Molti prezzi aumenteranno a partire dal 2025, ecco cosa costerà di più

Patrizia Del Pidio

31/12/2024

Il 2025 porterà un aggravio delle spese per molti cittadini perché diversi prezzi sono destinati ad aumentare. Vediamo quali sono le spese che ci costeranno di più.

Molti prezzi aumenteranno a partire dal 2025, ecco cosa costerà di più

Con l’arrivo del 2025 molti prezzi aumenteranno e le famiglie dovranno fare i conti con molte spese che lievitano. Cosa costerà di più? Quello che bisogna considerare, in prima battuta, è che l’inflazione è stata confermata, per il 2024, allo 0,8% e che inciderà su molti costi che sosteniamo durante l’anno. Vediamo tutto quello che nel 2025 costerà di più.

Aumento della Tari in vista?

Anche se molti Comuni stanno scegliendo l’applicazione della Tpc e della Tarip, bisogna considerare che anche la tassa rifiuti è soggetta all’aumento dei prezzi. Con la Tari, infatti, i Comuni non possono fare cassa e devono andare a coprire soltanto quello che è l’effettivo costo che sostengono per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. La delibera Arera 389 del 2023 ha previsto che possa essere aumentata la tariffa non solo per il quadriennio di riferimento (2021/2025), ma che possa essere prevista anche una revisione infra periodale nel biennio 2024/2025.

Da considerare che, con i prezzi che aumentano, anche il Comune si troverà a sborsare di più per garantire il servizio ai cittadini e proprio per questo in moltissimi Comuni è stato previsto un aumento della Tari nel 2025. Mentre in alcuni Comuni l’aumento è lieve, in altri, per alleggerire il peso dei rincari è stata prevista una rateizzazione più ampia a partire da marzo 2025.

Aumento sigarette, sarà più lieve del previsto

Il 2025 si preannunciava come l’anno nero per il prezzo delle sigarette, soprattutto dopo l’annuncio della tassa di scopo di 5 euro a pacchetto. NellaLegge di Bilancio 2025, però, tale tassa non è stata prevista e di fatto l’aumento delle sigarette, se ci sarà, avrà un impatto minimo sulla spesa dei contribuenti. Un aumento era stato già annunciato dalla Legge di Bilancio 2024, più corposo nel 2024 (e lo abbiamo già subito tra febbraio e aprile) e meno importante nel 2025.

Aumenta l’assegno di mantenimento a figli ed ex coniuge

Un particolare che non tutti mettono in conto è che con l’aumento dell’inflazione aumentano anche gli assegni di mantenimento corrisposti ai figli e all’ex coniuge divorziato o separato.

Per quanto riguarda il figlio l’assegno di mantenimento deve essere adeguato all’inflazione ogni anno, senza che ve ne sia previsione nella sentenza del giudice. In tal senso poco conta lo 0,8% previsto per le rivalutazioni di gennaio 2025 (pensioni, assegno unico e altri trattamenti erogati dall’Inps): per quel che riguarda l’assegno di mantenimento, sia del coniuge che dei figli, bisogna prendere a riferimento la sentenza del giudice che l’ha previsto. Alla scadenza dell’annualità bisogna applicare l’adeguamento all’inflazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Una differenza sostanziale c’è per quel che riguarda l’assegno di mantenimento all’ex coniuge: a differenza di quello corrisposto ai figli, l’adeguamento per il coniuge si applica solo se espressamente previsto dalla sentenza che ha stabilito il mantenimento, altrimenti l’importo non va adeguato (mentre quello dei figli va adeguato tutti gli anni).

Aumenta il canone di affitto

L’adeguamento all’inflazione deve essere preso in considerazione anche per il canone mensile per gli affitti. Questo serve a mantenere il costo della locazione in linea con quello della vita. Non tutti i canoni di locazione si adeguano all’inflazione: l’affitto con cedolare secca, infatti, rimane invariato e tutti gli altri contratti sono soggetti ad adeguamento solo se espressamente previsto da una clausola del contratto di locazione.

Anche nel caso dell’adeguamento all’inflazione del canone di affitto bisogna prendere in considerazione l’indice FOI medio annuale dell’anno precedente o, in alternativa, applicando al canone di affitto del mese successivo a quello di scadenza del contratto annuale (variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente).

La variazione, quindi, non è ancora quantificabile: ognuno deve valutarla in base alla scadenza annuale del contratto di locazione. Va sottolineato che mentre per gli immobili a uso abitativo la rivalutazione è al 100%, per quelli a uso commerciale è del 75%.

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