Contro le attese, sono in crescita il Pil Italia e il reddito delle famiglie, ma la spesa rimane ferma
Il Prodotto interno lordo italiano, contro le stime di Agosto, è tornato a crescere. Così rivela l’Istat, che nel report trimestrale afferma che il Pil è salito dello 0,1% sia in relazione ai tre mesi precedenti che su base annua. Due mesi fa era stata prevista invece una contrazione dello 0,1% in termini tendenziali e una variazione nulla a livello congiunturale. Sembra scampato, dunque, il pericolo di una recessione, almeno nell’immediato.
Contemporaneamente, è salita anche la propensione al risparmio delle famiglie italiane.
Pil Italia torna a crescere
In generale sono dati lievemente positivi quelli diffusi oggi dall’Istat. Insieme all’aumento del Pil, è stato registrato anche il decremento dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil, che è stato pari all’1,1% contro l’1,3% dello stesso trimestre del 2018.
Nei primi due trimestri dell’anno corrente, il rapporto deficit/Pil è stato pari al 4%, in calo dello 0,2% rispetto al medesimo periodo del 2018. È il risultato semestrale migliore dal 2000, da 19 anni.
È diminuita, quindi, l’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil anche grazie a un maggior incremento delle entrate rispetto alle uscite (rispettivamente del 2,5% e del 2%).
Famiglie, sale propensione al risparmio
In crescita il reddito delle famiglie, che hanno quindi visto crescere il proprio potere d’acquisto, che però non si è tradotto in maggiori consumi. Il reddito disponibile dei nuclei familiari è aumentato dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, mentre la propensione al risparmio ha segnato un aumento dello 0,8% all’8,9%. Questa è calcolata come rapporto percentuale fra il risparmio lordo e il reddito disponibile lordo.
Ciò è dovuto al fatto che l’aumento della spesa è stato praticamente nullo, ovvero dello 0,1%. Da registrare anche l’aumento dello 0,3% (rispetto allo stesso periodo del 2018) della pressione fiscale, che adesso si attesta al 40,5%.
Scende la quota di profitto delle società non finanziarie al 40,7%, diminuita quindi dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
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