Mutui casa più cari e difficili da ottenere. Per i giovani quasi impossibile accedere ai finanziamenti agevolati

Antonella Ciaccia

24 Agosto 2022 - 16:49

La domanda immobiliare tiene ma si bloccano le compravendite. I mutui dedicati agli under 36 sono in arresto, le banche sospendono l’offerta di mutui giovani a tasso fisso. L’analisi di Bankitalia.

Mutui casa più cari e difficili da ottenere. Per i giovani quasi impossibile accedere ai finanziamenti agevolati

Mutui più costosi e più difficili da ottenere. Soprattutto per giovani sono finiti i tempi delle agevolazioni facili.

Non appena assaporato il cambiamento che si poteva definire storico, se pensiamo che fino al 2020 era quasi un’utopia pensare di acquistare casa tra i 18 e i 36 anni senza un contratto a tempo indeterminato, la festa sembra già essere finita.

Il grido d’allarme era già stato lanciato nell’aprile scorso, quando l’aumento dell’Eurirs, il parametro che serve da base per la definizione del tasso dei mutui fissi, aveva già fortemente intaccato il mercato dei mutui agevolati per i giovani offerti dalle banche grazie alla garanzia aggiuntiva della Consap, la società interamente controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze.

Ma il problema, ora, non si limita al solo aumento Eurirs e diciamolo chiaramente non si limita solo al comparto giovanile. Ormai è complicato scegliere l’offerta di un finanziamento: il brusco aumento dei suddetti indici di riferimento ha modificato le tendenze di mercato. E sempre più privati e famiglie stanno volgendo l’attenzione sul tasso variabile.

La Banca d’Italia spiega con due analisi diverse perché i mutui sono più costosi e più difficili da ottenere. Approfondiamo in questo articolo i dati evidenziati da Palazzo Koch e quale scenario si sta aprendo per il nostro mercato immobiliare.

Tassi mutui salgono a giugno al 2,37%: sofferenze in calo per le banche

La Banca d’Italia nella pubblicazione «Banche e moneta: serie nazionali» rileva che a giugno i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 2,37% (2,27 in maggio), mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,34% (8,25 nel mese di maggio).

Più in dettaglio, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie, ha precisato Bankitalia, sono stati pari all’1,44% (1,19% nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro all’1,97%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,15%.

Infine, i tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,31% come nel mese precedente.

Dalla pubblicazione è emerso inoltre che i prestiti al settore privato sono cresciuti del 3,2% sui dodici mesi (3,1% a maggio), mentre la crescita dei finanziamenti alle famiglie è stata pari al 4,1% da 4% nel mese precedente e quelli alle società non finanziarie del 2,6 (contro il 2,3% nel mese precedente).

I depositi del settore privato sono cresciuti del 3% sui dodici mesi (contro il 4,6 in maggio); la raccolta obbligazionaria è diminuita del 7,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente (-8% in maggio).

Banche e moneta: serie nazionali
Pubblicazione Banca d’Italia

Mutui casa, il confronto tra i tassi: si preferisce il variabile

I dati riportati da Bankitalia però non distinguono tra operazioni a tasso fisso e a tasso variabile. I finanziamenti a tasso fisso sono però meno gettonati e attualmente rappresentano poco più della metà del mercato; pensiamo solo che a inizio anno erano oltre il 90% e oggi invece sono poco sotto il 3%.

Al contrario, aumentano le richieste di mutui a tasso variabile, che da inizio anno sono incrementati in media di mezzo punto, attestandosi ancora attorno all’1,5%, sebbene siano in atto tutte le incertezze legate alle tensioni geopolitiche e al rialzo dell’inflazione. Sempre più privati e famiglie stanno volgendo dunque l’attenzione sui mutui a tasso variabile.

Tuttavia, il problema del mutuo variabile resta sempre il valore dell’Euribor, il parametro di riferimento che misura il costo del denaro a breve; sappiamo ormai che la sua variabilità è legata alle decisioni della Bce e finisce per recepirle. Pertanto se questo salisse di nuovo a breve il costo del mutuo schizzerebbe.

Il divario tra fissi e variabile potrebbe comunque ridursi nelle prossime settimane in base alle nuove condizioni che le banche proporranno a partire dal primo di settembre, poiché a inizio mese di solito vengono aggiornati i tassi.

In definitiva, dopo che per un paio d’anni il tasso fisso ha fatto la parte del leone, ora il trend sembra invertirsi. Ma che sia fisso o variabile l’unico dato certo è che l’era dei tassi ai minimi storici è tramontata.

Mercato immobiliare: domanda vivace ma calano le compravendite

La seconda analisi di Palazzo Koch è l’aggiornamento del rapporto trimestrale sul mercato delle abitazioni, condotta presso 1.465 agenzie di mediazione.

Dai dati emerge non solo che la domanda immobiliare è vivace e i prezzi tengono ma anche che il 23,9% delle agenzie segnala difficoltà da parte dei potenziali acquirenti a ottenere i mutui per la casa per l’aumento dei tassi.

L’aggiornamento del rapporto trimestrale sul mercato delle abitazioni, effettuata presso le agenzie di mediazione evidenzia pertanto due condizioni principali:

  • la domanda di case è ancora alta;
  • il 23,9% delle agenzie (cinque punti in più rispetto al primo trimestre 2022) segnala difficoltà da parte dei potenziali acquirenti a ottenere il mutuo.

Mutui per la casa: perché i tassi più alti penalizzano i giovani

I mutui agli under 36 non sono più sostenibili per le banche, infatti nel mese dello scorso giugno gli istituti di credito hanno sospeso l’offerta di mutui agevolati a tasso fisso garantiti dal Fondo di Garanzia prima casa proprio a causa dell’impennata dell’Irs cominciata all’inizio dell’anno.

Si tratta del tasso di riferimento per i tassi fissi – ad esempio quello a 20 anni è passato dallo 0,38% di dicembre 2021 all’1,84% medio di giugno – superando le soglie limite indicate ogni 3 mesi da Banca d’Italia, di conseguenza impedendo agli istituti di credito di proseguire con le offerte a tassi agevolati.

Il tutto si è tradotto in una inversione di marcia delle richieste di mutuo da parte della fascia di giovani under 36 che negli ultimi mesi avevano trainato il settore dei mutui con una quota superiore al 30% del totale.

Inoltre va segnalato che le norme che favoriscono i giovani under 36, introdotte dal governo Draghi con il decreto Sostegno Bis nel giugno dell’anno scorso sono in arresto. Nella seconda bozza del decreto Aiuti bis, che arriverà in Aula il prossimo 6 settembre, non sono previste correzioni per adeguare la normativa alle mutate condizioni del mercato e dunque non sono previsti interventi sulle soglie massime applicabili ai mutui agevolati da parte delle banche.

Iscriviti a Money.it