Il commento del CEO di MPS Luigi Lovaglio sull’OPS lanciata su Mediobanca: “Size matters”. Occhio alle azioni a Piazza Affari.
Con i mercati che sono stati martoriati dalle vendite continue, e le azioni delle banche italiane andate a picco, che fine farà l’OPS lanciata da MPS su Mediobanca?
A rispondere, nel corso di una intervista rilasciata alla CNBC, è stato lo stesso numero uno del Monte dei Paschi di Siena, il CEO Luigi Lovaglio, che è tornato a rimarcare l’importanza dell’operazione con cui la banca senese punta a rilevare Piazzetta Cuccia.
“MPS is back”, dice Lovaglio. Nessun dietrofront su OPS Mediobanca: “Size matters”
Intanto, Lovaglio ha ribadito che l’istituto “is back”, e che ora “abbiamo il controllo del nostro destino”.
MPS è risorta, e anche da un bel po’: questo il primo messaggio che Lovaglio ha tenuto a rilanciare, parlando dell’istituto che gestisce. Ed evidentemente il Monte dei Paschi di Siena è risorto al punto da non temere le turbolenze che hanno travolto e stanno tuttora travolgendo i mercati.
Il risiko non è a rischio, insomma: “La situazione (dei mercati) non avrà un impatto sul nostro deal”, ha detto Lovaglio, aggiungendo che, “al contrario, (la situazione in atto) conferma che la dimensione conta, conferma che esiste la necessità di attuare una diversificazione sui ricavi”.
Tra l’altro, se MPS e Mediobanca fossero già un’unica entità, sarebbero “più forti” e avrebbero la “capacità di reagire in modo più veloce” al presentarsi di eventi inattesi e negativi.
Intervistato dalla CNBC, Lovaglio ha affermato inoltre che quello che Monte dei Paschi di Siena ha offerto a Mediobanca è “un prezzo giusto”, preferendo al contempo non rilasciare alcun commento sulla possibilità che l’offerta venga rivista al rialzo, per convincere gli azionisti di Piazzetta Cuccia ad accettarla.
In ogni caso, “speriamo di concludere il deal entro il mese di luglio”.
Il banchiere ha blindato in generale le partite di risiko che sono state aperte a Piazza Affari, e che vedono protagonista anche l’OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM.
“Credo che questa sia la prima fase (di consolidamento) e che, probabilmente, avremo una seconda fase tra due anni. Ed è questo il motivo per cui, combinando Monte dei Paschi con Mediobanca, ci troveremo in una posizione tale da essere di nuovo protagonisti”.
Banche italiane, focus sulle azioni a Piazza Affari post trauma Trump
L’OPS di MPS su Mediobanca, insomma, non va a monte, è proprio il caso di dire.
Oggi le azioni di MPS-Monte dei Paschi di Siena hanno tentato la ripresa, ma ora si confermano tra i titoli peggiori dell’indice Ftse Mib, dopo le vendite che hanno bersagliato anche ieri l’intero settore bancario italiano, e che hanno affossato di conseguenza di nuovo l’indice Ftse Mib di Piazza Affari.
Falliscono il tentativo di recupero anche i titoli di Mediobanca.
I sell off che si sono accaniti contro tutti i titoli delle banche italiane hanno portato la performance su base settimanale e mensile delle azioni a essere tinta di rosso.
MPS ha ceduto in una settimana il 20% circa, arretrando di oltre il 17% su base mensile. Il trend è negativo anche YTD, ovvero dall’inizio del 2025, con le azioni che hanno perso più del 12%.
Mediobanca è reduce anch’essa da un calo su base settimanale di oltre il 19%. Le azioni di Piazzetta Cuccia viaggiano inoltre a un valore in calo di più del 18% su base mensile e in rialzo di appena lo 0,90% YTD. L’attenzione degli investitori, sul comparto delle banche italiane è viva.
D’altronde, considerata l’elevata esposizione dello stesso indice benchmark di Piazza Affari Ftse Mib al comparto, è inevitabile che sia così. Praticamente, come dimostra la seduta di oggi, sono le azioni delle banche italiane a fare il bello e cattivo tempo alla borsa di Milano.
Nelle ultime tre sessioni, i titoli delle banche italiane sono stati letteralmente massacrati da una carica di sell off a livelli record, a causa dei diversi timori esplosi sul futuro della redditività degli istituti di credito, alle prese con un contesto di maggiore instabilità, e di maggior rischio recessione.
La Spada di Damocle che pende sulla testa delle banche italiane. Pacchia finita?
Sulla testa delle banche italiane pende la Spada di Damocle rappresentata dal rischio di più tagli dei tassi da parte della BCE, che di crescita dei crediti deteriorati, NPL (Non Performing Loans), superiore a quanto paventato dagli economisti.
La pacchia, sostengono in molti, è ormai finita, a fronte di sfide che si fanno sempre più importanti. Non per niente, gli analisti stanno facendo i loro conti, individuando nel caso di alcune banche italiane nuovi target price e rating sulle azioni.
Ironia della sorte, nell’ultimo report firmato dagli analisti di Barclays, a essere stata penalizzata è stata proprio MPS.
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