Dopo il missile che ha colpito l’ospedale a Gaza, le piazze arabe si sono infiammate. La più calda sembra essere Beirut, ecco perché e cosa sta succedendo in Libano.
L’attacco all’ospedale di Gaza ha scatenato forti proteste in tutto il mondo, in particolare a Tunisi, Amman, Alessandria d’Egitto e Teheran. Il mondo islamico è in subbuglio di fronte alla violenza israeliana nei confronti dei civili palestinesi e in Libano, tra tutti, le proteste sono iniziate all’alba di mercoledì 18 ottobre.
Qui i manifestanti contro la violenza si sono radunati presso l’ambasciata statunitense a Beirut. La rabbia è stata infatti indirizzata verso i più influenti degli alleati israeliani: gli Stati Uniti. Non è un caso se, in aggiunta alla motivazione di pancia, nella giornata di oggi il presidente americano Joe Biden si è recato in visita a Israele per dimostrare il suo supporto a Netanyahu. Una scena, quella dell’abbraccio tra i due leader, che ha scatenato aspre polemiche. Perché, in fin dei conti, anche se la colpa dell’esplosione dell’ospedale dovesse ricadere su Hamas, Israele sta bombardando dal 7 ottobre civili sulla Striscia di Gaza (colpendo scuole, convogli in corridoi sicuri e abitazioni). Per molti quanto sta accadendo va oltre la sicurezza nazionale o la vendetta, ma è l’attuazione di un piano di cancellazione dei palestinesi (un popolo senza uno Stato in casa propria), un genocidio.
Il clima resta teso, soprattutto nei Paesi limitrofi come il Libano, dove Hezbollah ha radunato una folla di persone che hanno dichiarato di essere pronte alla guerra. Lo slogan: “Morte all’America! Morte a Israele!”.
Scontri nelle piazze arabe per la Palestina: cosa sta succedendo
Lì dove le ambasciante israeliane sono state evacuate, come in Marocco e in Egitto, nelle piazze e nelle strade si è riversata tutta la rabbia per le brutalità commesse da Israele nei confronti dei palestinesi residenti nella Striscia di Gaza. L’ultimo, in ordine cronologico (anche se non l’ultimo), è il tragico esito del missile lanciato sull’ospedale battista. Si indaga ancora sull’origine del missile, ma le piazze hanno già condannato lo Stato di Israele.
Nel frattempo sono scoppiate numerose proteste, anche violente. Tra i Paesi coinvolti, oltre a Cisgiordania, Siria, Iraq, Tunisia, Libia, Editto e Giordania, c’è anche il Libano. Nel giorno in cui il presidente americano Joe Biden era in visita in Israele - e nel quale ha ribadito la posizione esplicitamente filo-israeliana - alla periferia di Beirut sono esplosi scontri tra manifestanti e l’esercito nei pressi della sede dell’ambasciata statunitense.
Libano sul piede di guerra: le dichiarazioni di Hezbollah contro Israele
Come ricorda Ansa, l’Arabia Saudita ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare quanto prima il Libano, Paese sull’orlo di una nuova guerra tra Hezbollah e Israele. I confini hanno visto un ennesimo giorno di scontri, con Hezbollah che ha sparato contro le postazioni militari israeliane lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi.
In merito agli attacchi israeliano su Gaza e in seguito alle proteste e ai cortei a Beirut, il partito armato libanese filo-iraniano Hezbollah ha indetto diversi sit-in nelle sue roccaforti (nella valle orientale della Bekaa e nella periferia meridionale di Beirut). Hashem Safieddin, esponente del movimento, ha parlato in pubblico e detto che nei prossimi giorni Hezbollah è pronta a rispondere alle menzogne di Israele. “Decine di migliaia di resistenti sono pronti, con il dito sul grilletto, e arriveranno al martirio”, ha detto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA