Mercedes-Benz dovrà presto ritirare quasi un milione di auto a causa di un problema con il servofreno.
Riprendendo delle dichiarazioni che la società ha diffuso sabato 4 giugno, l’agenzia Reuters lancia l’avviso: Mercedes-Benz sta richiamando quasi un milione di auto - 993.407, per la precisione - da tutto il mondo a causa di possibili problemi con il servofreno. Il ritiro sarà immediato ma non riguarderà auto nuove bnesì modelli già «obsoleti».
Il problema principale è rappresentato dal fatto che non è la prima volta; non si tratta infatti del primo richiamo da parte della casa produttrice tedesca e, di certo, quest’ulteriore episodio non garantirà un ottimo riflesso reputazionale alla società.
Ripercorriamo quindi gli avvenimenti recenti dando poi uno sguardo particolare ai motivi delle nuove segnalazioni e alle loro conseguenze.
Ritiro Mercedes-Benz: quale problema hanno le auto
L’azienda fa sapere che a essere interessati dal richiamo saranno i modelli delle serie ML e GL (BR 164) ma anche i monovolume di lusso Classe R (BR 251) prodotti tra il 2004 e il 2015. Inizialmente sembrava che i modelli a dover essere richiamati fossero solo 300mila, riferiti ad automobili costruite tra il 2006 e il 2012, e destinate principalmente al mercato americano e canadese. Oggi invece sappiamo che la platea si estende e circa 70.000 automobili sono attualmente in uso in Germania. Sulle motivazioni del ritiro la società invece ha affermato:
«Abbiamo scoperto che in alcuni di questi veicoli, la funzione del servofreno potrebbe essere influenzata da una corrosione avanzata nell’area del giunto dell’alloggiamento».
Nella nota si chiarisce quindi come questo problema potrebbe comportare un aumento della forza del pedale del freno necessaria per decelerare il veicolo e/o una distanza di arresto potenzialmente maggiore. Questa misura cautelare sarebbe quindi volta ad arginare danni alla connessione tra il pedale del freno e il sistema di frenata.
La casa automobilistica raccomanda di non guidare i veicoli «fino all’ispezione» visto che i proprietari delle vetture coinvolte verranno contattati da Mercedes-Benz e invitati a portare l’automobile nell’officina indicata per effettuare i controlli necessari a verificare lo stato dell’impianto. Nel caso in cui dovessero essere riscontrate delle anomalie l’officina provvederà alla sostituzione gratuita per il proprietario dell’auto. In assenza di problemi invece si potrà continuare a circolare per altri due anni prima di essere nuovamente contattati e sottoposti a un ulteriore controllo.
I precedenti ritiri in Usa
Come accennato, per Mercedes-Benz quello odierno non sarebbe il primo importante ritiro: l’ultimo episodio nefasto si era verificato appena ad aprile del 2021 con 1,3 milioni di auto richiamate per un problema legato al software.
Accadde negli Stati Uniti d’America e in quel caso ad aver subito dei malfunzionamenti era il servizio di emergenza eCall che avrebbe potuto mandare i soccorsi nel posto sbagliato. A far luce sul problema in realtà fu un vero e proprio fatto di cronaca risalente all’ottobre del 2019 quando, non localizzando esattamente il veicolo, l’auto non sarebbe stata realmente d’aiuto nell’invio delle informazioni ai soccorritori e anzi avrebbe prolungato i tempi di attesa, potenzialmente fatali, per l’arrivo dei medici sul posto.
Di norma invece, nel caso di incidente, malore o qualsiasi altro problema che possa mettere a rischio la vita del conducente, il sistema avrebbe dovuto notificare al centro operativo un’avaria per dar modo all’ambulanza o all’auto medica più vicina di individuare il o i passeggeri e disporre un tempestivo intervento in loco. Questa funzionalità poteva essere attivata in automatico o premendo un pulsante e avrebbe dovuto utilizzare il GPS dell’auto per indicare la posizione esatta ai soccorritori.
Il ritiro avvenne il 6 aprile 2021 e il problema più grande fu che il servizio d’emergenza eCall, introdotto nel 2014, era stato attivato in 35 nazioni. Le auto che furono ritirate inoltre non erano «vecchie» come quelle che oggi presentano problemi al servofreno; erano state immatricolate fra il 2016 e il 2021.
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