McDonald’s sotto accusa in Canada: pubblicità illegittima diretta ai bambini

Marco Ciotola

21/11/2018

Un padre di famiglia canadese ha fatto causa a McDonald’s per la diffusione di messaggi promozionali destinati ai minori di 13 anni. Ecco perché potrebbe diventare una vicenda giudiziaria dai risvolti cruciali per il nord America e non solo

McDonald’s sotto accusa in Canada: pubblicità illegittima diretta ai bambini

Un canadese ha fatto causa a McDonald’s per aver pubblicizzato l’Happy Meals con messaggi promozionali rivolti direttamente ai bambini, infrangendo le leggi del Quebec che vietano comunicazioni di carattere commerciale indirizzate a chi ha meno di 13 anni.

L’uomo, Antonio Bramante, ha tre bambini piccoli e va al McDonald’s almeno una volta ogni due settimane. Ci va - sostiene - per via dello stesso incoraggiamento del fast food, come sostenuto nei documenti presentati la scorsa settimana in tribunale.

Proprio per questo chiede un risarcimento per tutti gli acquisti fatti negli ultimi cinque anni, e intende impedire alla società di pubblicizzare gli happy meal e i giocattoli che contengono.

Denucia a McDonald’s: pubblicità ai minori di 13 anni

Il fascicolo relativo alla causa evidenzia come i giocattoli contenuti nella scatola destinata ai consumatori più piccoli vengano puntualmente commercializzati sfruttando il lancio di film di animazione o simili. In più, fanno spesso parte di una serie, cosa che spinge i bambini a tornare al ristorante per completare la collezione.

Si legge infatti che i giocattoli sono sempre esposti ad altezza bambino, cosa che l’avvocato di Bramante, Joey Zukran, sostiene costituire una violazione delle leggi contenute nel Consumer Protection Act del Quebec.

Un portavoce di McDonald’s Canada ha evidenziato che la società agisce in piena conoscenza degli obblighi derivanti dalle leggi pubblicitarie del Québec, e proprio per questo ritiene difficile che siano state commesse delle violazioni:

“Non crediamo che questa azione legale sia pertinente. Siamo orgogliosi del nostro rapporto di lunga data con l’utenza del Québec, che sceglie quotidianamente McDonald’s da più di 45 anni”.

La normativa in Quebec

La pubblicità diretta ai bambini al di sotto dei 13 anni è vietata in Quebec dagli anni ’70, con sole tre eccezioni: pubblicità su riviste per bambini, pubblicità di eventi di intrattenimento per bambini e pubblicità tramite vetrine, espositori, contenitori, imballaggi o etichette.

Zukran, che fa parte dello studio LPC Avocat, ha spiegato che i giocattoli di McDonald’s non rientrano nelle tre eccezioni specifiche, in quanto una sentenza afferma che i punti del fast food più famoso al mondo sono a tutti gli effetti ristoranti e non negozi.

Anche se fossero considerati negozi - ha aggiunto Zukran - la pubblicità “non deve incitare direttamente un bambino ad acquistare beni o servizi” secondo il Consumer Protection Act.

L’avvocato ha inoltre specificato l’enorme risposta da parte dei consumatori in merito alla circostanza. Potenzialmente infatti chiunque abbia acquistato un Happy Meal in Québec dal novembre del 2013 può aderire a un’eventuale class action. Non ha parlato di numeri, ma - ha detto - il sito Web è andato in tilt per le troppe visite.

Ha parlato del caso «McLibel», risalente agli anni ’80-’90: gli attivisti citati da McDonald facevano parte del gruppo londinese di Greenpeace e avevano realizzato un opuscolo intitolato «Cosa c’è di sbagliato in McDonald’s - tutto ciò che non vogliono farti sapere».

La maggior parte delle affermazioni contenute nel volantino fu effettivamente considerata lesiva, ma il giudice stabilì che la pubblicità dell’azienda non aveva rispettato i bambini.
Fu un duro colpo per il colosso del fast food.

“Il nostro obiettivo non è quello di combattere McDonald’s sul piano alimentare, ma di contestare tutta l’attività pubblicitaria diretta ai minori di 13 anni”

, ha concluso Zukran

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