Il governo Meloni ha previsto diverse misure di sostegno al reddito per le persone più anziane. Ecco quali sono e quanto spetta.
Il governo Meloni ha previsto diverse misure in sostegno delle persone più anziane, riservando loro ad esempio la possibilità di accedere all’Assegno di inclusione (la misura che ha preso il posto del Reddito di cittadinanza) come pure ripensando completamente il modello di assistenza introducendo la Prestazione universale che entrerà in vigore nel 2025.
Senza dimenticare poi gli aumenti straordinari delle pensioni inferiori al trattamento minimo, come pure al bonus per animali domestici (del quale tuttavia siamo ancora in attesa del decreto attuativo).
Le nuove regole volute dal governo Meloni, quindi, hanno portato più soldi nelle tasche dei più anziani e delle loro famiglie, tanto che in alcuni casi siamo nell’ordine delle migliaia di euro l’anno.
Vediamo dunque chi sono i destinatari di questi soldi facendo un riepilogo di quelle che sono le misure presenti e future indirizzate alle persone più avanti nell’età.
La Prestazione Universale
Non possiamo che iniziare con quella che è la misura più importante, almeno per quanto riguarda l’importo visto che, secondo le stime, la platea dei beneficiari rischia di essere invece piuttosto limitata: la Prestazione Universale.
A prevedere questa misura, che come anticipato debutterà nel 2025, è il decreto legislativo n. 29 del 15 marzo, recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone più anziane.
Nel dettaglio, la nuova misura si rivolge a quegli anziani non autosufficienti, i quali già oggi possono beneficiare, oltre che dell’assegno per invalidità riconosciuto a chi non supera determinati limiti di reddito, anche dell’indennità di accompagnamento del valore mensile di 531,76 euro.
A questa si aggiungerà dal prossimo anno un secondo contributo del valore di 850 euro al mese, 11.050 euro l’anno, destinato a sostenere il costo del lavoro di cura e assistenza svolto dai lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro, nonché per l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.
Per averne diritto, però, bisognerà soddisfare dei requisiti molto stringenti:
- l’età anagrafica deve essere di almeno 80 anni;
- l’Isee non deve superare i 6.000 euro;
- il livello di bisogno assistenziale deve essere riconosciuto come gravissimo. A tal proposito, sarà compito di una commissione tecnico-scientifica, nominata dal ministero del Lavoro, a determinare i criteri che identificano un tale bisogno.
È ancora presto quindi per fare domanda per questa nuova misura che se sommata all’indennità di accompagnamento - a tal proposito, la Prestazione universale spetta solo a chi ne beneficia, o comunque possiede i requisiti per farlo - permetterà di raggiungere un assegno di 1.400 euro al mese.
L’Assegno di inclusione
Un’altra misura dove il governo ha dimostrato particolare attenzione alle persone più anziane è l’Assegno di inclusione. Nel passaggio dal Reddito di cittadinanza a questa nuova misura, infatti, la platea dei beneficiari è stata ridotta notevolmente ma è stato salvaguardato il diritto a un sostegno per coloro che non sono in età lavorativa.
La misura spetta infatti a coloro che hanno almeno 60 anni (fermo restando il soddisfacimento degli altri requisiti richiesti): basta quindi la presenza di un solo componente nel nucleo che ha raggiunto i 60 anni per poter fare richiesta dell’Assegno di inclusione.
L’importo base, con reddito pari a zero, è di 500 euro per la persona sola. Per ogni componente con età superiore a 60 anni si aggiungono altri 200 euro. Una famiglia composta da due over 60 e senza altri redditi ha quindi diritto a 700 euro al mese, con l’aggiunta di altri 280 euro al mese nel caso in cui siano in affitto.
Va detto poi che per coloro che sono in età da pensione, quindi 67 anni, l’importo base sale a 630 euro, mentre la quota riferita all’affitto scende a 150 euro (così da mantenere la quota base di 780 euro). Ad esempio, una famiglia senza redditi composta da due over 67 ha diritto a un Assegno di inclusione pari a 882 euro.
L’aumento della pensione minima
Oggi le pensioni minime in Italia hanno un valore pari a 598,61 euro, ma grazie a delle decisioni prese dal governo Meloni ci sono pensionati che prendono di più.
Quest’anno, infatti, è in vigore un incremento straordinario del 2,7% che spetta a tutti coloro che hanno un assegno inferiore al suddetto importo. Il massimo dell’importo che può essere percepito, quindi, è pari a 16,16 euro in più al mese, 210 euro circa l’anno.
Il bonus per animali domestici
Da tempo c’è chi chiede l’introduzione di un bonus nazionale che possa supportare i padroni degli animali di affezione nel sostenere i costi delle visite veterinarie e dei relativi farmaci.
Dopo anni di richieste senza alcun riscontro, nella legge di Bilancio 2024 sono state stanziate le risorse necessarie per riconoscere un tale contributo. Ad averne diritto, però, sono solo le persone più anziane in quanto è richiesta un’età di almeno 65 anni, oltre a un Isee inferiore a 16.215 euro.
Per quanto riguarda l’importo, come pure sulle modalità di spesa, bisognerà però attendere il relativo decreto attuativo firmato dal ministro della Salute, del quale a oggi non si ha ancora notizia.
Gli altri bonus per anziani
Ricordiamo poi che ci sono tante altre agevolazioni per anziani, per quanto però non vi si possa attribuire la paternità al governo Meloni. Dall’Assegno sociale per chi ha 67 anni alla Carta Acquisti per chi ne ha 65, fino alla possibilità di non pagare il Canone Rai.
Agevolazioni che potete approfondire nel nostro articolo di approfondimento.
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