Il Senato Usa vota contro la condanna del tycoon per le accuse di aver incitato le rivolte di Washington
Come annunciato da molti alla vigilia, è arrivata poco fa l’assoluzione per Donald Trump, accusato di aver incitato le rivolte di Washington nei panni di presidente degli USA.
Il tycoon è stato assolto dal Senato in quello che è il secondo processo di impeachment a suo carico, che lo vedeva associato direttamente agli assalti al Campidoglio in grado di scuotere gli Stati Uniti lo scorso gennaio.
Per l’accusa infatti Trump “guardò tutto in TV come uno show”, ma non fu un “innocente spettatore” bensì “l’istigatore capo”. Tutte tesi respinte dal Senato Usa, con l’esultanza finale dello stesso Trump pronto ad annunciare la sua mai sopita voglia di fare politica:
“Il nostro movimento ha appena cominciato”,
ha commentato il tycoon appena pochi minuti dopo la sentenza.
Impeachment: il Senato Usa assolve Trump
Di fatto l’esito di oggi appariva abbastanza scontato: il lavoro dei democratici (in favore della condanna) non ha attirato un numero sufficiente di repubblicani.
Alla fine i 57 voti a favore della condanna (solo 7 dei quali dei repubblicani) non sono bastati di fronte ai 43 contrari, considerando la necessità di un accordo di almeno due terzi dei senatori, ovvero 67.
Solo lo scorso 10 febbraio era stata decretata la costituzionalità del secondo processo di impeachment per Trump, cosa che aveva fatto infuriare il tycoon, che da sempre definisce ridicole le accuse: “una vera caccia alle streghe”.
La tesi dem era improntata a dimostrare come Trump non fosse affatto spettatore di quanto successo a Capitol Hill:
“Le prove dimostreranno che l’ex presidente non è stato un innocente spettatore ma ha abbandonato il suo ruolo di commander in chief ed è diventato l’istigatore capo”.
Accuse che si sono spinte fino a cercare di dimostrare che i rivoltosi puntassero ad uccidere Nancy Pelosi, la presidente della Camera da molti definita ’nemica giurata’ di Donald Trump.
Con l’assoluzione, Trump può quindi ora ripresentarsi alle elezioni tra quattro anni, ipotesi che lo stesso tycoon sembra cavalcare, parlando a condanna scampata di un “movimento che ha appena cominciato”.
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