi di questo sensibile calo sono da ricercare negli accordi stretti a inizio estate tra il governo italiano e quello libico. A fronte di un maggiore sostegno, Tripoli infatti si è impegnato nel cercare di contrastare con più efficacia le partenze dalle proprie coste.

In questo senso i numeri danno ragione al ministro dell’Interno Marco Minniti, con la sua opera che ha ricevuto anche il plauso di un Europa che da tempo ormai ha assunto una posizione pilatesca per quanto riguarda la questione dei migranti.

Di certo però questa diminuzione di arrivi non risolve il problema. Per prima cosa ci sono le voci che parlano di bande armate assoldate dal governo di Tripoli per impedire le partenze. Chi poi rimane come intrappolato in territorio libico, viene rinchiuso in dei veri e propri lager dove episodi di violenza e di estorsione di denaro sono la triste normalità.

Con l’invio di 500 militari italiani in Niger il premier Gentiloni ha negli ultimi giorni sposato la causa del suo collega francese Macron, che punta a militarizzare ulteriormente i confini desertici della parte meridionale della Libia per impedire così che i vari viaggi della speranza possano mettersi in moto.

In questo caso, il tema dell’immigrazione si va a intrecciare con quello del terrorismo, visto che in quei territori sono molto attivi gruppi di jihadisti islamici, che spesso traggono il loro sostentamento proprio nel traffico di vite umane.

L’allerta terrorismo

Nel bilancio annuale del Viminale ampio spazio è stato dato anche al tema del terrorismo. L’azione di prevenzione, di controllo e di espulsione nel nostro paese ha fatto registrare un’impennata rispetto il 2016.

Nell’anno che si è appena concluso infatti sono stati 105 i sospetti terroristi che sono stati espulsi dal nostro paese, per un vistoso aumento rispetto ai 66 del 2016. Salgono anche il numero degli arrestati, che da 33 passano a 36.

Molto delicato è anche il tema dei foreign fighters. Con il collasso dello Stato Islamico in Siria e in Iraq, dove di fatto l’Isis non controlla più nessuna grande città dopo la caduta di Mosul e Raqqa, è iniziata ora una sorta di diaspora dei guerriglieri jihadisti.

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2017 sono stati 129 i foreign fighters monitorati. Di questi, 42 sarebbero morti duranti i combattimenti mentre in 24 invece sarebbero riusciti a fare ritorno in Europa.

Sempre per quanto riguarda l’allerta terrorismo, i controlli sono aumentati lo scorso anno del 182%. Un chiaro segnale questo di come nel nostro paese rimanga sempre alto il livello di guardia da parte delle nostre forze dell’ordine.

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