Il Cremlino paventa ripercussioni sull’Europa e Zelensky mette in guardia dai prossimi attacchi. C’è ancora tempo per parlare di vera minaccia però.
Le ultime comunicazioni della Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa, lasciano intravedere i neri umori del Cremlino e il suo tentativo di mantenere a tutti i costi un’impenetrabile immagine di stabilità. Di fronte alla fermezza europea sulle sanzioni, un portavoce del governo di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha annunciato l’arrivo di una «grande tempesta globale».
A scanso di equivoci lo stesso Peskov aggiunge che nonostante ciò «la Russia sta riuscendo a mantenere la sua macrostabilità», ma non per questo appare meno evidente l’accusa mossa verso il fronte europeo. La colpa dei nefasti presagi per l’avvenire internazionale sarebbe insomma imputabile alle scelte dell’Alleanza occidentale. Nelle sue affermazioni il portavoce rimanda poi a un prossimo intervento pubblico del capo del Cremlino nel quale si potranno tirare le somme sui reali intenti della Federazione.
Ricevendo queste parole sferzanti, si mobilitano quindi sia gli attori europei, prima fra tutti la presidente Von der Leyen, sia i protagonisti del conflitto ucraino con Zelensky che infiamma le preoccupazioni occidentali mettendo benzina sul fuoco parlando di vera e propria minaccia imminente da parte Mosca.
Ma quanto c’è di fondato in questi timori? Che risvolti è plausibile ipotizzare allo stato attuale delle cose? Ripercorriamo i fatti alla luce delle interpretazioni dei leader.
Gas: Mosca scarica la colpa sull’Occidente
Dopo l’arrivo delle ultime news Tass è scattata la telefonata tra la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dallo scambio di domenica 4 settembre sono emersi i rispettivi sentimenti e le diverse interpretazioni degli eventi. L’irremovibilità della presidente ad esempio è abbastanza chiara; nessuna trattativa in programma sul fronte energetico e si prosegue sulla linea della fermezza.
La lettura che possiamo dare del punto di vista di Zelensky invece è più sfaccettata. Secondo lui l’espressione «grande tempesta globale» di Peskov si riferirebbe a delle imminenti conseguenze derivanti dalle azioni dell’Occidente sul fronte energetico. A tal proposito, negli ultimi tweet il presidente afferma che «si è discusso dell’assegnazione della prossima tranche di aiuti macro finanziari dell’Ue il prima possibile» e si sono coordinate «misure per limitare i profitti della Russia dalla vendita di petrolio e gas» e che si è «considerata la possibilità di una rapida valutazione da parte della Commissione europea non appena l’Ucraina avrà soddisfatto le sue sette raccomandazioni».
Coordinated with @vonderleyen steps to limit Russia's excess profits from the sale of oil and gas. Considered the possibility of a quick assessment by the European Commission as soon as Ukraine fulfills its seven recommendations. (2/2)
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 4, 2022
Oltre alle dichiarazioni istituzionali è poi arrivato un videomessaggio serale, citato da Unian. In quelle clip Zelensky afferma che la Russia si prepara a sferrare un attacco decisivo sull’energia a tutti gli europei in vista dell’inverno.
«In questi giorni, la Russia sta cercando di aumentare ancora di più la pressione energetica sull’Europa: il pompaggio di gas attraverso il Nord Stream è completamente interrotto. Perché lo stanno facendo? La Russia vuole distruggere la vita normale di ogni europeo, in tutti i paesi del nostro continente. Vuole indebolire e intimidire tutta l’Europa, ogni Stato».
La risposta più coerente a questa minaccia, nella sua ottica, sarebbe coesione tra gli Stati comunitari e il suo Paese: «Le risposte chiave a questo dovrebbero essere due cose: la prima è la nostra unità, unità nella difesa contro uno stato terrorista, e la seconda è il rafforzamento della nostra pressione sulla Russia. Più attacchi sferriamo tutti insieme, meno attacchi questi terroristi saranno in grado di compiere».
Cosa aspettarsi da Putin
Il portavoce presidenziale nella sua intervista a margine dell’Eastern Economic Forum si era espresso alquanto negativamente sull’avvenire dicendo che «i processi globali stanno attualmente avendo impatti sfavorevoli». Criticando poi l’operato delle potenze estere ha detto: «Per molti versi ci sono ragioni oggettive, ma ci sono anche ragioni soggettive, che derivano da decisioni e azioni assolutamente illogiche e persino assurde dei governi degli Stati Uniti, dell’Europa, dell’Unione Europea e dei singoli paesi europei».
Parole sferzanti, senza mezzi termini, in un clima già dipinto da aspri contrasti. Ricordiamo infatti le affermazioni del vice premier russo con delega per l’energia Alexander Novak che, per l’appunto, aveva sostenuto come il blocco di Nord Stream sia dovuto «unicamente alle sanzioni europee che hanno impedito le adeguate riparazioni violando i contratti» e che, per tale motivazione, egli non escluda «ulteriori aumenti del prezzo del gas in Europa che potrebbe toccare livelli record».
«Un’azione decisiva ai danni degli europei», come l’ha definita Kiev, sembrerebbe quindi profilarsi all’orizzonte? Davanti a tutto questo possiamo dire soltanto che bisognerà attendere ancora qualche giorno per accertarsene in maniera inequivocabile. Come chiarito dal portavoce Peskov, il tema dei rapporti con l’Europa sarà tra gli argomenti chiave nel discorso del presidente Vladimir Putin alla prossima sessione plenaria del forum in programma per il 7 settembre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA