WeShort è stata definita la Netflix italiana. Come usa l’intelligenza artificiale per lo streaming dei film corti e dove vuole arrivare ce lo ha spiegato il suo founder, Alessandro Loprieno
C’è una startup italiana che è stata definita la Netflix dei film corti in streaming, ma che vuole risolvere il cosiddetto Netflix Effect, ossia intende ridurre il tempo di scelta del film da parte degli utenti.
Si chiama WeShort e lo sta facendo con una forte componente di intelligenza artificiale, cosa che gli è valsa il premio John McCarthy per l’innovazione tecnologica e della conoscenza, che sarà consegnato durante la AI Week 2023.
“We don’t do short selling but we are selling shorts” è il motto della creatura del suo fonder e Ceo, Alessandro Loprieno, imprenditore pugliese di 32 anni che ha fatto della sua passione per il cinema anche il suo lavoro.
Laurea all’Università degli Studi di Bari, master alla Bocconi School of Management, perfezionamento alla Y Combinator Startup School, con WeShort Loprieno lavora anima e corpo sulla mission di rendere i film corti una scelta quotidiana per il grande pubblico, in tutto il mondo.
Lo abbiamo intervistato in vista della AI Week 2023 proprio per capire dove vuole arrivare con questa via italiana ai film corti, qual è il ruolo dell’intelligenza artificiale, ottenendone anche una visione sul futuro, ben oltre l’aspetto dei film.
WeShort, "la Netflix” dei corti italiani che vuole diventare globale: 1 milione di investimento in 18 mesi, con Minerva Pictures nel capitale al 30%. L’Italia può davvero sfidare le grandi piattaforme globali?
La cosa avvincente è che WeShort abbia disponibili più di mille film corti da tutto il mondo, in diverse lingue e sottotitoli, non solo italiani. La nostra sfida è quella di aggregare maggior valore ad un ecosistema che ha già dimostrato difficoltà nel creare la propria sostenibilità di lungo periodo.
Non puntiamo a competere con Netflix ma essere un loro punto di riferimento grazie al nostro specifico expertise e focus giornaliero sul cinema di breve durata.
A fine 2020 abbiamo già assistito al tentativo fallimentare di Quivi da 1,7 miliardi, nata tra le colline di Hollywood, un concept sul short entertainment seriale in formato verticale.
Una startup come WeShort che nasce da un pugliese volenteroso come me, da una ridente città sul mare a nord di Bari, può farcela, proprio perché outsider e guidato dalla voglia di migliorare ciò che già esiste, con il fine nobile di portare più cinema nella vita delle persone.
La nostra mission è rendere il short film un mainstream. Oggi viviamo in un mondo diverso da quello in cui è nata Netflix, che ha riscritto il modo di concepire lo streaming, precedentemente relegato solo ai siti di film illegali, idem Spotify per la musica.
Seppur oggi non dobbiamo necessariamente costruire la tecnologia da zero per andare sul mercato, il percorso resta arduo e le parole chiave rimangono sempre le stesse: validation, market, innovation, business model, sales, revenues e growth.
Come sta sviluppandosi WeShort, con quali tecnologie e verso quale pubblico?
La tecnologia OTT dello streaming è quello su cui si basa il 75% del nostro business. Utilizziamo l’OTT di un provider esterno e abbiamo in sviluppo componenti proprietarie da integrare, come il sistema che raccomanda i contenuti basato su intelligenza artificiale, software di intelligenza artificiale per prevenire la pirateria e altri sistemi per rendere più efficiente la ricerca dei rights holders di cortometraggi presenti sul web gratuitamente.
L’obiettivo per il futuro è poter sviluppare controllo qualità e la revisione di film corti da selezionare per WeShort.com con il supporto dell’intelligenza artificiale. Le competenze del team saranno impiegare per rendere queste tecnologie sempre più integrate nei processi interni dell’azienda.
Tra le nostre buyer personas, oltre agli amanti di corti e i cinefili, abbiamo individuato, coloro che spesso non guardano film perché non trovano il tempo, per esempio, imprenditori, manager e professionisti ma anche chi viaggia per lavoro o pendolari.
