Non solo wurstel, tramezzini e latticini, ora compare anche un lotto di pancake al cioccolato infettato dal batterio Listeria, con il ministero della Salute intervenuto subito per ritirarlo.
Dopo i casi delle ultime settimane e degli ultimi giorni, che hanno coinvolto wurstel di pollo, tramezzini al salmone e latticini, è di nuovo allarme per il batterio Listeria monocytogenes in Italia, che porta alla listeriosi alimentare e in alcuni casi alla morte. Stavolta il caso riguarda i pancake al cioccolato del marchio Bernard Jarnoux Crepier. L’azienda francese quattro giorni fa, il 6 ottobre, ha infatti ritirato dal mercato il lotto 256 del prodotto, venduto in confezione da 6.
Il motivo ufficiale, come reso noto oggi dal ministero della Salute, è proprio il rischio microbiologico, con la raccomandazione ai consumatori a non consumare il prodotto di quel lotto, riportandolo al punto vendita per il rimborso o la sostituzione.
Listeria, i casi di decesso dal 2020 ad oggi
In tutto sono quasi 70 i casi clinici di listeriosi comparsi nel nostro Paese per il consumo di alcuni alimenti dal 2020 ad oggi e cinque i decessi. L’ultimo caso, prima di questa comunicazione sui pancake, è stato quello di un 75enne di Bojano, in provincia di Campobasso. L’uomo è morto due giorni fa dopo aver ingerito un alimento contaminato, probabilmente della ricotta.
Listeria, i lotti ritirati di salmone e wurstel
Sui latticini, però, non esiste un vero e proprio allarme e il caso sembra isolato. Discorso diverso per i wurstel forniti dall’azienda Agricola Tre Valli, i cui prodotti messi in commercio sono risultati infetti. L’azienda ha però avviato tutte le misure a tutela del consumatore con il ritiro dei lotti risultati positivi (n. 1785417 e n. 01810919) e, in applicazione del principio di massima precauzione, di tutti quelli prodotti prima del 12 settembre 2022, come ha comunicato il ministero della Salute.
I tramezzini al salmone e la maionese risultati infetti sono stati invece quelli del marchio Allegri Sapori. Sotto la lente sono finiti i prodotti dell’azienda nei lotti n. 22952-1 e n. 22952-2.
I cibi più a rischio
Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi, è un batterio che può essere presente nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione e può contaminare diversi alimenti. La principale via di trasmissione per l’uomo è quella alimentare.
I formaggi molli (come il Brie e il Camembert, ma anche il gorgonzola), secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono i cibi più a rischio listeria. Seguono: il latte crudo, i patè, i salumi e gli insaccati poco stagionati, il salmone affumicato e i cibi poco cotti, la verdura e la frutta.
Bambini e adulti sani possono essere infettati, ma raramente sviluppano una malattia grave a differenza di soggetti debilitati, immunodepressi e nelle donne in gravidanza, in cui la malattia è più grave. Quanto ai sintomi: si va da forme simil-influenzali o gastroenteriche, con febbre anche elevata, fino a forme setticemiche, meningiti o aborto. Le morti sono avvenute per lo più per meningite, in soggetti fragili o con altre patologie severe.
Listeria monocytogenes resiste molto bene alle basse temperature e all’essiccamento, in alimenti conservati a temperatura di refrigerazione (4°C). È invece molto sensibile alle usuali temperature di cottura domestica degli alimenti.
Come evitare il contagio
Il ministero della Salute consiglia diversi comportamenti per evitare il contagio da listeria:
- lavarsi spesso le mani, pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali che vengono a contatto con gli alimenti (utensili, piccoli elettrodomestici, frigorifero, strofinacci e spugnette);
- conservare in frigorifero gli alimenti crudi, cotti e pronti al consumo in modo separato e all’interno di contenitori chiusi;
- cuocere bene gli alimenti seguendo le indicazioni del produttore riportate in etichetta;
- non preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumarsi previa cottura (in caso contrario conservarli in frigo e riscaldarli prima del consumo);
- non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente e rispettare la temperatura di conservazione riportata in etichetta.
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