La Gran Bretagna è pronta per la prossima pandemia. Contro la malattia X ci vorranno massimo 100 giorni per avere il vaccino.
La Gran Bretagna si prepara alla “malattia X”, ovvero alla nuova Era delle pandemie. L’annuncio degli esperti è arrivato ben prima del coronavirus, ma è stata la lezione appresa dal Covid-19 a far emergere la necessità di essere pronti per la prossima inevitabile pandemia. La Gran Bretagna è la prima a rispettare gli obiettivi concordati nel G7 del 2021 e lo fa mettendo l’ultima pietra in conclusione al progetto del maxi laboratorio high-tech per lo studio dei patogeni e dei vaccini contro questi.
Il centro, inaugurato in questi giorni, prende il nome di Vaccine development and evaluation centre (Vdec). Si tratta di un laboratorio con sistemi di sicurezza avanzatissimi, resi necessari dalle operazioni speciali che 200 tra scienziati e scienziate svolgeranno al suo interno. Il esaminerà e isolerà gli elementi patogeni per i quali non c’è ancora un vaccino e che rappresentano potenzialmente la futura crisi sanitaria globale.
La Gran Bretagna prende sul serio la necessità di essere pronti a tutte le minacce, soprattutto quelle sanitarie e lo fa con un laboratorio pensato per la prossima “malattia X”, ovvero un virus ancora sconosciuto, ma che primo poi si manifesterà. In questo laboratorio si cercheranno i vaccini contro qualsiasi nuova pandemia in arrivo e la soluzione, ovvero il vaccino, arriverà entro 100 giorni dall’individuazione del virus.
Cos’è la malattia X e perché prepararsi?
La “malattia X” non è una vera e propria malattia, ma la definizione con la quale l’Organizzazione mondiale della sanità definisce un ipotetico nuovo agente patogeno. Un dato è certo: ci sarà un nuovo virus capace di mettere il mondo in ginocchio. Non si tratta tanto di essere pessimisti, quanto di prevenire le conseguenze catastrofiche di una nuova pandemia.
Per farlo, nel corso degli ultimi anni, l’Organizzazione mondiale della sanità e i ministeri della Salute dei diversi Paesi coinvolti hanno pensato e progettato sistemi di difesa. Uno di questi è una maggiore capacità di collaborazione globale nella prevenzione e nella creazione di vaccini.
La Gran Bretagna è il primo tra i Paesi del G7 a rispettare gli obiettivi della “Missione dei 100 giorni” e lo fa con un centro di ricerca d’eccellenza per l’individuazione dei virus più rischiosi e lo sviluppo dei vaccini e di altre scoperte scientifiche necessarie a salvaguardare la salute umana.
L’impegno del Regno Unito: vaccini in 100 giorni
L’obiettivo, in particolare del governo inglese, è non ripetere gli stessi errori. La pandemia di Covid-19 ha causato la morte di 229 mila persone, il numero più alto in Europa e il sesto più alto nel mondo. Per questo è stato inaugurato il Vaccine development and evaluation centre (Vdec), il centro di ricerca per esaminare e isolare elementi patogeni per i quali non c’è ancora un vaccino.
La responsabile scientifica della Uk Health Security Agency, Isabel Oliver, ha spiegato che dobbiamo essere pronti per tutte le minacce, comprese quelle che non sono state ancora individuate. “Per quanto non sarà facile, è necessario rafforzare la sorveglianza dei patogeni e accelerare sullo sviluppo dei sistemi di diagnostica, vaccini e terapia”, ha sottolineato. Il piano è più semplice a dirsi che a farsi, ma il maxi laboratorio inaugurato Porton Down nel Wiltshire, nella campagna inglese, non lontano da Stonehenge, rappresenta un modello all’avanguardia nel settore.
Fino a oggi il laboratorio era dedicato alla ricerca del coronavirus e le sue varianti, oltre che all’efficacia dei vaccini su queste; grazie all’impegno del governo inglese è stato possibile inaugurare la missione relativa alla “malattia X” e monitorare l’evoluzione dei virus, quelli noti e per cui non c’è il vaccino, ma anche quelli ancora sconosciuti e per i quali in 100 giorni il laboratorio promette di trovare una terapia efficace.
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