Ci rivolgiamo anche a un pubblico che ama la tecnologia motivo per cui nel piano di sviluppo delle produzioni WeShort Originals abbiamo diversi progetti di finzione dove il fil rouge è l’impatto dell’intelligenza artificiale nella società contemporanea, ve ne cito uno di cui vado fiero il cui titolo è GOD.
Dallo scorso febbraio i corti di WeShort arrivano in streaming anche su MYmovies, importante realtà digitale dedicata al cinema in Italia. Quali e quante altre partnership servono per scalare?
Siamo in trattativa con molte realtà importanti in Italia e nel mondo. La partnership con MYmovies è stata una delle cose belle di inizio 2023, insieme ad esser diventi Associate Partner del Sundance Institute.
Per la parte commerciale, credo che il nostro prodotto, ovvero l’abbonamento WeShort, può essere proposto come gift digitale di fidelity per clientele giovani di aziende di vario tipo, oppure da inserire nel piano welfare aziendale per i dipendenti. In generale cerchiamo partnership con aziende di telecomunicazioni, grandi catene alberghiere, gruppi aeroportuali, aziende del settore automotive e trasporto via terra.
Mi piacerebbe tantissimo fare una partnership con tre aziende in particolare dove credo potremmo veramente fare la differenza per la clientela: FLixBus, Tesla e Starbucks.
Riceverete all’AI Week 2023 il premio John McCarthy per l’innovazione tecnologica e della conoscenza con ricerche legate all’AI. Qual è il ruolo dell’intelligenza artificiale in WeShort?
Definisco WeShort data-driven, anche se siamo agli albori. Questo premio mi onora veramente tanto ed è una gratificazione che corona due anni e mezzo di lavoro intenso ed ininterrotto. Da quando esiste WeShort, nella mia mente ripropongo ogni giorno la domanda come posso innovare l’esperienza utente su WeShort.com?
Il nostro obiettivo è risolvere quello che oggi noi tutti conosciamo come il problema del “Netflix Effect” ovvero passo più tempo a cercare che a guardare.
In questo l’intelligenza artificiale unita ad una sapiente UIUX riesce a darci delle soluzioni. L’obiettivo è che il nostro utente spenda al massimo 30 secondi per trovare un cortometraggio che sia adatto alle sua logistica, esigenze, gusti e umore.
L’intelligenza artificiale in WeShort ha il ruolo di servire i migliori contenuti all’utente anche in base a dove si trova o se si trova in movimento per esempio su bus, metro, tapis roulant oppure se sta vivendo un’esperienza di intrattenimento statica sul divano di casa o seduto ad una panchina in un parco con il suo smart phone.
La grandezza dell’intelligenza artificiale sta nell’essere una metafora del secolare progresso umano, con la capacità che ha di mettere insieme temi tecnologici, economici, etici e normativi. Ne esiste uno che predomina? Qual è il suo pensiero al riguardo?
Parlando di temi etici, economici, normativi e aggiungo politici, mi esprimo condividendo uno sguardo cinematografico: in un futuro non troppo lontano non esisterà più una politica fatta di persone che governano, il mondo sarà disciplinato da un’AI.
Ciò che più mi affascina per citare un film, 2001 A Space Odyssey di Stanley Kubrick è se come Hal 9000 ci saranno altre AI in grado di simulare la coscienza e l’animo dell’essere umano, addirittura provando gioia, dolore, amore, come accade nel film Her di Spike Jonze del 2012. Come tutte le tecnologie anche l’intelligenza artificiale è neutra, tutto dipende da come la si utilizza e si spera di essere sempre noi umani a controllarla.
Alessandro Loprieno sarà speaker alla AI Week 2023 (dal 17 al 19 aprile online e il 20 e 21 alla Fiera di Rimini).
Il business ticket costa 257 euro e il Vip ticket 397 euro, ma ci si può iscrivere e risparmiare il 20% sul pass utilizzando il codice sconto offerto da Money.it, MONEY20.
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