Ecco quando è possibile l’interdizione di un genitore anziano, a che cosa serve e quali sono le differenze con l’inabilitazione.
Può succedere che un genitore, ormai diventato anziano, inizi a perdere parte delle sue capacità psichiche, magari iniziando ad avere problemi di memoria o difficoltà ad anticipare le conseguenze delle proprie azioni. Talvolta le conseguenze sono ben peggiori, specie se si associano anche patologie o disturbi che contribuiscono a compromettere le facoltà principali dell’essere umano.
Ovviamente, lasciare un genitore in gravi difficoltà prendere decisioni importanti in autonomia può essere estremamente dannoso, ma è anche vero che i figli non possono legalmente impedire ai genitori, seppur anziani, di fare qualcosa, né tanto meno possono decidere per loro. In questo caso, si può rimediare con l’interdizione, ecco quando è possibile e a cosa serve.
Cos’è l’interdizione e qual è la differenza con l’inabilitazione
L’interdizione è un determinato stato del soggetto, pronunciato da un giudice nella sentenza, che ne attesta l’incapacità legale. Il nostro ordinamento distingue infatti tra incapacità naturale e legale. La prima riguarda quelle persone che pur non essendo interdette si trovano in stato di incapacità transitoria, ad esempio dovuta alla minore età o all’alterazione provocata dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Gli incapaci naturali non sono stati dichiarati tali da un giudice, bensì si trovano in questa condizione per cause definibili, per l’appunto naturali.
L’incapacità legale è invece stabilita dal giudice in seguito a un procedimento di accertamento e stabilisce che l’individuo in questione, pur avendo i requisiti di capacità naturale, si trova in stato di infermità mentale abituale e permanente, con conseguente alterazione delle capacità psichiche. L’incapace legale non ha quindi i mezzi per poter amministrare i propri interessi e provvedere ai propri bisogni, passando dai piccoli gesti quotidiani fino alla gestione del patrimonio.
L’inabilitazione, invece, sentenzia una forma di incapacità meno grave, in cui lo stato di alterazione è solo parziale. Per questa ragione, all’interdetto viene nominato un tutore, che sostituisce completamente la capacità decisionale del soggetto, ma agendo nei suoi interessi e con l’autorizzazione del giudice sugli aspetti più rilevanti. L’inabilitato, invece, viene affiancato da un amministratore di sostegno che si limita ad assistere il soggetto e a controllare gli atti di straordinaria amministrazione, i quali devono comunque essere autorizzati anche dal giudice tutelare.
A cosa serve l’interdizione
L’interdizione, pur essendo un provvedimento molto importante, può rivelarsi estremamente utile per tutelare il benessere di un genitore anziano, compresi la sua salute e il suo patrimonio. In seguito al provvedimento di interdizione, infatti, il soggetto non può compiere alcun atto legalmente valido in assenza del suo tutore.
In questo modo, è possibile ottenere una gestione migliore del patrimonio e delle finanze in grado di assicurare all’interdetto il soddisfacimento dei suoi bisogni. Non solo, la nomina del tutore risulta fondamentale anche per evitare che il genitore, a causa delle sue condizioni, compia atti rischiosi o perfino dannosi.
Per esempio, con l’interdizione si evita che il genitore sperperi tutti i suoi soldi in beni inutili non potendo fare la spesa, acquistare le medicine o pagare il canone d’affitto. Ancora, l’interdetto non può fare testamento e ha bisogno dell’autorizzazione del giudice per compiere atti di straordinaria amministrazione, che neanche il tutore può compiere in sua vece. Rientrano fra questi atti:
- Gli investimenti finanziari;
- l’acquisto di beni immobili e mobili;
- l’assunzione di obbligazioni;
- l’accettazione e la rinuncia di eredità o donazioni;
- la cancellazione di ipoteche;
- lo svincolo di pegni;
- la promozione di giudizi legali;
- la riscossione di capitali;
- la stipula di contratti di locazione di durata superiore a 9 anni;
- la contrazione di mutui;
- il reimpiego di somme di denaro.
Si possono così evitare atti dannosi ed è più semplice allontanare eventuali raggiri, anche perché si ricorda che la circonvenzione d’incapace è un reato punito con la reclusione da 2 a 6 anni e la multa da 206 a 2.065 euro.
Quando è possibile l’interdizione
Per quanto possa essere utile richiedere l’interdizione per un genitore anziano che appare incapace di provvedere da solo ai suoi bisogni, non si tratta di una pronuncia automatica. È indispensabile che vengano accertate le condizioni psichiche e fisiche dell’interessato, attraverso:
- Consulenza tecnica;
- audizione dei parenti prossimi;
- accertamenti medici.
In base a questi dati, il giudice ha la facoltà di emanare provvedimenti urgenti o provvisori, a seconda del caso, oppure pronunciare immediatamente l’interdizione. La sola anziana età non è ovviamente un requisito sufficiente da solo a comportare l’interdizione, ma è necessario che ci sia un’infermità di mente permanente. In ogni caso, la sentenza può essere impugnata dai figli e dagli altri aventi diritto, compreso il tutore se nominato.
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