Crosetto è stato chiaro: “Se c’è pericolo servono riservisti”. L’Italia è vicina a entrare in guerra? Nel caso per il ministro la Nato avrebbe un grosso problema.
L’Italia sta per entrare in guerra? Mai come adesso questa domanda appare essere di stretta attualità, specie dopo l’intervista - dai toni più che preoccupanti - rilasciata a La Stampa da parte del nostro ministro della Difesa Guido Crosetto.
“C’è una guerra commerciale in atto che vuole alterare le regole globali – ha dichiarato Crosetto -. Le navi russe e cinesi non vengono attaccate e la cosa viene annunciata apertamente. Questo crea un disallineamento commerciale, perché le loro merci hanno costi di trasporto e di assicurazioni inferiori, cosa che si riflette sui prezzi. E’ una guerra che si innesca su un’altra guerra”.
Il riferimento è a quello che sta succedendo nel Mar Rosso, dove gli Houthi sono stati bombardati più volte da Usa e Regno Unito dopo aver iniziato ad attaccare delle navi commerciali dirette o di ritorno dal canale di Suez. Azioni queste da parte dei ribelli yemeniti che hanno spinto diverse compagnie navali a tornare a circumnavigare l’Africa, con un forte aumento dei costi e dei tempi.
Uno dei Paesi più colpiti da questo caos del Mar Rosso è proprio l’Italia, con il nostro Paese che insieme a Francia e Germania presto darà vita a una missione navale nel Mar Rosso in difesa delle navi commerciali.
“L’Italia manderà una nave che si aggiunge alle altre già presenti in zona per le altre missioni - ha spiegato Crosetto -. Per andare più rapidi abbiamo trovato un accordo con Francia e Germania. Noi non possiamo bombardare, a meno che ci sia una risoluzione internazionale o la richiesta di un Paese amico. Possiamo rispondere agli attacchi, magari anche anticipandoli”.
Da qui i timori di una scesa in guerra da parte dell’Italia: da tempo il governo ha deciso di seguire in tutto le politiche della Casa Bianca, come si evince anche dalla decisione di stoppare i finanziamenti all’Unrwa come fatto anche da altri nove Paesi occidentali.
L’Italia, la guerra e i riservisti
Vista l’imminente missione navale nel Mar Rosso e le concrete possibilità che l’Italia presto possa ritrovarsi immischiata in una guerra, Guido Crosetto ha sottolineato la necessità di ricorrere anche ai riservisti.
A riguardo il ministro dell’Interno ha spiegato che i riservisti sarebbero “dei volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le forze armate”, con l’Italia che ne avrebbe bisogno di 10.000.
“Noi non vogliamo la guerra - ha specificato Crosetto -, i riservisti non servono per fare la guerra, ma per difendersi, in supporto alle forze armate regolari, e solo nel caso, poco probabile, di un attacco diretto. Non c’è una visione ideologica, ma pragmatica. Come in Svizzera che non partecipa a conflitti da secoli ma è pronta a difendersi”.
L’Italia al momento può contare su 150.000 militari di professione, ma Crosetto vorrebbe anche 10.000 riservisti proprio per essere pronto a una guerra ibrida: non solo soldati ma anche hacker ed esperti di intelligenza artificiale.
La Nato è pronta alla guerra?
L’Italia per il nostro ministro della Difesa non dovrebbe solo preoccuparsi di questa sorta di guerra ibrida, ma anche delle attualità difficoltà della Nato che sono emerse in questi due anni di conflitto in Ucraina.
“Ci ritroviamo in un mondo diverso - ha specificato Guido Crosetto sempre durante la sua intervista a La Stampa -, in cui gli attori che lo stanno destabilizzando, Iran, Russia e Corea del Nord, hanno una capacità produttiva militare superiore a quella della Nato”.
Di recente l’Unione europea ha ammesso che non riuscirà a mantenere l’impegno preso con l’Ucraina di fornire entro marzo un milione di munizioni a Kiev, mentre gli Stati Uniti da tempo hanno chiuso i rubinetti dei rifornimenti militari.
Il tutto mentre la Russia ha impiegato poche settimane per avere droni dall’Iran e munizioni dalla Corea del Nord, senza dover scomodare la Cina che in questa guerra finora si è limitata al ruolo di spettatore interessato.
Insomma se l’Italia dovesse entrare in guerra contro gli Houthi che sono alleati di ferro dell’Iran, sarebbe alto il rischio di un’escalation con uno scontro militare diretto tra i due blocchi: dopo aver sguarnito gli arsenali per armare l’Ucraina, stando alle parole di Crosetto la Nato potrebbe avere dei problemi di produttività militare, il tutto mentre il nostro governo invece che pensare a una soluzione diplomatica è tutto concentrato nel cercare di trovare la strategia parlamentare migliore per accontentare il ministro sui riservisti.
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