In audizione il ministro Giorgetti ha confermato che i soldi nella legge di Bilancio per le bollette basteranno fino a marzo: verso una manovra-bis ad aprile, ma con quali soldi?
Sulla legge di Bilancio 2023 si sta scrivendo e leggendo di tutto, ma un argomento sembrerebbe interessare poco: su 35 miliardi complessivi di spesa, 21 miliardi serviranno a mitigare le bollette degli italiani per i primi tre mesi dell’anno.
In pratica gli effetti di quasi due terzi della legge di Bilancio svaniranno a partire dal primo aprile, ma purtroppo non si tratterà del proverbiale”pesce”; bisogna ricordare poi che questi 21 miliardi sono frutto dell’extra deficit, ovvero ulteriore debito.
Ad ammettere quello che era una sorta di segreto di Pulcinella è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto in audizione davanti alle commissioni congiunte Finanze della Camera e Finanze e Tesoro del Senato.
“Voglio anticipare le critiche - ha dichiarato Giorgetti - sul fatto che abbiamo previsto misure solo per il primo trimestre: è un orientamento dato dalla Commissione Ue che chiede di continuare ad aggiornare, rispetto all’evoluzione, il tipo di intervento che non può essere previsto in modo indefinito. Ma ahimè sarà necessario estenderlo ulteriormente”.
Tradotto dal politichese: i 21 miliardi stanziati nella legge di Bilancio ahinoi basteranno fino a marzo, il governo prevede di fare altrettanto anche nel secondo trimestre dell’anno, ad aprile di conseguenza serviranno almeno altri 21 miliardi per abbassare le bollette degli italiani fino a giugno, questi soldi da qualche parte dovranno saltare fuori.
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Stando agli stanziamenti previsti dalla legge di Bilancio, il governo Meloni ha deciso di dare la precedenza alle misure per contrastare il caro bollette; del resto si tratta di una problematica che angoscia gli italiani e sta mettendo in ginocchio diverse aziende e attività.
Il paradosso è che in queste settimane si è parlato di tutto tranne che della questione energetica: spenderemo una valanga di soldi, ben 21 miliardi a debito, per abbassare le bollette solo fino a marzo, senza che questo governo come il precedente abbia una idea su come affrontare il problema a livello strutturale.
Il tanto auspicato tetto europeo al prezzo del gas infatti è rimasto tale solo negli intenti: nonostante i proclami di Mario Draghi, la proposta elaborata da Bruxelles è una sostanziale presa in giro visti i paletti troppo stretti per permettere una reale applicazione di un price cap.
La domanda a questo punto è inevitabile: visto che ancora non sono chiare le coperture di questa legge di Bilancio, ballano sostanzialmente i quasi 15 miliardi non a deficit, dove troverà il governo altri 20 miliardi per le bollette del secondo trimestre del 2023?
Ad aprile di conseguenza una manovra-bis appare inevitabile: per fare il cassa il governo potrà ricorrere ancora al deficit, ipotesi questi remota, oppure procedere con tagli alla spesa e nuove tasse, ipotesi questa più probabile.
Una autentica stangata così appare essere all’orizzonte, ma a noi non resta che scoprire cosa scriverà Giorgia Meloni nella sua bella agenda su come intenderà affrontare l’emergenza energetica nel secondo trimestre.
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