La Cina sta preparando un piano eccezionale per rilanciare la sua economia: l’emissione di bond come mai accaduto prima. Cosa aspettarsi dal dragone nel 2025?
La Cina pronta a stupire i mercati nel 2025 con l’emissione di obbligazioni speciali del Tesoro per un valore di 3 trilioni di yuan (411 miliardi di dollari), la cifra più alta mai registrata nel Paese.
L’indiscrezione è di un’esclusiva di Reuters e sarebbe la conferma di quanto il dragone si stia sforzando per uscire dal tunnel della crescita debole. Il 2024 sarà ancora ricordato come un anno difficile a livello di performance economiche, con luci e ombre.
Il piano per l’emissione di debito sovrano nel 2025 rappresenterebbe quindi un forte incremento rispetto ai 1.000 miliardi di yuan di quest’anno e giunge mentre Pechino si prepara ad attutire il colpo derivante dal previsto aumento dei dazi statunitensi sulle importazioni cinesi quando Donald Trump tornerà alla Casa Bianca a gennaio.
La notizia di questa imminente operazione non è stata confermata ufficialmente, ma la sua diffusione è bastata per dare la spinta ai rendimenti dei titoli del Tesoro cinesi a 10 e 30 anni, che sono aumentati rispettivamente di 1 e 2 punti base.
Perché la Cina sta per lanciare il bazooka dei bond?
Secondo le fonti prese in esame da Reuters, i proventi di questo lancio di obbligazioni senza precedenti saranno destinati soprattutto ai consumi attraverso programmi di sussidi e a incentivare ammodernamenti delle attrezzature da parte delle aziende e finanziamenti per investimenti in settori avanzati basati sull’innovazione.
Il piano per il 2025 comprenderebbe la raccolta di circa 1,3 trilioni di yuan tramite obbligazioni del Tesoro speciali a lungo termine per finanziare programmi “nuovi e importanti”, hanno affermato fonti a conoscenza della questione rimaste anonime.
Le “nuove” iniziative consistono in un disegno di sussidi per beni durevoli, grazie al quale i consumatori possono dare in permuta vecchie automobili o elettrodomestici e comprarne di nuovi a un prezzo scontato, e in piano che sovvenziona l’ammodernamento di attrezzature su larga scala per le aziende.
I cosiddetti i “programmi principali” dovrebbero invece riferirsi a progetti che attuano strategie nazionali, come la costruzione di ferrovie, aeroporti e terreni agricoli e che rafforzano le capacità di sicurezza in aree chiave.
Un’altra grossa parte dei proventi previsti per l’anno prossimo (1 trilione di yuan) sarebbe destinata agli investimenti in nuove forze produttive, termine con cui Pechino indica la produzione avanzata, come veicoli elettrici, robotica, semiconduttori ed energia verde, hanno affermato le fonti.
L’indiscrezione menziona anche soldi utilizzati per ricapitalizzare le grandi banche statali, mentre i principali istituti di credito sono alle prese con margini e profitti in calo e prestiti in sofferenza in aumento.
Un piano di rilancio eccezionale
Gli analisti di Reuters hanno sottolineato l’eccezionalità del piano. L’emissione speciale di obbligazioni del Tesoro programmata per il prossimo anno sarebbe, infatti, la più grande mai registrata e sottolinea la volontà di Pechino di indebitarsi ancora di più per contrastare le forze deflazionistiche nella seconda economia mondiale.
La Cina in genere non include obbligazioni speciali a lunghissimo termine nei suoi piani di bilancio annuali, poiché considera questo strumento una misura straordinaria per raccogliere fondi per progetti specifici e/o obiettivi politici, a seconda delle necessità.
Il presidente Xi Jinping e altri alti funzionari si sono incontrati alla Conferenza annuale centrale sul lavoro economico (CEWC) l’11 e il 12 dicembre per tracciare la rotta economica per il 2025.
In un riassunto di quell’incontro diffuso dai media statali si affermava che “era necessario mantenere una crescita economica costante”, aumentare il rapporto di deficit fiscale ed emettere più debito pubblico l’anno prossimo, ma non venivano menzionati numeri specifici.
La scorsa settimana Reuters ha riferito, citando alcune fonti, che la Cina prevede di far salire il deficit di bilancio al record del 4% del PIL l’anno prossimo e di mantenere un obiettivo di crescita economica attorno al 5%.
Il fattore dazi per l’economia cinese
L’economia cinese ha subito gli effetti di una grave crisi immobiliare, di un elevato debito pubblico locale e di una debole domanda dei consumatori nel 2024.
Le esportazioni, uno dei pochi fattori ancora trainanti la crescita, potrebbero presto affrontare l’ostacolo delle tariffe statunitensi superiori al 60% se Trump manterrà le promesse della sua campagna elettorale.
Mentre i rischi per le esportazioni significano che la Cina dovrà fare affidamento su fonti di crescita interne, i consumatori si sentono meno ricchi a causa del calo dei prezzi immobiliari e del minimo welfare sociale. Anche la debole domanda delle famiglie pone un rischio chiave.
Ecco perché il dragone sta preparando un piano straordinario per rilanciare l’economia a livello globale.
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