Il mondo è alle prese con l’impennata dell’inflazione e i prezzi cominciano ad aumentare per i consumatori. Lo affermano alcune grandi aziende a livello globale: cosa aspettarsi?
L’inflazione in aumento è ormai realtà a livello globale.
I consumatori di tutto il mondo stanno per essere colpiti da prezzi ancora più alti per gli articoli di uso quotidiano, secondo l’allarme di grandi aziende come il colosso alimentare Unilever o il produttore di lubrificanti WD-40 Co.
I motivi sono noti. Le imprese stanno affrontando un mix di sfide: dalle catene di approvvigionamento stressate, ai costi più elevati per energia, materie prime, imballaggio e spedizione.
Il rischio è che, con il perdurare dell’inflazione elevata, le aziende trasferiscano gli aumenti sui consumatori, mettendo in crisi la stagione dello shopping natalizio alle porte.
Cosa aspettarsi? Prezzi ancora alti, parola delle multinazionali.
Inflazione: prezzi in aumento per i consumatori
Lo ha riportato Bloomberg: alcuni grandi gruppi internazionali stanno già riversando sui consumatori la pressione inflazionistica.
Il produttore di saponette Dove e barrette di gelato Magnum ha incrementato i prezzi di oltre il 4% in media nell’ultimo trimestre, il balzo più grande dal 2012, segnalando il trend anche per il prossimo anno.
Situazione simile per Nestlé, Procter & Gamble Co. e Danone, i cui prodotti dominano le corsie dei supermercati a livello globale.
Il CEO di Unilever Alan Jope in un’intervista a Bloomberg Television ha sottolineato che: “siamo in un ambiente inflazionistico che si verifica una volta ogni due decenni.”
Qualcosa di straordinario, quindi, si sta palesando, con effetti pesanti per i cittadini.
I consumatori nei mercati emergenti hanno finora affrontato la maggiore inflazione, come si vede nei risultati di Nestlé. Il colosso alimentare svizzero, che produce caffè Nespresso e pizze DiGiorno, ha aumentato i prezzi in tali Paesi del 2,6% nei primi nove mesi dell’anno, tre volte il tasso dei mercati sviluppati.
Danone ha indicato che gli acquirenti in Europa e negli Stati Uniti non sfuggiranno alla stretta. Si prevede un aumento dei costi di circa il 9% nella seconda metà dell’anno.
P&G, il produttore dell’ammorbidente per tessuti Downy e dei fazzoletti per il viso Puffs, prevede spese per 2,3 miliardi di dollari quest’anno fiscale a causa degli elevati costi delle materie prime e del trasporto. Per questo, ha aumentato i prezzi su numerosi prodotti e afferma che la situazione continuerà in questa direzione.
Secondo Auto Trader Group, gli acquirenti di auto usate nel Regno Unito stanno spendendo circa un quarto in più di un anno fa, poiché l’aumento della domanda si scontra con la scarsa disponibilità.
Jay Rembolt, CFO di WD-40, produttore di lubrificanti e detergenti industriali con sede a San Diego, ha dichiarato in una teleconferenza che la società è nel pieno di un aumento significativo dei costi di trasporto e delle commissioni dai fornitori. La risposta è il rincaro dei prodotti.
Economia globale colpita dall’inflazione
Negli Stati Uniti, l’inflazione ha accelerato rapidamente fino a raggiungere il livello più forte dal 2008. Nelle economie sviluppate, gli squilibri tra domanda e offerta post-pandemia hanno spinto il tasso sopra il 4% per la seconda volta negli ultimi due decenni.
Il ritorno del potere sui prezzi segna un cambiamento epocale nell’economia globale e pone unanuova sfida per i banchieri centrali dopo anni di mancato raggiungimento degli obiettivi di inflazione. Gli istituti finanziari stanno cercando di capire se accelerare la rimozione degli stimoli per calmare i prezzi, o resistere e favorire ancora la ripresa economica ancora incerta.
Il fatto che alcune grandi aziende stiano trasferendo i rincari sui consumatori è un allarme. Le imprese in genere aumentano i prezzi gradualmente, motivo per cui l’inizio di un rialzo inflazionistico di solito danneggia maggiormente la redditività.
Se, infatti, si trasferiscono gli aumenti dei costi troppo rapidamente, gli acquirenti possono passare a prodotti più economici della concorrenza o ritardare gli acquisti.
Ora, però, i consumatori sono avvisati: i prezzi delle merci nei negozi sono in crescita. L’economia globale ne risentirà?
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