Il sovraindebidamento è un peso sulle spalle di un numero crescente di famiglie italiane, ma in pochi ricorrono alla legge n. 3/2012 che può salvarle dal peggio.
Secondo una recente ricerca Doxa, 3 famiglie su 10 non sarebbero in grado di far fronte ad una spesa improvvisa di 2.000 euro, e 6 famiglie su 10 dichiarano di far fatica ad arrivare a fine mese.
Il rischio di indebitarsi, nel caso l’emergenza dovesse proseguire a lungo, è altissimo sia per le imprese ma soprattutto per un numero sempre maggiore di lavoratori e famiglie italiane. Secondo recenti calcoli a fine 2020 il debito totale mondiale avrebbe raggiunto la cifra monstre di 277 mila miliardi di dollari. In Italia, specialmente negli ultimi anni, l’indebitamento di molte famiglie italiane è cresciuto a dismisura: circa due milioni di famiglie si trovano in «sovraindebitamento», non riescono da tempo a tenere fede agli impegni finanziari assunti e a onorare i debiti, come per esempio pagare la rata del mutuo o il prestito. In pratica, sono famiglie che se fossero aziende sarebbero dichiarate «fallite», con tutto ciò che ne consegue e con numeri sempre in crescita. Negli ultimi venti anni la percentuale di famiglie sovraindebitate e cresciuta del 2000% e nel solo 2019 sono state messe all’asta 245.000 case.
Proprio per far fronte a questa situazione, che presto purtroppo potrebbe riguardare migliaia di famiglie a causa della crisi economica provocata dal Covid, il governo Monti nel 2012 aveva promulgato la legge sul sovraindebitamento, la numero 3 del 27 Gennaio 2012, meglio conosciuta come “salva suicidi”.
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E non è una definizione puramente casuale, se si pensa che solo negli ultimi 8 anni, circa 1200 persone si sono tolte la vita proprio a causa di problemi economici. In sostanza la legge prevede per i soggetti “non fallibili”, quindi privati cittadini, di essere condotti verso un processo virtuoso di esdebitazione da gran parte dei loro debiti eccessivi. In Francia una legge simile esiste dal 1989, in Germania da cinquant’anni, in Spagna dalla fine degli anni ’90. Invece in Italia, dopo il colpevole ritardo, come spesso accade, questa legge è stata anche applicata poco e male.
E per questo la stessa è stata aggiornata nel 2015, modifiche che dovrebbero entrare in vigore a Settembre. Perché casi come quello di un’ex imprenditrice di Busto Arsizio che nel 2015 grazie alla legge ha potuto estinguere un suo debito di 90.000 euro con Equitalia, con soli 11.000 euro, sono reali e non sogni grazie proprio al ricorso a questa legge.
Unica condizione che non ci sia colpo o dolo nel contrarre debiti eccessivi (per curarti o per spese necessarie alla vita familiare e non per comprarti il Suv di ultimo modello o il telefonino alla moda, giusto per capirci). Perché se è vero che in Italia non si raggiungono i livelli di indebitamento anglosassoni, dove fare debito eccessivo è una consuetudine, la crisi e le maglie larghe concesse da alcune società finanziarie “spericolate” ha permesso a chi ha una busta paga sicura di ottenere finanziamenti senza chiedersi come farà il cliente a rimborsare. In più non tengono conto di quella norma bancaria secondo cui una rata di mutuo o finanziamento non dovrebbe mai superare il 35/40% del reddito.
Così facendo, continuano ad offrire al cliente nuovi prestiti, comprese le famigerate carte di credito revolving, con il rimborso rateale e tassi ai limiti (e qualche volta anche sopra i limiti) dell’usura. E questo determina, sopratutto adesso con la crisi economica devastante, un rischio serio di non poter più ripagare il debito contratto, con conseguenze pesanti, come denuncia il presidente della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti:
“Se non si interverrà in tempo 90.000 famiglie in Italia, di cui 20.000 in Lombardia, ulteriormente impoveritesi durante il lockdown, vedranno la casa dove vivono, il negozio e il laboratorio che rappresenta la loro fonte di reddito, messe all’asta da società cui le banche hanno ceduto i crediti deteriorati. Tali società operano attraverso entità finanziarie, domiciliate in paradisi fiscali, in questo modo i guadagni che realizzano svendendo gli immobili finiscono esentasse fuori d’Italia: una situazione inaccettabile, tanto più in un momento di grave difficoltà come questo”.
La caritas a questo proposito ha chiesto al Governo di proteggere “chi sta rientrando dai propri debiti dall’aggressività di società di recupero credito senza scrupoli” e l’estensione anche alle famiglie del blocco automatico delle azioni esecutive nelle procedure di sovraindebitamento così come è stato previsto per le aziende.
Come se non bastasse, infatti, la crisi economica peggiore dal dopoguerra a esacerbare il quadro della situazione, sono arrivate le nuove regole sull’indebitamento dell’Eba europeo, che dal 1° Gennaio prevedono norme molto stringenti per chi ha posizioni debitorie con le banche (uno scoperto di 100 euro per famiglie e 500 euro per le aziende per più di 90 giorni determinerebbe una immediata iscrizione alla centrale rischi).
La situazione potrebbe portare presto a conseguenze drammatica sul piano economico e sociale una volta che andranno a scadenza le moratorie sui prestiti, oggi superiori a 300 miliardi di euro. Non tutti sanno che esistono già adesso norme che consentono di ridurre la mole di debiti, anche perché le difficoltà di applicazione hanno reso poco utilizzarle.
Ci sono voluti 8 anni per arrivare ad un testo più o meno definitivo, malgrado il nostro paese sia stato l’ultimo in Europa ad aver regolamentato la materia, come spiega uno dei massimi esperti in materia. l’avvocato Letterio Stracuzzi, presidente dell’associazione Protezione Sociale Italiana e docente del Master universitario Unicusano “Sovraindebitamento e Legge 3/2012”:
“Dopo tanto tempo finalmente abbiamo una legge, che funziona assai bene, perché fornisce uno strumento indispensabile anche a livello sociale, per chi indebitato ha diritto a ricostruirsi una vita. Noi abbiamo già ottenuto con il nostro studio Protezione sociale decine di sentenze favorevoli, che hanno restituito una vita normale a persone disperate. Il problema è che ancora poco conosciuta e che molti non sanno nemmeno che hanno la possibilità ricorrendo a questa legge di avere la cancellazione di debiti anche di grossa entità”.
E già, perché la legge in effetti si scontra ancora con mille difficoltà dovute all’imperizia e alla ignoranza da parte di molti circa i suoi importanti effetti, che alla luce della crisi economica che si sta profilando, potrebbe presto diventare come un’ancora di salvezza fondamentale per migliaia di famiglie e piccole imprese italiane.
Un dato su tutti poi dovrebbe far riflettere a questo proposito, ed è quello presentato nei giorni scorsi dalla società di consulenza immobiliare Sogeea, che indica come nel nostro paese nei primi sei mesi del 2020 il numero di case all’asta (fra cui anche per le prima volta conventi ed ospedali) sia aumentato del 60%. E si tratta, come spiega, Sandro Simoncini, amministratore di Sogeea, “per il 75% di case sotto i 200.000 euro e per il 65% sotto i 100.000 euro, spesso perciò prime case di persone che alle prese con le difficoltà economiche della pandemia non riescono a pagare le rate del mutuo”.
E per il 2021 le previsioni sono per un ulteriore peggioramento del quadro. Ecco perché la legge 3/2012 può e deve essere uno strumento fondamentale per evitare quella che presto potrebbe diventare una vera e propria emergenza sociale.
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