Negli anni ’50, l’Italia e la Comunità europea affrontarono il tema della edilizia dopo le distruzioni della guerra e quello della indipendenza energetica in modo strutturale: ora è tutto incerto.
E’ come se l’Europa fosse stata distrutta da una guerra moderna, quella che si combatte bombardando le città e le infrastrutture civili, ancor più che fra gli eserciti schierati sui fronti di battaglia, per fiaccare lo stato d’animo della popolazione.
Ed è solo una questione di soldi: a Bruxelles cercano disperatamente di correre ai ripari, essendosi accorti troppo tardi degli errori compiuti da oltre trent’anni a questa parte.
Il Continente è stato impoverito dalla disciplina fiscale imposta sin dal 1992 col Trattato di Maastricht, resa addirittura draconiana col Fiscal Compact del 2012, e dalla concorrenza sfrenata nel settore manifatturiero derivante dapprima dalle delocalizzazioni a favore dei Paesi ex-comunisti dell’Europa orientale, e poi dall’apertura incondizionata alle produzioni della Cina.
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