Un interessante confronto tra le stime del Def e quelle del FMI offrono un quadro traballante per i conti pubblici in Italia: perché c’è da preoccuparsi?
Italia: i conti non tornano, il debito pubblico è destinato a salire nei prossimi anni e il rapporto deficit/Pil è il peggiore in Europa. Questa è la situazione economica del nostro Paese leggendo un’analisi dell’Osservatorio dei conti pubblici appena pubblicata.
Nonostante il mondo possa sperare in un prossimo futuro più ottimista sulla crescita e sul calo dell’inflazione pur vivendo rischiose tensioni geopolitiche, il focus sulle casse statali delle varie potenze globali mostra crepe da non sottovalutare.
Il livello di debito, per esempio, è salito alle stelle ovunque dal periodo del Covid, raggiungendo cifre ormai insostenibili. In questa cornice, il nostro Paese preoccupa. Nonostante l’entusiasmo del Governo Meloni nell’annunciare dati positivi come quello dell’occupazione o del mancato rally dello spread, sono diversi i motivi per i quali restare vigili. La lungimiranza, piuttosto che lo sguardo sul breve periodo scelto da una politica in perenne campagna elettorale, probabilmente aiuterebbe a costruire un’Italia più solida e credibile.
Debito e deficit sono allarmi che continuano a suonare e le prospettive economiche internazionali, come l’outlook del FMI, non sono incoraggianti per il Belpaese. I numeri del Def e del Fondo Monetario Internazionale, per esempio, non combaciano affatto. In Italia, i conti continuano a non tornare.
Italia nella trappola di deficit e debito. Perché è tra le nazioni peggiori?
Gli eccezionali livelli di indebitamento stanno colpendo diversi Paesi del mondo, in un trend preoccupante che vede debiti crescenti ovunque, dagli Usa alla Cina.
Come osservato da Alessio Capacci, Gianpaolo Galli e Rossana Arcano sull’Osservatorio dei conti pubblici italiani, “dal 2020 a oggi, numerosi Paesi hanno fatto default sul debito: l’Argentina, il Belize, l’Ecuador, l’Etiopia, il Ghana, il Libano, lo Sri Lanka, il Suriname, l’Ucraina e lo Zambia. Parecchi altri, fra i Paesi emergenti o a basso reddito, sono giudicati a rischio default; 92 di essi sono indebitati con il FMI. Fra i Paesi avanzati l’Italia è ritenuta uno dei più fragili.”
Nello specifico, secondo le previsioni del FMI il nostro Paese registrerà tra i maggiori aumenti del debito nei prossimi anni. La tabella elaborata dagli esperti è eloquente al riguardo:
Gli analisti notano che: “il rapporto debito/Pil italiano è infatti previsto aumentare rispetto al consolidato del 2023 (137,3 per cento) di quasi 2 punti nel 2024 e di 7,6 punti (fino al 144,9 per cento) nel 2029. Come noto, ciò è dovuto in larga misura all’effetto dilazionato dei crediti edilizi connessi al Superbonus 110%.”
Da evidenziare che Regno Unito e Stati Uniti avranno incrementi del debito/Pil al 2029 ancora maggiori. La Grecia, invece, con il debito più alto di tutta l’Ue (168,8 per cento nel 2023) dovrebbe riuscire a diminuirlo di ben 30 punti di Pil al 2029. Con questo andamento, il suo livello di debito sarà inferiore a quello italiano.
Per quanto riguarda il deficit, il 2023 è stato un anno negativo e nell’analisi del FMI tutti i Paesi esaminati, tranne il Portogallo, hanno riportato un disavanzo. L’Osservatorio dei conti pubblici ha spiegato che se nel 2023 l’Italia ha guadagnato la maglia nera in termini di indebitamento netto, nei prossimi due anni la Francia sarà la peggiore con un deficit al 4,9%. “Vari Paesi dell’UE, al di fuori dell’Eurozona, registrerebbero deficit più elevati: l’Ungheria (5,2 per cento di Pil), la Polonia (5,5 per cento), la Slovacchia (6,0 per cento) e la Romania (6,3 per cento)”, si legge nell’analisi.
Anche in questo caso, la tabella viene in aiuto:
In sostanza, occorrerà avvicinarsi al 2029 per riuscire ad avere in Italia un deficit al 3%, sulla soglia di tollerabilità del Patto di stabilità Ue.
Perché i conti non tornano in Italia?
Interessante, infine, è il confronto proposto dagli analisti tra le previsioni economiche del Def e quelle del FMI. Si scopre, così, che i conti non tornano per l’Italia.
Più debito, meno crescita è quello che emerge dalle stime del FMI rispetto alle più ottimistiche previsioni del Def. Il Governo Meloni spera in un Pil oltre l’1% tra il 2024 e il 2026. Ciò che emerge, pur con numeri diversi, è che il debito/Pil salirà ancora in entrambe le aspettative. E questo condanna il Belpaese a conti pubblici ancora poco rassicuranti.
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