La Guardia di Finanza sta indagando sulla correttezza del sistema fiscale utilizzato per i pagamenti dei fattorini impegnati nelle consegne a domicilio: 4 le società nel mirino delle fiamme gialle.
Le operazioni della Guardia di Finanza si intrecciano con le indagini avviate dai procuratori di Milano in merito alla posizione di alcuni rider impegnati nelle consegne a domicilio per le 4 società leader del settore: Uber Eats, Glovo (Foodinho), Deliveroo e Just Eat.
Mentre le fiamme gialle concentrano le indagini sulla correttezza del sistema fiscale utilizzato dalle società negli anni considerati ai fini dell’indagine, i pm di Milano stanno invece valutando la posizione lavorativa dei fattorini, le tutele alle quali sono sottoposti ed eventuali infortuni verificatisi sul posto di lavoro. Al vaglio degli inquirenti anche alcune chat tra i lavoratori.
Da quanto emerso, ci sarebbero almeno 733 milioni di euro di ammende oltre a più di 1 miliardo di contributi da versare all’Inps. Ma Assodelivery ha già valutato la possibilità di presentare un ricorso.
Controlli della Gdf su quattro società di consegna a domicilio
I rider, ovvero i fattorini che consegnano cibo a domicilio in bicicletta, tornano al centro dell’attenzione. Stavolta, però, la Guardia di Finanza ha posto la lente sulle quattro società leader del settore per valutare la correttezza degli adempimenti fiscali delle stesse.
Al vaglio delle fiamme gialle ci sarebbe l’ipotesi di una “stabile organizzazione occulta”, avanzata in conseguenza del fatto che alcune delle società considerate operano in Italia da una sede estera e la cui struttura del Fisco risulta inesistente. In particolare, Deliveroo e Just Eat hanno la loro sede legale in Italia, mentre Uber Eats risulta stabilito nei Paesi Bassi e Glovo ha sede a Barcellona, ma distribuisce i cibi e i servizi in Italia tramite la start up nazionale Foodinho.
Un altro tema al vaglio della Guardia di Finanza è poi la questione del “transfer pricing”, ovvero la corretta applicazione dei prezzi di trasferimento. Il perimetro di indagine, dunque, è molto ampio e potrebbe far scattare non soltanto un accertamento fiscale amministrativo, ma anche un’indagine penale per la mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali in Italia.
L’indagine dei pm di Milano
A tale scopo, anche il procuratore di Milano, Francesco Greco, ha evidenziato come, dopo aver verificato la posizione di 60 mila fattorini impiegati in Uber Eats, sia emersa una modalità di pagamento online di cui “non sappiamo dove vengono recepiti, ma il rapporto di lavoro e l’organizzazione dei rider è guidata sul territorio italiano”.
Il pm ha però avanzato un’ipotesi conclusiva: potrebbe trattarsi di un rapporto di lavoro subordinato.
Le società avranno a disposizione 90 giorni per inquadrare i 60 mila collaboratori occasionali come co.co.co. Ciò significa che tutti questi lavoratori otterranno le dovute coperture previdenziali, il diritto alla malattia, alle ferie, i congedi, l’indennità di malattia, la disoccupazione e il Tfr. “Non è più il tempo di dire sono schiavi - ha sottolineato Greco -, è il tempo di dire che sono cittadini che hanno bisogno di una tutela giuridica ”.
Multe per 733 milioni di euro
L’indagine della procura milanese ha anche inserito nel registro degli indagati sei datori di lavoro delle quattro società leader, oltre a portare ad ammende pari a 733 milioni di euro riguardanti la violazione di norme sulla salute e sulla sicurezza del lavoro.
L’indagine, appunto, era partita da una serie di infortuni stradali dei lavoratori che, durante il lockdown, “hanno svolto una funzione essenziale sia per portare da mangiare a un sacco di gente sia per permettere a molte imprese di sopravvivere”.
Sono stati coinvolti nelle indagini anche Inps e Inail, che stanno effettuando una serie di conti per definire i contributi e versamenti assicurativi mancanti: si parla di oltre 1 miliardo di arretrati da versare all’Inps.
Assodelivery, l’associazione che racchiude al suo interno le 4 leader del settore, ha già annunciato un possibile ricorso. “Siamo sorpresi dalle dichiarazioni - ha dichiarato l’associazione - e stiamo analizzando e approfondendo i documenti che ci sono stati forniti, valuteremo ogni azione conseguente ”.
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