Il cambio orario torna in Italia anche nel 2025, ecco perché e quando si cambiano di nuovo le lancette.
Continua a imperversare il dibattito sull’ora legale nell’Unione europea, ma l’Italia conferma il cambio orario nel 2025. Presto dovremo nuovamente spostare le lancette e fare i conti con qualche giornata di assestamento della routine. Secondo gli esperti per minimizzare gli effetti sul bioritmo è sufficiente prepararsi con qualche giorno d’anticipo, ma per questo c’è ancora tempo. Cominciare a variare gli orari troppo presto è infatti difficile e controproducente, dato che si vanificherebbe completamente la ragione del cambio orario, per quanto discussa.
Molti Paesi hanno ormai abolito l’ora legale, mentre altri non l’hanno mai introdotta dal principio. Europa e Stati Uniti continuano tuttavia a essere fedeli sostenitori di questa convenzione, per quanto al vaglio ci siano varie ipotesi. Già prima della pandemia, che poi ha spostato comprensibilmente le priorità dei vari Stati, si discuteva sui pro e contro dell’ora legale, ma per il momento non sono ancora state prese decisioni rilevanti.
Non è affatto una questione di poco conto, visto che ci sono molti settori della vita su cui l’organizzazione oraria incide. Salute, impatto ambientale, sicurezza stradale e impatto energetico sono i principali. Prima di introdurre cambiamenti devono essere presi in considerazione tutti i possibili impatti. Anche se si parla comunemente di abolizione dell’ora legale, ciò che viene dibattuta è piuttosto l’adozione permanente della stessa, cancellando la variazione. Al momento, tuttavia, è ancora tutto in forse e anche per il 2025 dobbiamo spostare l’ora due volte.
L’Italia conferma il cambio orario nel 2025
Certe cose non cambiano e la storia dell’ora legale in Italia lo conferma pienamente. Adottata per la prima volta nel 1916 per il risparmio sull’illuminazione, allora alimentata a carbone, ha fin da subito portato a contrasti accesi. Basti pensare che a Torino e nelle città limitrofe gli scioperi dei lavoratori portarono, sebbene in via provvisoria, al mantenimento dell’ora solare in alcuni ambiti di lavoro.
Soltanto dal 1966 l’ora legale è stata ripresa in maniera stabile in Italia, con il consueto cambio orario per l’ora solare una volta l’anno, dunque mai adottata permanentemente. La misura è stata riformata ancora nel 1980, passando nelle competenze dell’accordo della Comunità economica europea e anticipata, arrivando poi alla regolamentazione dell’Ue che conosciamo oggi. Nel 2018, poi, la Commissione europea ha proposto l’abolizione del cambio stagionale e da allora la decisione è oggetto del rimpallo tra Stati e organi Ue, complice il periodo di pandemia.
Il vantaggio indiscusso legato all’ora legale è sempre quello del risparmio energetico. Secondo i dati di Terna, che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, abbiamo risparmiato 10 miliardi di kWh dal 2004 al 2020, pressapoco 1 miliardo e 720 milioni di euro. Sfruttando la luce naturale si riesce così a diminuire l’uso della corrente elettrica, un risultato che sarebbe di certo molto meno impattante in estate, non potendo comunque compensare la necessità di luce nelle ore serali.
Il principale elemento a sfavore dell’ora legale è invece l’effetto sulla salute umana, con gli esperti preoccupati per l’alterazione del ritmo circadiano. Il ritmo abituale tra sonno e veglia viene modificato in maniera forzata, dando via a sensazioni spiacevoli che permangono fino al consolidamento della nuova abitudine. Stanchezza, sonnolenza, debolezza, affanno e sbalzi d’umore sono i sintomi principali. Non tutti li avvertono con la stessa intensità e per alleviarli bastano accorgimenti di vita salutare come lo sport all’aria aperta, ma nel frattempo aumentano gli incidenti stradali, cala l’attenzione a lavoro e così via. Secondo alcuni studi, lo spostamento delle lancette pare perfino correlato a un incremento degli infarti e dei suicidi.
Problemi in parte risolvibili dall’estensione dell’ora legale tutto l’anno, ma non del tutto. Anche chiudendo la questione dei cambi, infatti, resterebbe l’applicazione di una convenzione difforme rispetto alla luce naturale e alle condizioni ambientali, con possibili effetti dannosi per corpo e mente. Le diverse condizioni climatiche, peraltro, rendono ancora più difficile assumere una scelta generale. Finora il cambio orario si è mostrato l’unico compromesso accettabile, ma non sappiamo cosa riserva il futuro.
Quando bisognerà cambiare le lancette?
L’ora legale torna in Italia tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025. Nella notte sarà necessario spostare le lancette in avanti di un’ora, dalle 2:00 alle 3:00. Il nuovo orario ci accompagnerà fino alla notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, quando le lancette torneranno indietro accogliendo il nuovo inverno. Per adesso, però, bisogna prepararsi all’arrivo delle belle stagioni e della luce, sacrificando un’ora di sonno.
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