Mercati: le turbolenze sono finite? Cosa sta per accadere in 5 punti

Violetta Silvestri

24 Giugno 2023 - 09:31

Quali nuove scosse stanno per indebolire i mercati? I temi caldi della prossima settimana sono almeno 5: cosa sta per accadere? Turbolenze finanziarie sempre all’orizzonte.

Mercati: le turbolenze sono finite? Cosa sta per accadere in 5 punti

Mercati sempre più sotto pressione in queste ultime settimana: la prossima subirà nuovi shock? Gli analisti di Reuters hanno messo in evidenza almeno 5 punti da monitorare attentamente, con il potenziale di scuotere azioni, obbligazioni, materie prime.

Nei giorni scorsi, una banca centrale dopo l’altra ha reso molto chiaro che i tassi in questo momento devono ancora salire, mentre l’inflazione stringe la presa sull’economia globale.

Gli investitori si concentreranno sul colosso manifatturiero cinese, nonché sulla misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve, mentre i banchieri centrali del mondo si riuniscono in Portogallo per un forum annuale.

Cosa sta per accadere nei mercati in 5 punti: turbolenze finite o altri shock in arrivo?

1. Nuovi eroi dei mercati cercasi

L’analisi degli esperti sulla settimana che verrà comincia con una valutazione del 2023: iniziato con un’esplosione di ottimismo sulla ripresa post-Covid della Cina, una maggiore resilienza dell’economia globale e il sollievo che l’inflazione avrebbe potuto raggiungere il picco.

Da allora, una crisi bancaria negli Stati Uniti, il crollo del Credit Suisse e una resa dei conti dolorosa sulle prospettive dei tassi hanno ribaltato l’entusiasmo.

L’euforia per l’intelligenza artificiale ha reso il Big Tech l’asset più performante del 2023, con un guadagno del 75%. Alla fine del secondo semestre 2022, quel settore mostrava una perdita del 10%.

Tuttavia, resta un settore vincente. Sorprendentemente, considerando le turbolenze del settore, l’unico asset che si avvicina anche solo ai rendimenti di Big Tech è il Bitcoin, con un guadagno del 73% rispetto a una perdita del 20% nella seconda metà del 2022.

A metà del 2023 e gli zeri dell’anno scorso sembrano trasformarsi negli eroi di quest’anno.

2. Cina sotto i riflettori

I dati sull’attività delle fabbriche di giugno in Cina sono al centro dell’attenzione venerdì prossimo, per capire quanto le cifre si aggiungeranno alla narrativa di una ripresa vacillante.

Pechino sembra non avere fretta di scatenare massicci stimoli finora e si sta muovendo con cautela, prima tagliando i tassi sui prestiti a medio termine, poi abbassando i suoi parametri di riferimento chiave per i prestiti.

Le cattive notizie potrebbero essere prese come positive, se i trader lo vedessero come un modo per spingere le autorità a offrire maggiore sostegno all’economia, purché alla fine arrivi.

Ma se le speranze sono alte, la pazienza si sta esaurendo. La maggior parte degli economisti ha ridotto le proprie previsioni di crescita mentre svanisce la prospettiva di un aumento del Pil superiore al 6%.

3. Dove vanno gli Usa?

L’economia statunitense ha dimostrato di essere sorprendentemente resiliente nella prima metà di quest’anno, nonostante una raffica di aumenti dei tassi di interesse, ma quanto davvero sia resiliente diventerà più chiaro con una nuova serie di dati prevista per la prossima settimana.

L’ultimo rapporto sulla fiducia dei consumatori arriva martedì dopo che la misura è scivolata al minimo di sei mesi a maggio. L’indice di giugno dovrebbe aumentare.

Martedì sarà anche aperta una finestra sul mercato immobiliare con l’indice nazionale dei prezzi delle case Case-Shiller. L’indice è salito dello 0,4% a marzo dopo essersi adeguato alle fluttuazioni stagionali.

La settimana si conclude venerdì con l’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) di maggio, un indicatore chiave dell’inflazione. Nei 12 mesi fino ad aprile, l’indice dei prezzi PCE è aumentato del 4,4%. La Federal Reserve tiene traccia degli indici dei prezzi PCE per il suo obiettivo di inflazione del 2%, e i dati confluiranno nella prossima decisione sui tassi della banca centrale a luglio, dopo aver lasciato i tassi invariati nella riunione di giugno.

4. Banche centrali in scena

Le banche centrali si incontrano in Portogallo e il tema chiave in agenda sembra essere uno: l’inflazione, che oramai è l’ossessione degli istituti.

Tutti gli occhi saranno puntati sul capo della Banca centrale europea, Christine Lagarde, per avere indizi su cosa faranno i regolatori dei tassi per le 20 economie della zona euro, dopo che è sembrata più aggressiva del previsto all’ultimo incontro politico.

Da allora i governatori della banca si contendono le luci della ribalta, per portare a casa il messaggio che la lotta contro l’inflazione è tutt’altro che finita. Anche il governatore greco Yannis Stournaras, una colomba, ha detto di non poter escludere nulla.

I trader hanno aumentato le loro scommesse su quanto andrà oltre la Bce. Stanno scommettendo su un aumento di luglio e si aspettano un’altra mossa entro ottobre che porterebbe i tassi di deposito al 4% e quelli di interesse al 4,50%.

5. Perché osservare la Svezia

La banca centrale svedese, che si riunisce il 28 giugno, sta affrontando un’inflazione troppo alta ed esacerbata da una valuta indebolita, facendo sembrare la migliore linea d’azione un aumento dei tassi di interesse e una continua aggressività.

Ma la Riksbank ha un altro grosso problema tra le mani, poiché i tassi più alti e il calo del valore delle proprietà schiacciano il mercato immobiliare indebitato della Svezia. Anche le banche svedesi sono fortemente esposte al settore immobiliare.

La valuta, i tassi e la proprietà sono, quindi, in un potenziale circolo vizioso, con la corona svedese ora intorno al suo punto più debole mai registrato nei confronti dell’euro a causa delle preoccupazioni per l’effetto dei problemi immobiliari sull’economia.

Gli analisti stanno esaminando quali opzioni ha la banca centrale svedese, oltre agli aumenti dei tassi, per rafforzare la corona. Molti si aspettano tentativi iniziali di far salire la valuta - «jawboning», nel gergo delle banche centrali - prima di considerare se sia necessario un intervento diretto.

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