Dal monitoraggio dell’Iss emerge una crescita dell’incidenza che tocca quota 98 su 100 mila abitanti. Tutte le regioni sono a rischio moderato. Entriamo nel dettaglio.
Dopo cinque settimane in continua crescita, l’indice Rt in Italia si attesta a 1,21. Stesso dato della scorsa settimana. Ma è allarme incidenza che continua a salire, toccando quota 98 casi per 100 mila abitanti contro i 78 della settimana precedente. È quanto comunica l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), alla luce dei dati della cabina di regia in corso questa mattina.
Non è tutto. Negli ultimi sette giorni sono cresciuti ancora ricoveri e terapie intensive. «Il tasso di occupazione in terapia intensiva - si legge nella nota - è al 5,3% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 18/11) contro il 4,4% (rilevazione giornaliera all’11/11). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 7,1% (rilevazione giornaliera al 18/11) contro il 6,1% all’11/11». Entriamo nel dettaglio.
Tutte le regioni a rischio moderato, una verso il rischio alto
Tutte le 21 regioni e province autonome sono classificate a «rischio moderato», contro le 20 della scorsa settimana. Tra queste, una è ad alta probabilità di progressione a «rischio alto». Non solo. Undici regioni riportano un’allerta di resilienza, ma finora nessuna riporta molteplici allerte di resilienza. Lo evidenzia il monitoraggio della cabina di regia, i cui dati sono comunicati dall’Istituto superiore di sanità.
Dal monitoraggio settimanale dell’Iss, emerge anche un’altra novità. Sono in forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (15.773 contro 11.001 di sette giorni fa). La percentuale dei casi di contagio rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile (34% contro 34% la scorsa settimana). Diminuisce la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (45% contro 48% della scorsa settimana), mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (21% contro 18%).
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Le regioni a rischio zona gialla
Questa settimana nessuna regione passa in zona gialla, ma gli esperti stanno studiando attentamente le cosiddette «proiezioni sui tempi di raddoppio», per capire cosa aspettarsi da qui a Natale. In una fase epidemica ascendente come questa.
Al momento la situazione è ancora sotto controllo. Ma senza un’inversione della curva certificata da una riduzione sotto l’1% dell’Rt, la prospettiva è che prima di Natale alcune regioni possano finire in zona gialla (o arancione) se il tasso di saturazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive dovesse superare le soglie critiche fissate lo scorso luglio.
I dati che emergono dal monitoraggio dell’Iss fanno suonare il campanello d’allarme per il Friuli Venezia Giulia, che evita la zona gialla per un soffio (al 13,1%, ben oltre la soglia del 10%, per i posti occupati in terapia intensiva. Ma lievemente sotto al limite del 15%, al 14,8, per i posti in area medica). L’incidenza è già da fascia rossa con 289,3 casi ogni 100 mila abitanti.
Anche la provincia di Bolzano è al limite. Il tasso di saturazione delle terapie intensive è all’11,3% e al 14,2% per la degenza ordinaria. L’incidenza è da zona rossa, 406 su 100 mila abitanti.
In corso stamane la cabina di regia del ministero della Salute. A seguire probabilmente un tavolo con il Comitato tecnico scientifico (Cts) per analizzare una situazione epidemiologica sempre più complicata, con oltre 10 mila casi per il secondo giorno consecutivo.
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Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, aveva già anticipato che nessuna regione passerà da lunedì in zona gialla «ma alcune, come il Friuli-Venezia Giulia e le Marche, vanno un po’ attenzionate». Stessa situazione per le province di Bolzano e Trento. Poi anche la Liguria e il Veneto.
Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza «siamo entrati in una fase molto più delicata» per due ragioni: la diminuzione della copertura vaccinale che attorno ai sei mesi dalla seconda dose scende in tutte le fasce d’età e l’arrivo della stagione fredda che consente al virus di diffondersi più velocemente al chiuso. Trainato anche dalla variante Delta.
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